Assolti i redattori di Radio BlackOut dalla vicenda del documento ROS/Marini


Questa mattina a Roma si è conclusa questa vicenda giudiziaria parallela al maxiprocesso Marini contro gli anarchici.

Cronistoria: nel pieno del processo Marini arriva per posta all'indirizzo di radio Black Out di Torino un documento interno dei carabinieri del Reparto Operativo Speciale, documento compilato precedentemente all'inchiesta e agli arresti del 96-97, nel quale vengono delineate le mosse per giungere forzatamente e illegalmente all'arresto di una supposta banda armata anarchica da ricercarsi nell'ambito delle frange più radicali, già da anni sottoposte a sorveglianza e repressione e sospettate di attentati, sabotaggi, rapine, sequestri e omicidi su tutto il territorio italiano.

In pratica, i ROS, nell'impossibilità di giungere a prove su tutto ciò, dispongono che una giovane compagna di uno degli anarchici possa essere costretta, convinta e ricattata a deporre il falso. Il documento è ricco di dati interni all'Arma, nomi, eventi, dati su inchieste precedenti note solo a chi opera nel settore,a gli inquisitori che da anni si occupano solo degli anarchici, il vocabolario è indubbiamente tipico.

In giornata il documento viene presentato ad un avvocato, ne viene denunciata la ricezione in Questura per potere, come prevede la legge, farne uso pubblico. Viene anche immediatamente prodotto nel processo suscitando, com'è ovvio, scalpore. Il pm Marini fa di tutto per insabbiarlo e sporge denuncia contro ignoti per “falsificazione di timbri di Stato”.

Radio Black Out, che da sempre si è occupata della vicenda seguendone per anni lo svolgimento paga pesantemente l'attenzione a questo gravissimo atto repressivo: il cavo del traliccio che alimenta la radio viene tagliato da esperte e ignote mani, quindi viene perquisita dai ROS, il computer presente sequestrato. Segue ancora la perquisizione e il sequestro del pc a casa di un altro redattore della radio nonché imputato nel proceso Marini.

Il pm che guida l'inchiesta fa indagare i Cc su se stessi e stabilisce che il documento è falso.
Vengono così indagati i due redattori che avevano portato il documento in Questura per la regolare denuncia e il terzo, che pur essendo stato coinvolto neanche in minima parte nella vicenda pratica, ha, agli occhi della legge, ottimi moventi: redattore, inquisito e attivista del Comitato Difesa Anarchici.

Dopo anni di inutili udienze (nessuna prova a carico, nessuna prova a discolpa), oggi c'è stata l'assoluzione per tutti e tre gli imputati per non aver commesso il fatto.

Grazie comunque alla radio e al CDA (e nonostante il silenzio non solo di media “borghesi” ma anche di molte strutture di informazione di sinistra e di movimento) la vicenda ebbe un eco decisamente maggiore di quello desiderato da Marini e dai ROS, sia in Italia che all'estero, e pensiamo non sia stato affatto indifferente al risultato del maxi processo (conclusosi sì con ben 13 pesanti condanne, ma con la ricusazione dell'accusa principale, quella di banda armata e di associazione sovversiva).

Il giudice ha comunque ribadito la non veridicità del documento.

Ricordiamo infine che dal documento, assieme ad un commento ed una postfazione, è stato prodotto un pamphlet dal titolo Il ros è nudo – Come si fabbrica un'inchiesta giudiziaria, edito dalle edizioni NN e disponibile la nostra distribuzione.