Il ROS è nudo. Come si fabbrica un'inchiesta giudiziaria.


Radio Black Out, una "radio libera" di Torino, si è vista recapitare il 10 luglio 1997 questo "rapporto di servizio" del Ros (Raguppamento Operativo Speciale) di Roma. In esso vengono spiegati per filo e per segno il come e il perché di una inchiesta giudiziaria contro decine e decine di anarchici, avviata grazie all'utilizzo di una collaboratrice di giustizia. Inchiesta effettivamente in corso e proprio nei giorni in cui è venuto alla luce quel fascicolo era giunta alle udienze preliminari davanti al gip. Ma non si tratta di un resoconto fatto a posteri, come si potrebbe pensare. Si tratta della programmazione di un'inchiesta giudiziaria, essendo questo documento datato dicembre 1994. In poche parole, questa incursione contro gli anarchici è stata decisa, studiata e programmata a tavolino dai carabinieri del Ros di Roma. Il testo che riproduciamo fedelmente (nell'edizione cartacea vengono riprodotti i fogli in scala ridotta) ne sono la dimostrazione, e costituiscono una clamorosa conferma a posteriori di ciò che gli anarchici avevano paventato e denunciato a più riprese per mezzo di manifesti, volantini, giornali, e nelle iniziative pubbliche organizzate nel corso degli ultimi anni.

[Dall'introduzione dell'opuscolo omonimo delle edizioni "NN", disponibile anche presso la nostra distribuzione.]


Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri

Sezione Anticrimine di Roma

00185, largo Cristina di Svezia nr. 16 - tel. 06/58594415, fax 06/58594434


Nr. 148/19/s di prot.llo

Roma, 19 dicembre 1994


Oggetto: Nota informativa di servizio ad uso interno relativa a una possibile attività investigativa da esperire sul conto dell’eversione anarchica

Da molto tempo diversi organi di Polizia Giudiziaria avevano più volte denunciato l’esistenza sul territorio nazionale di una vasta organizzazione criminale con finalità eversive di matrice anarchica, strutturata in modo composito, ordinata anche se non necessariamente con gerarchie di tipo militare pur tuttavia ordinata con gerarchie almeno di fatto, la cui operatività è stata ipotizzata nell’ambito delle indagini espletate su ordine e per conto di alcune Procure della Repubblica Italiana, in special modo di quella di Firenze. Tali indagini, protrattesi nel corso degli anni, se hanno messo in luce l’altissima pericolosità sociale degli appartenenti al sodalizio politico-criminoso in oggetto, raramente hanno assunto tuttavia carattere probatorio di una certa rilevanza penale.

Gli sforzi delle A.G. sono stati il più delle volte vanificati, mentre tale aggregazione eversiva ha continuato a cercare proseliti attraverso la diffusione dell’ideologia insurrezionalista che ne è all’origine, il cui esponente principale è da identificarsi in BONANNO Alfredo Maria. Ed è proprio per la riconosciuta pericolosità sociale intrinseca di tale ideologia basata sulla estremizzazione dei principi anarchici, che si ritiene urgente intensificare l’attività investigativa ed esecutiva e mettere in atto possibili procedure finalizzate ad arrestarla, per impedirne l’ulteriore pernicioso spargimento. Compito oggi reso più agevole alla luce dei recenti avvenimenti che andiamo a prendere in considerazione.

Per prima cosa si cercherà ora di illustrare cronologicamente i successi riportati contro l’eversione anarchica negli ultimi venti anni, tenendo conto dell’evoluzione ideologica dell’area in esame. Dobbiamo qui cominciare dallo smantellamento dell’organizzazione denominata "AZIONE RIVOLUZIONARIA", resasi responsabile di una lunga serie di attentati, ferimenti, tentativi di sequestro tra il 1976 e i primi anni 80; smantellamento coronato con i processi celebrati nel giugno del 1982 a Firenze e nel gennaio del 1983 a Milano, che portarono alla condanna di numerosi militanti di "A.R." fra cui ricordiamo FAINA Gianfranco, GEMIGNANI Roberto, MELONI Sandro, MONACO Angelo, VALITUTTI Pasquale.

Per poter comprendere l’ideologia che muoveva il gruppo eversivo in esame, significative appaiono le affermazioni contenute in opuscoli e volantini di "A.R.". Secondo gli estensori: <<Il movimento non rinvia lo scontro alle classi ma lo assume in prima persona. L’azione è diretta. Qualunque siano i risultati oggettivi, i risvolti soggettivi sono fondamentali. L’azione diretta rende gli individui consci di se stessi in quanto individui che possono mutare il loro destino e riprendere il controllo della propria vita>>. Accanto alle sempre presenti critiche del capitalismo e delle sue conseguenze, gli estensori esortavano e propugnavano l’azione: <<Quello che vogliamo è portare una critica distruttiva dello stato, attraverso l’uso della violenza rivoluzionaria, la lotta armata, la propaganda del fatto. Vogliamo accelerare i tempi e allargare il fronte interno dello scontro per arrivare a una destabilizzazione dello Stato. [...] La critica delle armi è oggi l’unica forza che può rendere credibile qualsiasi progetto. Creare, organizzare 10 - 100 - 1.000 nuclei Armati!>>

Un particolare interesse presentano gli aspetti organizzativi del gruppo, siccome l’approccio di AZIONE RIVOLUZIONARIA con gli altri movimenti rispecchia, a grandi linee, temi e formulazioni che verranno ripresi successivamente dal noto BONANNO Alfredo Maria: <<la nostra è una organizzazione rivoluzionaria in cui i vari gruppi di sono riuniti a livello locale, o dall’incontro di varie vicende personali, sulla base di una affinità tra le varie esperienze e concezioni dei compagni. Gruppi d’affinità che mantengono la loro autonomia e libertà d’azione e in cui i rapporti tra compagni non sono di pura efficienza bensì caratterizzati da un massimo di conoscenza, intimità e fiducia reciproca>>. Le medesime tematiche, già care al gruppo terrorista guidato da FAINA Gianfranco, si possono ritrovare infatti negli scritti del BONANNO, che riprende i concetti di "gruppi informali", di "unità autonome di base", di "strutture autogestite", dotate di un minimo di organizzazione e di analisi politica, che nascono secondo la situazione e che richiamano alla "conflittualità permanente", alla "autogestione" e all’ "attacco", gratificato tramite l’ "Azione Diretta".

Giova inoltre ricordare che dall’enunciato di "AZIONE RIVOLUZIONARIA" emerge chiaramente la forte polemica esistente all’interno del più vasto movimento anarchico, accusato di essere <<senza strategia e senza tattica>>. Allo stesso modo va ricordato quanto avvenuto a Forlì, durante il convegno antimilitarista tenutosi nel 1988, quando il BONANNO e gli altri appartenenti all’area insurrezionalista vennero tacciati di "terrorismo" ed estromessi dalla sala.


Ma se la cattura dei membri di "A.R." ha rappresentato un duro colpo per l’eversione anarchica, non ha comunque significato la sua scomparsa. Dopo anni di relativa calma, dovuti senz’altro al bisogno di riorganizzare le proprie forze, verso la fine degli anni 80 si è registrato una ripresa degli attentati di matrice anarchica, indirizzati in speciale modo contro obiettivi dell’ENEL come i tralicci. Le indagini condotte all’epoca focalizzarono l’attenzione fin dal primo momento sulla frangia più oltranzista del movimento anarchico detta insurrezionalista, e facente capo proprio al predetto BONANNO Alfredo Maria.

Sul conto del BONANNO va precisato che già nel rapporto giudiziario preliminare nr. 160/1 datato 25.03.1980, del Nucleo Operativo del Gruppo Carabinieri di Firenze, il BONANNO veniva indicato quale appartenente ad "AZIONE RIVOLUZIONARIA", secondo le dichiarazione poi rivelatesi insufficienti del collaboratore PAGHERA Enrico. In data 23 e 26.03.1980 venivano tratte in arresto, in esecuzione di altrettanti provvedimenti cautelari, 19 persone ritenute appartenenti all’organizzazione eversiva in questione. Tra queste figuravano BONANNO Alfredo Maria, WEIR Yean Helen, DI MARCA Carmela, RUBERTO Paolo, MARLETTA Salvatore, e CASAMENTI Patrizia. Il BONANNO, la WEIR e il MARLETTA erano, inoltre, accusati di sei rapine in danno di notai bolognesi. Ma il 30.06.1980 il Giudice Istruttore del tribunale di Bologna disponeva la scarcerazione degli arrestati per insufficienza di indizi, ed il 03.04.1981 veniva emessa nei loro confronti sentenza di non doversi procedere per non aver commesso il fatto, per quanto riguardava le rapine e l’imputazione di banda armata.

Orbene, nel dicembre 1986, proprio sul numero 55 di "ANARCHISMO", la rivista di cui il BONANNO è il direttore responsabile, veniva pubblicato un articolo a firma di sedicenti "Operatori Rivoluzionari" che forniva minuziosa istruzione corredata da illustrazione grafiche, su come sabotare un traliccio dell’ENEL. L’anno successivo, il 1987, iniziavano i primi attentati in danno delle strutture dell’ENEL, solo in parte rivendicati. Attentati che continueranno anche negli anni a seguire e le cui perizie tecniche hanno permesso di stabilire che in più di un’azione la tecnica usata dagli attentatori per tranciare le aste del traliccio coincide esattamente con quella citata nel summenzionato articolo.

Nel gennaio del 1987 sorgeva il mensile anarchico "PROVOCAZIONE" di cui il BONANNO figurava come direttore, che sosteneva la necessità di portare <<attacchi agli obiettivi più semplici e polverizzati nel territorio>>e che porterà una seria frattura all’interno dell’anarchia proprio a causa delle differenti opinioni espresse sul tema dell’ecologia, intesa come lotta alle centrali nucleari (informativa nr. 6915/126 datata 15.10.1992, della Sezione Anticrimine di Firenze, allegata agli atti del proc. pen. nr. 796/92 e 274/92 R.G. della Procura della Repubblica presso il tribunale di Massa). Proprio su "PROVOCAZIONE" e sulla rivista "ANARCHISMO" verrà sviluppata la strategia di attacco alla Stato ed al capitale, strategia che vedeva la perpetrazione di atti di sabotaggio nei confronti di "strutture minimali" come espresse BONANNO, quali azioni dirette immediate poste in essere da "gruppi informali" di persone che nascono secondo la situazione e si richiamano alla "conflittualità permanente".

Nell’anno 1988 venivano perpetrati, complessivamente, nr. 32 attentati in danno di strutture ENEL, alcune dei quali rivendicati da anarchici. Sul fronte delle indagini va rilevata solo la denuncia da parte della Questura di Forlì della già citata CASAMENTI siccome sospettata di aver costruito assieme ad altri anarchici il movimento "Figli della Terra", che aveva rivendicato alcuni di questi attentati ai tralicci. Denuncia che anche in questo caso non assumerà rilevanza penale. In quell’occasione la DIGOS di Bologna riteneva individuare e segnalare a quell’A.G., per una possibile partecipazione al compimento di attentati ENEL perpetrati in quella provincia, altri soggetti gravitanti nell’area in esame risultati in contatto con la casamenti, tra cui figurava CAMPO Orlando, che già aveva curato la distribuzione delle riviste "ANARCHISMO" e "PROVOCAZIONE" per conto del BONANNO, FANTAZZINI Horst e Loris, e SCOPPETTA Maria Grazia.

Nel 1989 l’unico arresto registrato contro l’eversione anarchica è stato l’arresto del BONANNO Alfredo in flagranza di rapina aggravata, avvenuta in data 02.02.1989 in danno della oreficeria Giuseppe PLEBANI, commessa in Bergamo in concorso con STASI Giuseppe.

Ma nel corso del medesimo anno venivano commessi, complessivamente, nr 27 attentati in danno di impianti ENEL e strutture varie, di cui solo tre, avvenuti tutti il 19 maggio, venivano rivendicati con volantini anarchici. Nel corso del 1990 verranno invece perpetrati, complessivamente, nr. 28 attentati, ma tutti collocati nella palude della anonimità politica. In data 05.12.1989 la Procura della Repubblica di Firenze ordinava una serie di perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di CAMPO Orlando, LO VECCHIO Angela Maria, GIZZO Antonio, SASSOSI Emma, BARCIA Giovanni, BONANNO Alfredo, SCOPPETTA Maria Grazia, PORCU Pierleone e RUBERTO Paolo, nell’ambito delle indagini per gli attentati ai tralicci. Le perquisizioni davano esito negativo. Nello stesso periodo CAMPO Orlando veniva sottoposto a fermo di P.G. poiché gravemente sospettato della rapina di Bergamo in concorso col BONANNO e lo STASI, ma successivamente scarcerato. Nell’ottobre del 1989 la Digos di Firenze segnalava all’A.G. competente anche SCROCCO Rose Anne come possibile responsabile degli attentati ai tralicci, essendo stata ivi identificata in compagnia dei suddetti CAMPO Orlando, BARCIA Giovanni, LO VECCHIO Angela Maria nonché di tale DE BLASI Luigi.

Contro tutti questi soggetti non vennero raccolte indizi sufficienti da motivare la richiesta di emissione di ordinanze di custodia cautelare ma verranno presto implicati, assieme a GREGORIAN Garagin, nelle indagini relative al sequestro SILOCCHI grazie alla identificazione di alcuni di loro avvenuta contestualmente all’arresto del noto PORCU Francesco, allorché il PORCU era ricercato per il sequestro di Esteranne RICCA. In data 23.06.1990 infatti il PORCU Francescoveniva tratto in arresto in Roma, via Giovannopoli nr. 65. Nel corso dell’operazione all’interno dello stabile dove il predetto si nascondeva, venivano identificati SCROCCO Anne Rose, LO VECCHIO Angela Maria, BARCIA Giovanni e CONDRO’ Salvatore (v.d.s. foglio nr. 2050/61/B/89/1^/CRIM datato 25.06.1990 della locale Criminalpol). Tale circostanza fortuita asseconderà il felice avvio e il conseguente esito delle indagini relative al sequestro di Mirella SILOCCHI, sorretto dal rinvenimento nel maggio 1991 di un arsenale nella cantina di via Cristoforo Colombo nr. 310 sita in Roma intestata a BARCIA Giovanni (informativa nr. cat A4/91/DIGOS datata 12.05.1991 della locale DIGOS).

L’anno 1991 segnerà una tappa importante per i successi ottenuti dalle forze di polizia contro la struttura aggregativa di interesse. In data 19.03.1991 GREGORIAN Garagin veniva colpito da mandato di cattura e in data 22.09.1991 anche CAMPO Orlando veniva tratto in arresto. Contro di loro la Corte d’Assise del Tribunale di Parma emetterà in data 16.06.1993 sentenza di condanna, comminando 22 anni di reclusione al CAMPO, l’ergastolo a GREGORIAN e alla SCROCCO Anne Rose (sottrattasi alla cattura con il BARCIA Giovanni, anch’egli ricercato). Per averne acclarata la responsabilità nel sequestro di Mirella SILOCCHI, unitamente ad un gruppo criminale di matrice sarda ed al già citato DE BLASI Luigi, deceduto in data 24.08.1989 nell’esplosione di un’autobomba in via Prenestina a Roma. Il BARCIA verrà invece assolto.

Anche nell’ambito delle indagini sugli attentati in danno alle strutture ENEL, l’unico parziale risultato contro gli autori degli attentati si è avuto in data 05.11.1991, quando in località "Cinquale" del comune di Montignoso (MS), due militati della locale Stazione Carabinieri traevano in arresto, dopo essere stati attinti da colpi di arma da fuoco, il noto terrorista svizzero CAMENISCH Marco (alias NAF Walter), già pregiudicato per attentati dinamitardi commessi in danno di una centrale elettrica e in danno di un traliccio dell’alta tensione ed evaso dal penitenziario di Regensdorf/Zurigo nel dicembre del 1981. In data 17.04.1993 il CAMENISCH Marco veniva condannato ad anni 12 di reclusione per detenzione e porto di arma da fuoco ed esplosivi, lesioni aggravate nonché per l’attentato avvenuto l’11.07.1991 al traliccio ENEL sito in Montignoso.

Ciò nonostante gli attentati ai tralicci continueranno ancora negli anni successivi, sempre senza alcuna rivendicazione, e senza che le indagini effettuate diano qualche risultato.

Ed è proprio dal 1991, anche a seguito dell’arresto del predetto FANTAZZINI Horst e del noto TESSERI Carlo (avvenuto il 03.01.1991 per rapina), che non si avevano più riscontri positivi nella lotta all’eversione di matrice anarchica, che invero ha ripreso vivacità con gli attentati incendiari contro le sedi STANDA delle città di Firenze, Brescia, Trento, Modena, Roma, e Milano commessi in data 01.07.1994, e quelli di Verona del 2 e 4 luglio successivi rivendicati dagli anarchici.


Come su accennato, a conclusione di più fasi investigative, il BONANNO Alfredo Maria è risultato essere figura di particolare rilievo del movimento anarchico, e più in particolare della sua frangia insurrezionalista, redattore responsabile della rivista "ANARCHISMO", del mensile "PROVOCAZIONE" e più recentemente del settimanale "CANE NERO", nonché autore di numerosi articoli pubblicati sul periodico "G.A.S.". Già successivamente al 1988 si è assistito alla nascita di iniziative di propulsione dell’ideologia in esame, quali la costituzione di nuovi centri sociali autogestiti ed all’evoluzione, in senso anarchico-insurrezionalista, di quelli già esistenti, che si pongono come punto di coagulo ed elaborazione delle istanze più radicali del pensiero anarchico. In tale contesto numerose sono le iniziative realizzate da quest’area nel sociale, che culminano in attività di denuncia/protesta di vario genere, tra cui danneggiamenti ed occupazioni di immobili. Manifestazioni di un coacervo antagonista che, anche per il carattere estremamente composito dei partecipanti, non travalicano il livello di "allerta sociale", rientrando in un livello di contestazione palese e pubblico. Dette attività, quindi, pur determinando potenziali tensioni per l’ordine pubblico, non comportano, di per sé stesse, un pericolo per le Istituzioni dello Stato, ma costituiscono non di meno un primo passo verso il compimento di attività delittuose.

A questo proposito si ritiene opportuno evidenziare che, nel periodo seguente gli arresti avvenuti in provincia di Trento lo scorso settembre (di cui parleremo successivamente), si è assistito al proliferare di attività di solidarietà nei confronti degli imputati in questione. Queste si sono estrinsecate, oltre che con la presenza fisica di simpatizzanti alle udienze preliminari, anche con incontri organizzati presso i vari centri sociali presenti sul territorio nazionale, con la pubblicazione di articoli su periodici dell’area, quale ad esempio "CANE NERO", con la diffusione di volantini e stampati e con la costituzione di un "COMITATO DIFESA ANARCHICI", associazione finalizzata a sostenere dal punto di vista giuridico e finanziario tutti gli anarchici coinvolti in questioni giudiziarie, intestata al noto ANZOINO Mario di Torino. Attività queste senz’altro lecite, ma che si può affermare rappresentino l’anticamera del crimine, come dimostrato dalla presenza del BARCIA e dello STASI alle udienze del processo VALASTRO, dalla presenza dello STRATIGOPOULOS alle udienze del processo BONANNO e STASI e infine dalla presenza del GUGLIARA alle udienze del processo CAMENISCH.

All’interno di questa realtà antagonista, nel tempo, si è rilevata una estremizzazione della protesta con una conseguente recrudescenza del livello qualitativo delle azioni. Si è pervenuti di fronte ad una progettualità eversiva realizzata attraverso azioni delittuose e sostenuta da una radicalizzazione dei contenuti sovversivi della produzione editoriale di propaganda, che si manifesta mediante la stampa di volantini, documenti, e periodici alternativi, a circolazione interna tra cui la rivista "ANARCHISMO" diretta dal predetto BONANNO, il giornale "PROVOCAZIONE" a cui collaboravano attivamente anche RUBERTO Paolo, PORCU Pierleone, SCOPPETTA Maria Grazia e GIZZO Antonio, il settimanale "CANENERO" che risulta stampato come supplemento alla rivista "ANARKIVIU", il cui direttore responsabile si identifica in CAVALLERI Costantino, presso l’abitazione del MOREALE Stefano, coredattore unitamente alla SCOPPETTA, al BONANNO, al PASSAMANI Massimo di Rovereto e alla RANERI Rosa Gabriella, e il periodico "GAS - Gruppo Anarchici Spaziali", il cui direttore responsabile è il DI GIOVANNI Severino (in via di identificazione) e la cui distribuzione viene curata dal MANTELLI Guido. Per ciò che attiene la pubblicistica dell’area, bisogna notare che non c’è il ben che minimo accenno al dialogo con le istituzioni, anzi vi si rileva un inasprimento del carattere irriducibilista dell’ideologia che si estrinseca con una pericolosa attività di istigazione e di apologia dei reati strumentali al conseguimento del fine di eversione dell’Ordinamento Costituzionale.

In questo contesto si colloca l’azione propulsiva del BONANNO, tesa a costituire, all’interno della manifesta e più ampia area in esame, una organizzazione rivoluzionaria anarchica oltranzista-insurrezionalista che, per quanto attenuata dall’iniziativa lasciata ai singoli, si pone tuttavia in una inevitabile posizione di contrasto con la dottrina anarchica classica. Si tratta quindi di aggregare, in un livello occulto e compartimentato, tutti quei soggetti i quali, pur continuando una palese attività politica all’interno del movimento antagonista, partecipando a manifestazioni, incontri, dibattiti, contestualmente si organizzano e si strutturano per compiere attività criminose.

Le analogie tra i principi ideologici e le linee organizzativo-programmatiche che sostenevano all’epoca "AZIONE RIVOLUZIONARIA" e le formulazioni del BONANNO, espresse nella relazione pubblicata sul nr. 72 della rivista "ANARCHISMO" del maggio 1993, in seguito ad interventi pubblici effettuati in Grecia nel gennaio 1993, risultano sintomatiche nella teorizzazione dell’organizzazione rivoluzionaria anarchica insurrezionale strutturata in "gruppi di affinità", "nuclei di base" e "coordinamenti", costituiti "da un numero non molto esteso di compagni, legati assieme da una approfondita conoscenza personale". Il campo di azione di tali strutture è costituito dalle lotte di massa che, se pur caratterizzato da un aspetto intermedio e non direttamente ed immediatamente distruttivo, devono tener sempre presente lo scopo finale che resta comunque quello dell’ "attacco" al nemico di base, individuato in ogni singola struttura, individui ed organizzazioni dello Stato e del capitale.

In ciò vi è una coerente, intima pericolosità per l’ordine costituzionale e sociale del nostro Stato, che non può assolutamente venir ulteriormente tollerata.


Si ritiene per questa ragione opportuno evidenziare l’iter investigativo ed esecutivo avviato dal settembre 1994 in seguito all’arresto per rapina aggravata di cinque appartenenti all’area sovversiva di interesse e sollecitato anche da alcuni elementi di fatto (informativa nr. 148/6 di prot.llo del 15.11.1994) accertati nel corso delle indagini successivamente esperite dalla locale Sezione Anticrimine. Nella mattinata del 19 settembre 1994, veniva perpetrata una rapina ai danni dell’istituto di credito Cassa Rurale di Serravalle-Chizzola, frazione di Serravalle di Ala (TN). Nell’immediatezza del reato, l’Arma di Rovereto (TN) traeva in arresto BUDINI Antonio, TESSERI Carlo, STRATIGOPOULOS Christos, WEIR Jean Helen e TZIOUTZIA Evangelia. Tutti gli arrestati erano noti per essere legati all’ideologia anarchica, e in particolare si fa notare come il BUDINI sia stato già implicato in passato nelle indagini di P:G: relative alle bande armate "AZIONE RIVOLUZIONARIA" e "C.O.L.P" e risulti convivente con RICCOBONO Giuseppina, già legata sentimentalmente al noto GEMIGNANI Roberto, latitante in Francia perché appartenente ad "A.R.". il TESSERI sia stato già condannato per una rapina commessa in concorso con FANTAZZINI Horst e CAMPO Orlando, nonché sia stata rinvenuta in una cantina da lui acquistata una impronta papillare del GREGORIAN Garagin. Lo STRATIGOPOULOS sia stato identificato nel corso del processo contro BONANNO e STASI. Infine va notato come la WEIR sia la moglie del predetto BONANNO Alfredo Maria. In data 30.09.1994, il Tribunale di Rovereto, con rito direttissimo, emetteva la sentenza di condanna ad anni 6 di reclusione per TESSERI Carlo, e ad anni 5 di reclusione per BUDINI Antonio, STRATIGOPOULOS Christos, WEIR Jean Helen. La TZIOUTZIA Evangelia veniva assolta e scarcerata.

Codesta Sezione Anticrimine, in relazione al coinvolgimento del TESSERI Carlo, avviava attività di controllo nei confronti di alcune persone con lui in contatto. L’attività di osservazione consentiva di individuare un gruppo di persone collegate alla ex moglie del TESSERI, LO FORTE Cristina, e successivamente identificati in GIZZO Antonio, SASSOSI Emma, intestataria delle "Edizioni Anarchismo", NAMSETCHI Mojdeh, legata sentimentalmente e convivente col TESSERI Carlo, ANDREOZZI Tiziano e GUGLIARA Salvatore.

In particolare, il giorno 10.10.1994 in largo degli Osci, un’autoradio del locale Nucleo Radiomobile procedeva al controllo del GUGLIARA Salvatore, dell’ANDREOZZI Tiziano e del GIZZO Antonio. Durante il controllo all’interno di un borsone asseritamente di proprietà del GUGLIARA Salvatore, veniva rinvenuto materiale esplodente, la fotocopia di un foglio recante le istruzioni per il confezionamento di un ordigno esplosivo ad innesco chimico, materiale documentale ideologico riconducibile all’anarchismo, nonché una agendina telefonica nel cui ultimo foglio era stata disegnata a penna una pianta indicante la caserma "Guido Reni" che ospita la Sezione Volanti della Polizia di Stato della Questura di Roma. Considerate le acquisizioni investigative emerse, accertati i rapporti intercorrenti tra il GUGLIARA Salvatore e le altre persone in esame, tenuto conto della presenza, tra il materiale ideologico, dei volantini di solidarietà per gli anarchici responsabili della rapina di Serravalle Chizzola (TN) nonché del breve periodo di tempo trascorso dalla celebrazione del processo dinanzi al Tribunale di Rovereto (TN), si può ben ipotizzare che fosse in preparazione un attentato dinamitardo ritorsivo contro la Polizia di Stato.

Tenuto conto di quanto precede, la locale Sezione Anticrimine decideva di incrementare la sua attività di controllo dei soggetti fino a quel momento identificati. Fin da subito l’attenzione si è focalizzata sulla NAMSETCHI Mojdhe, legata sentimentalmente col TESSERI Carlo, nata a Teheran il 9.09.1974, e denunciata dalla Polizia Ferroviaria di Roma, unitamente al TESSERI il 16.01.1994, alla Procura presso la Pretura di Orvieto per violazione dell’art. 347 e 465, per aver alterato la data di emissione e di scadenza del biglietto ferroviario.

A differenza degli altri personaggi già citati la NAMSETCHI non sembra essere connessa all’anarchismo. Non ha quindi alcun vincolo ideologico che la saldi agli altri sospettati. Inoltre dopo l’arresto del TESSERI, la sua disponibilità economica è venuta meno poiché, nel contesto delle attività di osservazione in parola, si è potuto accertare che la NAMSETCHI ha iniziato ad intrattenere i clienti di un locale notturno sito in Cerenova (Civitavecchia) dalle 22.00 di sera fino alle 04.00 del mattino. Dalla valutazione di questi elementi il personale di codesta Sezione A.C. ha deciso di avviare contatti con la NAMSETCHI, in vista di una sua possibile collaborazione con gli operatori dell’Arma. L’incarico è stato espletato dal Nucleo Operativo di Civitavecchia ed ha avuto immediato riscontro. Come previsto, la NAMSETCHI ha palesato non avere alcuna propensione per le ideologie anarchiche ed ha ammesso di attraversare un periodo difficile, dichiarandosi disponibile a fornire qualsivoglia contributo alle acquisizioni dell’A.C.. Si apre a questo punto la possibilità di cristallizzare infine tutte le indagini condotte sul conto dell’eversione anarchica negli ultimi dieci/quindici anni, che fino ad ora non avevano dato risultati soddisfacenti in sede penale. Si ritiene doveroso far presente come il legame sentimentale che unisce la NAMSETCHI al TESSERI e la responsabilità del suddetto TESSERI nella rapina di Rovereto che vede sua correa la WEIR Jean, moglie del BONANNO Alfredo, permettono di delineare un quadro di indagini da mettere a profitto. In particolare si delinea la probabilità di agevolmente operare pressione sulla NAMSETCHI, riconosciuta elemento vulnerabile e psichicamente duttile, affinché la predetta deponga su fatti di natura criminale commessi dal TESSERI e da altri anarchici, fra cui il BONANNO. Se la testimonianza a carico non dovesse assumere sufficiente carattere probatorio, si può ipotizzare una chiamata di correità, secondo un metodo già collaudato in altri procedimenti da diverse A.G., assicurando come da consuetudine alla NAMSETCHI l’applicazione del programma di protezione per i collaboratori di Giustizia. Si permette di suggerire l’ambientazione di attività criminali come rapine nella zona di Trento, dove il TESSERI, la WEIR, il BUDINI e lo STRATIGOPOULOS sono già stati condannati per il medesimo reato, elemento questo che costituisce in sé significativo precedente in ambito penale.

Il successivo riconoscimento del tribunale giudicante la legittimità della NAMSETCHI permetterebbe di ipotizzare il reato di banda armata o anche solo di associazione sovversiva per tutti gli anarchici, già identificati come partecipanti del sodalizio criminoso e legati alle ideologie insurrezionaliste del BONANNO, portando come elementi a carico determinanti le dichiarazioni rese dalla NAMSETCHI.


Alla luca di quanto riferito, si ritiene opportuno puntualizzare alcuni aspetti di primaria importanza. Un’associazione si costituisce in quanto più soggetti convengono di recare un contributo in vista di uno scopo comune che si realizza attraverso la consumazione di diversi reati, ritenuti utili sia politicamente, come gli attentati, sia materialmente, per la sopravvivenza del gruppo, come le rapine e i sequestri di persona. Nel caso in esame, lo scopo comune accettato dagli associati è quello dell’attacco allo Stato e al capitale, così come enunciato e propugnato dal BONANNO e dagli altri appartenenti dell’area insurrezionalista. La scelta e la delineazione degli obiettivi da colpire per il raggiungimento dello scopo ultimo, costituiscono una delle multiformi attività di programmazione che, in questo caso, si risolve in un evidente concorso psichico nei singoli attentati dove, al di là delle singole, materiali responsabilità individuali, si ritrovano sia una pluralità di agenti, legati dal vincolo della volontà di cooperare alla commissione del reato, sia l’esecuzione dell’elemento oggettivo del reato da parte di taluno dei concorrenti, sia, infine, il contributo causale alla verificazione del fatto che può avvenire, come nel caso degli attentati ai tralicci, anche nelle forme della determinazione degli obiettivi e dell’istigazione, entrambe presenti nella strategia eversiva enunciata dal BONANNO.

È chiaro che una organizzazione con finalità politiche, una volta ripudiato il metodo democratico e scelto quello della lotta armata, dovrà commettere una serie di reati necessari per la sopravvivenza e l’operatività di una organizzazione armata e segreta. Sono questi presupposti fondamentali già percepiti del BONANNO nella sua analisi del "lavoro del rivoluzionario", pubblicata nel gennaio 1988 sul nr. 59 di "ANARCHISMO", nella quale definiva privo di senso quel progetto rivoluzionario privo dei "mezzi necessari" per renderlo significativo.

In definitiva, per quanto le attività di acquisizione probatoria esperite nel corso di questi anni dai vari organi di P.G. non forniscano oggettivi elementi sufficienti per l’individuazione materiale dei responsabili degli attentati di matrice anarchica, si può presuntivamente ritenere che siano stati commessi da soggetti gravitanti nell’area in esame, con il concorso quanto meno psichico di tutti gli altri appartenenti. Come già accennato in precedenza, per quanto la manifestazione pubblica dell’ideologia insurrezionalista non costituisca in sé un illecito, è possibile ritenerla tuttavia di non comune capacità criminogena, tale quindi da giustificare un procedimento giudiziario nei confronti di tutti i suoi simpatizzanti.

Alla luce di quanto sopra, si reputa di primaria importanza l’espletamento di un lavoro investigativo di prevenzione, da realizzare sull’intero territorio nazionale, finalizzato alla individuazione degli attuali contatti e frequentazioni tra i presunti appartenenti alla struttura organizzativa di interesse ed alla acquisizione degli elementi utili al completamente del quadro probatorio nei confronti degli affiliati. Tutti i soggetti già identificati come legati a vario titolo all’area eversiva in questione potranno così confluire all’interno di codesta indagine investigativa. I risultati di simile attività investigativa dovranno poi concordarsi e intrecciarsi con quelli di varie vicende giudiziarie, episodicamente assoggettate a diverse competenze ma in realtà originate in sostanza dalla stessa realtà ideologica. Tanto più che anche eventuali responsabilità su fatti delittuosi incipienti potranno costituire ulteriore prova delle finalità della organizzazione insurrezionale anarchica in esame e della attribuzione di responsabilità personali per i fatti reato, oggetto delle indagini in via di progressione.

Si reputa urgente e necessario, altresì, al fine di impedire il progredire della progettualità sovversiva in esame, l’intensificazione dell’attività di osservazione e controllo nei centri sociali e nei noti punti di aggregazione sovversiva, ricorrendo ove si ritenga necessario a sollecitazioni diversificate da esercitare su talune persone gravitanti nei predetti luoghi di incontro. È ormai accertato infatti, considerate le acquisizioni investigative fin qui emerse e tenuto conto dell’impunito proseguio, tra l’altro, dell’attività di proselitismo che i predetti continuano a svolgere per conquistare nuovi simpatizzanti, che si tratta di fare il possibile per impedire all’eversione anarchica di portare avanti il proprio ambiguo progetto insurrezionale. È questo il compito che siamo chiamati ad espletare nel prossimo periodo temporale, in armonia con l’A.G. che sarà competente.


Si allega grafico esplicativo dei collegamenti presunti esistenti fra gli associati e delle attività poste in essere dai medesimi.

Accertamenti ed annotazioni a cura del Cap. V. Pagliccia, M.C. A. Costantini, M.C. G.F. Finotti, M.O. F. Brizzi e Brigg. A. Miserendino, M. Sorrenti e E. Guida

Il Ten. Colonnello
Comandante della Sezione
Rosario Narimpietri

 
 

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