[Martedì 8 luglio 2003, volantino]

Sabato 5 luglio, AN organizza a Rovereto un gazebo per invocare la repressione degli anarchici; questo dopo i ripetuti sgomberi delle occupazioni avvenute in città. I compagni che scendono in piazza per protesta si trovano di fronte più di trenta fascisti, per lo più venuti da fuori: saluti romani, celtiche, bastoni e “boia chi molla” è lo spettacolo che ne segue e che da anni non si vedeva a Rovereto. I compagni rimangono in piazza a manifestare la loro opposizione e poi partono in un piccolo corteo.

Lunedì 7 luglio, un gruppo di anarchici volantina in città sulla questione della casa e degli spazi sociali, contro gli sgomberi e contro la speculazione immobiliare. A un certo punto passa il capogruppo di AN Pappolla. Un compagno (uno e non sette, come vergognosamente affermano costui e i giornali) lo avvicina insultandolo per i nazisti veronesi che il suo partito ha chiamato sabato. Pappolla alza per primo le mani, e riceve un pugno in faccia. Tutto qui. Altro che sette contro uno e pestaggi a terra!

Questi i fatti, completamente falsificati dai media. Il coro politico di condanna è unanime, da AN a Rifondazione “comunista”. Gli squadristi diventano…gli anarchici. Non uno che dica qualcosa sul presidio fascista di sabato. Tutti condannano la “violenza”. Ma quale?

Non è violenza pretendere, come ha fatto qualche mese fa Pappolla, che il centro storico venga chiuso la sera agli immigrati (il che significa: con i manganelli della polizia)? Non è violenza rinchiudere gli immigrati nei lager per il semplice fatto che non hanno i documenti? Non è violenza quella dei rastrellamenti, delle retate che la legge Bossi-Fini ha rafforzato ed esteso?

Il fascista Pappolla ha avuto un piccolo assaggio di quello che quotidianamente, tra gli applausi del suo partito, gli immigrati subiscono in tutte le questure e le caserme d’Italia.

La violenza fascista usa sia la legalità, sia lo squadrismo. Da un lato invoca la galera, dall’altro minaccia di inviare i picchiatori (il consigliere provinciale di AN Plotegher dichiara: “Andremo a cercarli uno per uno”). In altre città le carogne fasciste hanno già ammazzato un compagno. Di fronte agli attacchi padronali alle condizioni generali di vita (salari, sanità, pensioni, ecc.), la violenza del potere si fa sempre più esplicita. Non si può più mascherare: si tratta di combatterla o di subirla.

Per ascoltare qualcosa su ciò che accade in città che non sia falsificato dai giornali. Per dire “no pasaran” ai fascisti e ai razzisti, vi invitiamo a un

PRESIDIO A ROVERETO, IN LARGO POSTA - SABATO 12 LUGLIO a partire dalle ORE 18,00


Ci saranno degli interventi e poi microfono libero in piazza. Il vero confronto non passa attraverso i giornali.

alcuni anarchici

[Giovedì 10 luglio 2003, testo diffuso in rete, su diversi siti]

Sabato 12 luglio organizziamo a Rovereto un presidio contro ogni fascismo e contro ogni razzismo. Tenuto conto del clima di linciaggio mediatico e politico che si respira in città, invitiamo i compagni da fuori a partecipare numerosi. Cerchiamo di riassumere un po’ la situazione.

Dopo varie occupazioni conclusesi con degli sgomberi nei mesi precedenti, il 9 giugno una cinquantina di persone rioccupa uno stabile vuoto da tempo. Nel rifiuto di ogni trattativa con le autorità e di ogni rapporto con i mass media, l’occupazione dura quasi un mese (finora la più lunga). Quotidiane sono le iniziative all’insegna della gratuità (cene, concerti, proiezioni) e contro ogni gerarchia. Come “appuntamenti segreti fra le generazioni”, vengono organizzati due incontri, uno sui Consigli operai e un altro sull’esperienza degli Arditi del popolo e sulla resistenza sconosciuta. Oltre alle discussioni quotidiane su vari temi, si svolge un dibattito sulla devastazione ambientale alla luce dei vari progetti di nocività che coinvolgeranno le vallate circostanti (autostrade, alta capacità ferroviaria, inceneritore, impianti di risalita). La partecipazione è buona. Quasi tutti i giorni usciamo in città con attacchinaggi e scritte, affrontando soprattutto la questione della casa e della speculazione immobiliare, ma anche quella degli spazi collettivi, del controllo urbanistico e sociale. Ignoti rovesciano della spazzatura nell’atrio del municipio come contributo in merito alle menzogne giornalistiche sugli occupanti che insozzano i… giardini pubblici. Dopo quasi un mese, appunto, lo sgombero per ordine pubblico (in assenza, cioè, della querela da parte del proprietario dello stabile). I compagni sono preparati all’evenienza, quindi più di cento celerini – soprattutto di Padova – arrivano per sgomberare uno stabile… vuoto: i compagni sono già usciti, per occupare un altro spazio la sera stessa. Questa volta, nel giro di mezz’ora gli sbirri sono pronti per sgomberare, mobilitando tutte le forze disponibili (polizia, carabinieri, vigili urbani, guardia di finanza, vigili del fuoco). Gli anarchici decidono allora di uscire e andarsene, con otto volanti che tentano di fermare una decina di compagni senza riuscirci… i giornali dovranno inventarsi le versioni più inverosimili.

AN e Forza Italia annunciano un presidio davanti al Bocciodromo occupato per pretenderne lo sgombero. Nonostante la polizia abbia già svolto l’infame compito, AN decide di fare un presidio in città per invocare la repressione degli anarchici e denunciare la “mancanza di fermezza” da parte della giunta di centro-sinistra. Una quindicina di compagni scendono in piazza per opporsi e si trovano di fronte in qualche istante più di trenta fascisti, tra cui vari del Veneto Fronte Skinead, con tanto di bastoni, celtiche, saluti romani e “boia chi molla”: uno spettacolo che a Rovereto non si vedeva da anni. I compagni rimangono in piazza finché possono, poi partono in mini-corteo tracciando scritte sui muri in ricordo di Dax e contro i fascisti. Non una parola da parte degli antifascisti roveretani. Mentre riportano le foto di bastoni e saluti romani, i giornalisti continuano a parlare genericamente di “giovani di destra”, oppure giocano la carta sporca degli opposti estremismi (anche mesi prima, dopo varie scritte razziste a Trento, avevano riportato come pericoloso precedente gli attacchi… alle sedi della lega e di AN).

Mentre ignoti sfasciano le vetrine di alcune agenzie immobiliari e incendiano il portone dell’anagrafe, un gruppo di anarchici lunedì scorso volantina in città sulla questione delle case e degli spazi sociali, contro gli sgomberi e la speculazione immobiliare. Al megafono e sui manifesti si spiega cos’è accaduto sabato in piazza. Ad un certo punto passa il capogruppo di AN Pappolla. Un compagno lo avvicina insultandolo per i nazisti veronesi che il suo partito ha chiamato sabato. Il fascista alza le mani per primo e si becca un pugno in faccia. Per i giornali, imbeccati da costui, si è trattato di un pestaggio di sette contro uno, con il fascista preso a calci mentre era già a terra. Foto, ambulanza, lettino d’ospedale, giornalisti accolti in casa sdraiato a letto… il consigliere inscena un patetico spettacolo. Il risultato è un clima di linciaggio. Il portavoce dei Disobbedienti e consigliere comunale di Rifondazione “comunista”, Donatello Baldo, si reca al pronto soccorso per esprimere la sua solidarietà al fascista e definisce “squadristica” l’azione… dei compagni. I “Comunisti” italiani invocano la galera. Vi lasciamo immaginare le posizioni della sinistra più moderata e quelle della destra (il consigliere provinciale di AN dichiara: “Andremo a prenderli uno per uno”). Per il quotidiano locale di centrosinistra i compagni in città sono “una squadraccia che volantina”. L’Unione dei commercianti pretende il pugno di ferro. Il commissario minaccia di massacrarci in piazza e si becca un comizio volante contro di lui, contro la repressione, contro i documenti, comizio piuttosto apprezzato da alcuni immigrati. Il questore di Trento promette arresti e fogli di via, ed annuncia l’arrivo di squadre speciali anticrimine da Napoli. Gli sbirri non hanno mai avuto le mani così libere. Intanto, ignoti bruciano tre auto della Telecom lasciando, a detta dei giornali, un breve volantino contro il capitale e le multinazionali.

Nessun lamento. Quando per anni si critica radicalmente il potere e tutti i suoi servi, il vecchio mondo fa quadrato per difendersi. Ciò che è imperdonabile per tutti i politici, non è certo la violenza, di cui lo Stato ha il monopolio, bensì la pratica dell’azione diretta e il rifiuto di ogni dialogo con chi sfrutta ed opprime. Se questo è il crimine, siamo tutti criminali.

Ora per noi è fondamentale parlare in piazza di quello che sta accadendo in città e più in generale degli attacchi alle condizioni di vita di tutti (non ci interessa parlare di noi stessi, bensì difendere idee e pratiche), anche per capire dove finisce l’isolamento politico-mediatico e dove comincia quello sociale. Vorremmo insistere soprattutto sulla lotta al razzismo e sulla solidarietà con gli immigrati. AN ha già annunciato una contro-manifestazione e i fascistelli locali si fregiano di chiamare i loro camerati del Veneto Fronte Skinead, di Bergamo e di altre città.

Nessuno ci deve togliere la possibilità di parlare.

alcuni anarchici roveretani

PRESIDIO CONTRO OGNI FASCISMO E OGNI RAZZISMO A ROVERETO, SABATO 12 LUGLIO, LARGO POSTA - ORE 18

LA SOLIDARIETÀ È UN’ARMA

[Venerdì 11 luglio 2003, volantino diffuso in seguito al divieto di manifestare in piazza]

SIAMO TUTTI COINVOLTI

Il questore di Trento ha vietato il presidio contro ogni fascismo e razzismo che avevamo organizzato per sabato 12 luglio qui a Rovereto, in largo Posta, alle ore 18. In base a due articoli fascisti, uno del 1931 e l'altro del 1940, la polizia tappa la bocca agli anarchici e autorizza la contromanifestazione di AN.

AN ha portato in piazza sabato scorso gli squadristi di Forza Nuova e del Veneto Fronte Skinhead - con tanto di bastoni, saluti romani e "boia chi molla" - per invocare la repressione degli anarchici, già sgomberati dal Bocciodromo occupato. Nessuno ha avuto una parola da ridire. Lunedì scorso, un consigliere di AN ha preso un pugno in faccia da un compagno. Ora il clima è quello di un linciaggio mediatico e politico totale verso gli anarchici. La mistificazione è alle stelle. AN invita a parlare a Rovereto - è successo qualche mese fa ­ il generale golpista e stragista Amos Spiazzi; Pappolla chiede la chiusura del centro storico la sera agli immigrati, mentre a livello nazionale il suo partito promulga una legge da Ventennio contro gli stranieri senza documenti; sabato arrivano i nazisti veronesi in piazza, ma gli "squadristi" sono... gli anarchici. Sono giorni che i mass media e tutti i partiti cercano di insozzare anni e anni di attività e lotte antiautoritarie con le peggiori calunnie. Decidiamo ancora una volta di parlare e di confrontarci nella pubblica piazza, ma ci viene vietato. Non vi lasciate ingannare: è proprio questo ciò che chiamano democrazia.

Evidentemente molti non condividono le nostre idee e le nostre pratiche. Ma il punto non è questo. Se qualcuno non approva che si occupino gli spazi, lasciati vuoti da anni, contro la speculazione immobiliare, trovi un altro modo di opporsi al racket di affitti sempre più esorbitanti. Se qualcuno non condivide il pugno in faccia al fascista Pappolla, trovi il modo perché i saluti romani in piazza non si vedano mai più. Troppo comodo scaricare le proprie responsabilità. L¹indifferenza e la rassegnazione non sono un'alternativa: sono semplicemente ciò che già esiste. Il punto non sono gli anarchici. Il punto è la libertà di tutti. La libertà di difendere le nostre idee la affermeremo sempre, perché le nostre idee non sono generiche "opinioni politiche" (anche il fascismo diventa, in questo giochetto, una semplice opinione...), bensì la nostra vita.

Invitiamo chi vuole incontrarsi e discutere di quanto sta accadendo in città e non accetta il divieto di parlare in piazza a venire allo spazio anarchico di via Bezzi 36 a Rovereto, sabato 12 luglio alle ore 16.30.

Anarchici

[Domenica 13 luglio 2003]

Vista la presenza di centinaia di celerini, che hanno militarizzato la città per tutta la giornata di sabato (pronti al massacro grazie anche al clima creato dai giornalisti) una settantina di anarchici hanno improvvisato un presidio non autorizzato in largo Posta verso le 9 di sera, con musica, interventi al microfono e volantinaggio. Gli spazi si prendono come e quando si vuole!

UN MESE PIUTTOSTO MOVIMENTATO - Da "Adesso - Foglio di critica sociale" - Rovereto, 10 agosto 2003 - Numero 16

 
 

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