ELENCO TEMATICO
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VITA CARCERATA
**Os Cangaceiros, *Un crimine chiamato libertà*** (NN / l'arrembaggio, 2003)
Teoria e pratica di una lotta contro le prigioni condotta in Francia nella seconda metà degli anni '80. Un contributo alla lotta contro la società carceraria, resa oggi ancora più invivibile dall'introduzione delle nuove tecnologie che hanno permesso un inimmaginabile balzo in avanti al controllo sociale. La sicurezza dentro le galere comincia con la sicurezza all'esterno delle mura. Il che spiega il numero impressionante di telecamere onnipresenti agli angoli delle nostre città (e fin dentro autobus e treni), i percorsi obbligati cui siamo costretti per i nostri spostamenti, i rilevatori magnetici che ci ispezionano all'uscita dei negozi, i codici di riconoscimento che sostituiscono la nostra individualità, gli innumerevoli divieti che bisogna rispettare nonché la variegata folla di guardiani preposti a salvaguardia di questo mondo. Grazie ai nuovi tesserini di identità, non dovremo nemmeno più essere arrestati per fornire le nostre impronte digitali. Essendo tutti potenziali criminali, veniamo già trattati come tali. Passo dopo passo, è l'intera società ad essere diventata una enorme prigione a cielo aperto da cui è impossibile evadere. Ecco perché non si può concepire una efficace lotta contro l'istituzione carceraria senza attaccare in tutti i suoi aspetti la società che la ospita. (Pag. 80, Euro 4,00)
Acrata -* 415
*Squadernare la scuola (1995)
Il passaggio dall’educazione alla formazione: la massa di nozioni di cui un tempo gli studenti venivano irrorati diminuisce o, per dir meglio, si sclerotizza e specializza. Quello che gli “istruttori” ormai sono obbligati a fare è tentare di costruire un nuovo soggetto: il cretino sociale acculturato ed educato a vivere con altri cretini. (Euro 4,20)
***Varsavia brucia*?** (1994)
Per il superamento del ghetto: analisi critica dei centri sociali. (Euro 3,10)
**S.P.K., *Fare della malattia un'arma*** (Banalità di base) [1971]
Il Sozialistisches Patientenkollektiv (Collettivo socialista dei pazienti dell'università) nasce nella clinica psichiatrica di Hiedelberg, un'esperienza di autogestione della cura che coinvolse più di 500 pazienti in condizioni difficilissime tra l'ottobre 1970 e l'agosto '71. Gli inizi furono riformisti, l'aspirazione al riconoscimento come struttura interna all'università fu sempre presente. Ma "il far prevalere i desideri dei disgraziati utenti della psichiatria e farlo con virtuale abolizione delle funzioni medico-paziente, era veramente troppo" e l'esperienza si concluse con una liquidazione poliziesca. L'S.P.K. mise a punto un'interessante riformulazione dei concetti di malattia intesa come segno di rottura con il sistema che la provoca, attraverso la quale acquisire "identità politica", e di sintomo visto come segno dell'inibizione della protesta. (Euro 2,60)
RIVOLTE E INSURREZIONI
«Ricordati che la rivoluzione è sempre per tre quarti fantasia e per un quarto realtà … La vita, amico mio, è sempre più complessa di una dottrina»
I giorni del rifiuto. Documenti e riflessioni dal movimento anti-Cpe (Tempo di ora, 2006)
Cronologia e testi su un’ondata di rivolte a due passi da noi. “Se si verificasse un collegamento tra studenti e banlieus, tutto sarebbe possibile. Compresa un'esplosione generalizzata e una spaventosa fine di legislatura." [Da una dichiarazione del ministro degli Interni francese Nicolas Sarkozy del 12 marzo 2006]. "Qui ormai sommosse tutte le sere" [Scritta murale a Parigi, primavera 2006]
(pp. 112, Euro 5,00 - Ai distributori sconto 40% per 5 o più copie)
Fuoco alle polveri . Guerra e guerriglia sociale in Iraq (Edizioni NN-Porfido, 2004)
Iraq, 1991. Dopo i bombardamenti della Coalizione occidentale, una gigantesca insurrezione sconosciuta esplode contro la guerra e contro il regime di Saddam Hussein. Il dittatore e i suoi boia, armati e sostenuti dai capitalisti del mondo intero, soffocano nel sangue la sommossa.
Iraq, 2003... Dopo dodici anni di embargo e nuovi bombardamenti, la classe pericolosa riprende il suo cammino di rivolta, lanciandosi in una guerriglia sociale che sta facendo saltare tutti i conti alle truppe del capitale. Stretta fra la peste dei massacri democratici e il colera del racket islamista, la rivolta irachena attende di incendiare gli animi intorpiditi dei suoi fratelli d’Occidente.
Tra patriottismo ributtante e pacifismo avvilente, questo libretto è un piccolo contributo per dar fuoco alle polveri.
“I proletari iracheni ci stanno dando un esempio di indomita combattività, così come negli ultimi tempi lo stanno dando gli sfruttati argentini, boliviani, algerini, palestinesi, coreani, eccetera. L’orizzonte di tutte queste generose battaglie è inevitabilmente legato a quello delle lotte che sapranno costruire gli sfruttati dell’Europa e soprattutto degli Stati Uniti. Finché, infatti, esse resteranno isolate non potranno che rifluire in vicoli ciechi nazionalisti, religiosi o democratici, oppure essere stroncati da una repressione di cui al più l’opinione pubblica occidentale leggerà un trafiletto sui quotidiani. Qui risiede il cuore pulsante dell’Economia e del suo apparato bellico che consente lo sfruttamento delle risorse e la repressione delle regioni non disposte alla “pacificazione”. Oggi più che mai, la rivoluzione sociale sarà mondiale o non sarà, non per astratto umanitarismo, ma per la dimensione planetaria raggiunta dall’accumulazione capitalista e dunque dalla guerra sociale foriera della sua distruzione. La logica della guerra, con la sua violenza indiscriminata e dunque terrorista, espone le popolazioni dei governi guerrafondai a terribili rappresaglie (come le bombe di Madrid insegnano). Non si tratta più di uno spettacolo televisivo. C’è un solo modo per uscire da questa spirale di morte: dimostrare nella pratica che gli sfruttati occidentali non sono alleati dei propri padroni, bensì complici dei propri fratelli iracheni che i bombardamenti e la repressione non sono riusciti a domare. La situazione irachena dimostra che il capitalismo gronda sangue, ma che non è invincibile. Ecco una lezione da cogliere nella lotta contro i nemici di casa nostra. Lasciamo ai nazionalisti le lacrime di circostanza per la vita dei mercenari italiani al soldo dei capitalisti, lacrime mai versate per tutti i morti iracheni. Lasciamo agli ipocriti il pacifismo di facciata che invoca l’Onu, cioè uno dei principali responsabili del massacro iracheno. Lasciamo ai tardostalinisti il richiamo alle lotte di liberazione nazionale, da sempre menzogna dei padroni in ascesa e strumento di una nuova oppressione. Quella in corso a Baghdad, a Bassora o a Nassiriya ha forme e linguaggi diversi nonché grandi ostacoli, ma un vecchio nome: lotta di classe.” (pp. 88, Euro 4.00)
***Detour, la canaglia a Genova* (2003)**
Ovvero come accadde che a Genova, venerdì 20 luglio 2001, un'imprevedibile deriva abbia trasformato una farsa annunciata in sommossa reale. Fare un film ad oltre due anni di distanza da quegli avvenimenti non ci sembra inattuale perché la rivolta che caratterizzato i "fatti di Genova" ha toccato il cuore di una critica che vuole essere radicale: la forma della città, il suo ruolo nel sistema di dominio attuale e l'uso che se ne può fare contro questo stesso sistema. La deriva è una forma di rivolta nell'uso dello spazio e del tempo della città, che mette in gioco la ricerca di nuove forme di vita quotidiana, tanto più pericolosa quando viene praticata collettivamente com'è successo a Genova. La trappola dell'organizzazione militante di contro-vertici internazionali, che paralizzano lo spirito di rivolta in una strategia di impasse politica e di scontro militare (pensiamo solo a quanto successo recentemente a Salonicco), non è ancora stata elusa, nonostante le buone intenzioni. Parlare di Genova, di quella deriva di rivoltosi che ha aperto una falla non solo nel dominio, ma anche nel sistema della militanza, non smette allora di essere attuale. (Opuscolo 52 pp: Euro 2,00 - Film 90 min. su Dvd: Euro 5,00).
Spagna '36*
Un “incontrolado” della Colonna di ferro,*Protesta davanti ai libertari del presente e del futuro sulle capitolazioni del 1937 (Banalità di base)
La denuncia di un anonimo miliziano delle principali cause di sconfitta della rivoluzione spagnola: la costante azione controrivoluzionaria degli stalinisti, le concessioni verso il governo dei responsabili della CNT-FAI dal luglio 1936 al marzo 1937, la militarizzazione forzata delle milizie. Il più bel testo lasciatoci dalla rivoluzione spagnola. (Euro 1,60)
**Vernon Richards, *Insegnamenti della rivoluzione spagnola*** (V. Vallera, 1974) [1953]
Una critica libertaria agli anarchici e il loro ruolo nei fatti del ‘36-‘39. (Euro 7,80)
**Gianfranco Dellacasa, *Rivoluzione e fronte popolare in Spagna ‘36-‘39*** (Banalità di base, 2000) [1973]
«La mistificazione sulla rivoluzione spagnola è stata operata così bene da tutti (ma soprattutto dalla sinistra), che è stata trasformata in prologo della seconda guerra mondiale, lotta per la democrazia ecc., tutto, insomma, meno quello che è stata effettivamente: una rivoluzione». (Euro 5,20)
**S. Deneuve – C. Reeve, *Al di là dei passamontagna del Sud-Est messicano***
Albania: laboratorio della sovversione
Vedi il catalogo delle Edizioni NN
**Jaime Semprun, *Apologia per l'insurrezione algerina*** (Acrati, 2002) [2001]
Parlando degli spagnoli, Quevedo ha detto che "non seppero essere degli storici, ma lo meritavano". Tale affermazione ha mantenuto intatta la propria verità a partire dalla rivoluzione del 1936: la sua storia è stata scritta da altri. E' troppo presto per scrivere quella dell'insurrezione iniziata nella primavera del 2001 in Algeria, ma non è troppo tardi per difenderla; vale a dire per prendersela con l'ottusa indifferenza, tronfia d'incoscienza storica, di cui essa è stata oggetto. Per spiegare la grandezza e la portata di questa sollevazione, basterà riferire gli atti degli insorti e citarne le dichiarazioni. Confortati secondo il loro significato più universale e vero i fatti disegnano da sé un quadro da cui emerge una terrificante moralità: la dignità, l'intelligenza e il coraggio degli insorti algerini gravano sull'abiezione in cui sopravvivono gli abitanti dei paesi moderni, così come sulla loro apatia, le loro meschine inquietudini e le loro sordide speranze. (Euro 3,00)
CLASSICI ANTIAUTORITARI
«Chi si disinteressa delle passate esperienze rivoluzionarie è solo chi ritiene che la rivoluzione non sia più da compiere. Cioè chi non l'ha mai ritenuta necessaria perché si trova bene in questo mondo, oppure pensa di averla già fatta, la sola rivoluzione possibile, “quella dentro la testa”, quella delle “piccole cose quotidiane”, e via via con tutte le scempiaggini che servono da alibi a chi attende, stanco e deluso, che la morte ponga fine alla propria esistenza. (…) Non si tratta di scegliere fra il vecchio e il nuovo, fra l’ideologia e l’antideologia, fra la storia e la fine della storia, ma fra l’esistente e ciò che può sconvolgerlo».
**Victor Rudin, *Max Stirner: un refrattario*** (Arkiviu T. Serra)
È la ristampa di un "classico" degli studi interpretativi sul sempre interessante ed attuale Max Stirner, autore tra l'altro dell'intramontabile opera L'unico e la sua proprietà. Rudin, sindacalista rivoluzionario attivo nei primi anni del nostro secolo, pur dandoci una interpretazione "sindacalista" dell'opera fondamentale del filosofo tedesco, la snocciola comunque passo per passo, cogliendone gli aspetti determinanti e rilevando le varie faziosità che spesso e volentieri hanno dato dell'Unico una interpretazione a dir poco travisata. Un'opera propedeutica ad un testo filosofico ed anarchico il cui interesse sembra non tramontare mai. (Euro 3,65)
**Emma Goldman, *Amore emancipazione*** (La Fiaccola)
Tre saggi (Il voto alle donne, La tratta delle bianche e Amore e matrimonio) pubblicati per la prima volta all'inizio del secolo scorso a New York. Da queste pagine esce un vivace spaccato della società americana dell'epoca, spietamente vivisezionata nelle sue meschinità, nelle sue ipocrisie, nelle sue bassezze.
**Errico Malatesta, *Scritti antimilitaristi*** (Segno libero)
(Euro 6,00) [Vai alla recensione - Anarchismo, numero 40, 1983]
**Joseph Déjacque, L’umanisfera: *utopia anarchica*** (Centrolibri, 1982) [1857]
«Questo libro non è affatto uno scritto, è un atto. Non è stato abbozzato dalla mano guantata di un fantasioso; è stato composto col cuore e con la logica, col sangue e con la febbre. È un grido d’insurrezione, un colpo di campana a martello suonata col martello dell’idea all’orecchio delle passioni popolari. È, ancora, un canto di vittoria, una salva trionfale, la proclamazione della sovranità individuale, l’assunzione dell’universale libertà». (Euro 3,00)
**Luigi Galleani, Contro la guerra, contro la pace, *per la rivoluzione sociale*** (Centrolibri, 1983) [1914-15]
Lucidità e tempestività caratterizzano questi testi. Non solo nell’analisi a caldo della situazione politica, sociale ed economica, ma anche nel cogliere gli errori e sbandamenti nel campo socialista e libertario nel momento stesso in cui si presentavano, come è magistralmente esemplificato dalle argomentazioni con le quali replica alle dichiarazioni belliciste di Kropotkin. (Euro 3,00)
TIPI IN GAMBA*
Os Cangaceiros, *Un crimine chiamato libertà (NN / l'arrembaggio, 2003)
Teoria e pratica di una lotta contro le prigioni condotta in Francia nella seconda metà degli anni '80. Un contributo alla lotta contro la società carceraria, resa oggi ancora più invivibile dall'introduzione delle nuove tecnologie che hanno permesso un inimmaginabile balzo in avanti al controllo sociale. La sicurezza dentro le galere comincia con la sicurezza all'esterno delle mura. Il che spiega il numero impressionante di telecamere onnipresenti agli angoli delle nostre città (e fin dentro autobus e treni), i percorsi obbligati cui siamo costretti per i nostri spostamenti, i rilevatori magnetici che ci ispezionano all'uscita dei negozi, i codici di riconoscimento che sostituiscono la nostra individualità, gli innumerevoli divieti che bisogna rispettare nonché la variegata folla di guardiani preposti a salvaguardia di questo mondo. Grazie ai nuovi tesserini di identità, non dovremo nemmeno più essere arrestati per fornire le nostre impronte digitali. Essendo tutti potenziali criminali, veniamo già trattati come tali. Passo dopo passo, è l'intera società ad essere diventata una enorme prigione a cielo aperto da cui è impossibile evadere. Ecco perché non si può concepire una efficace lotta contro l'istituzione carceraria senza attaccare in tutti i suoi aspetti la società che la ospita. (Pag. 80, Euro 4,00)
I primordi della***“propaganda col fatto”*: *dal processo agli anachici di Lione all'attentato di Charles Gallo alla Borsa di Parigi 1880-1890***
Il testo - estratto dal volume Faccia a faccia col nemico, di L. Galleani (1914) - ricostruisce alcuni momenti della lotta di classe in Francia, a Lione e zone limitrofe, sul finire del secolo scorso. La ricostruzione avviene tramite le cronache di alcuni processi che videro alla sbarra semplici proletari ed una miriade di militanti anarchici, che negli avvenimenti narrati ebbero un ruolo di primo piano. Si tratta di militanti conosciutissimi (come ad esempio Kropotkin) o di militanti che troppo in fretta la memoria degli anarchici ha cancellato, pur avendo essi segnato un'epoca della storia dell'anarchismo e della lotta di classe in generale.
L'intervento degli anarchici nelle lotte fu radicale: il loro atteggiamento fu di aperta sfida alle istituzioni ed ai suoi uomini-strumenti tanto che l'attentato di Charles Gallo alla Borsa di Parigi segna l'inizio dell'epoca definita della "propaganda col fatto".
L'importanza del testo è intuibile: gli atteggiamenti, i ragionamenti, i metodi posti in essere allora da decine di compagni, furono in certo qual modo censurati dal grosso del movimento, tanto che sono stati in pratica taciuti da quasi tutti gli storici, fino ad oggi.
In realtà dalle dichiarazioni fatte dagli anarchici, emergono con forza elementi di un dibattito attualissimo, concernente non tanto i "principi fondamentali dell’anarchismo", quanto le ragioni di scelte operative diverse e, se si vuole, contrapposte a quelle che sul piano organizzativo e metodologico hanno invece operato la gran parte dei militanti. (Euro 5,15)
**La *“propaganda col fatto”***... E venne l'epoca di Ravachol. Gli attentati di Ravachol e dei suoi vendicatori 1891-1894
In tutta la storia dell'anarchismo non vi è stato compagno più incompreso e vilipeso di Ravachol. Fatto è che l'anarchico francese, con le sue azioni e rivendicazioni, sconvolse il buon operare della stragrande maggioranza del movimento anarchico, che intraprese definitivamente la metodologia conseguente alla logica del missionario. Espropriatore (criminale, secondo i canoni della legge), Ravachol ed i suoi compagni - che lo vendicarono dopo essere stato ghigliottinato - terrorizzarono le forze dell'ordine e la borghesia francese, parigina in particolare, nei primi anni dell'ultimo decennio dell’Ottocento. Ravachol inaugurò - con i suoi attentati dinamitardi che distrussero le abitazioni di due giudici colpevoli di avere condannato alcuni anarchici brutalizzati dalla polizia in seguito al loro arresto, avvenuto per uno scontro tra manifestanti e militari - l'epoca della propaganda col fatto, cioè la metodologia dell'attacco diretto, individuale e di gruppi, contro uomini e strutture del capitale e dello Stato, quale valida risposta al terrorismo del potere costituito. Il testo ripropone all'attenzione dei lettori, a mezzo delle cronache dei diversi processi a carico di Ravachol e dei suoi vendicatori, personaggi ed avvenimenti maledetti, banditi dalla storia dell’anarchismo e della rivoluzione sociale, censurati dai medesimi compagni ai quali purtuttavia l'anarchico francese immolò la propria esistenza. (Euro 5,70)
**La “propaganda col fatto”. Vaillant, Henry, Caserio***: gli attentati alla Camera dei Deputati, al Caffè Terminus e al Presidente della Repubblica, Carnot 1893-1894</strong>
Con Vaillant, Henry e Sante Caserio la cosiddetta epoca della propaganda col fatto assume piena valenza anche sul piano analitico-teoretico. I tre compagni, infatti, non possono essere oggetto di critica sul piano morale: contrariamente a Ravachol, a Pini e a Duval, per esempio, non sono ladri per cui non si può ad essi addebitare che abbiano rivendicato come anarchiche le loro azioni semplicemente per dare un pretesto di natura politica ai loro malaffari. Inoltre, un'analisi lucida e spietata dell'ordine del capitale-Stato coglie in fallo i presupposti della critica avanzata a discredito dell'azione diretta contro uomini e strutture del potere costituito. L'azione diretta, la violenza dello sfruttato, la dignitosa presa di posizione dei rivoluzionari anarchici contro tutto ciò che limita, impone, incatena si levano fiere sul gregge dei delusi, sulla passività delle masse proletarie, sui calcoli dei rivoluzionari da salotto impegnati a comporre le proprie bibbie e a stabilire se i tempi siano maturi per l'avventura insurrezionale.
Contro ogni attendismo delle plebi, si levano le mani di Vaillant, il freddo calcolo dell'attacco a tutta la borghesia di Emile Henry, il pugnale fermo e sicuro del mugnaio piemontese esiliato nella Francia repubblicana per vendere le sue braccia alla patria della libertà tradita, e colpisce al cuore il massimo simbolo dell'abbrutimento dello Stato e del capitale: il presidente della repubblica Sadi Carnot. Non vi è trono che non barcolli, in Europa, sulla fine dell’Ottocento, così come ogni borghese è terrorizzato dall'insicurezza di trovarsi in casa, all'angolo della strada, nelle proprie sontuose tane un anarchico deciso a farlo fuori con la dinamite, o il pugnale, o la pistola. Fatto questo che toglie ogni valenza alle critiche ed ai moralismi che in campo anarchico, come in tutti gli altri, vengono avanzati a scapito dei "propagandisti" con i fatti. Questo testo racchiude le cronache giudiziarie sui tre anarchici, esplicando i motivi dei loro attentati, le ragioni politiche di fondo del loro agire, la meravigliosa presa di posizione - di piena rivendicazione dei loro atti - anche di fronte alla ghigliottina che la madre delle libertà del capitaleStato omaggia a quanti pretendono viversi la propria esistenza senza limiti né imposizioni. (Euro 5,70)
Clément Duval, Memorie autobiografiche. Dalla rivolta contro la proprietà all'evasione da Cayenne (4 voll.)
Ancora un anarchico francese, ancora un compagno che la scelta di viversi una esistenza oltre i limiti imposti dal sistema sociale del capitale-Stato ha fatto gridare allo "scandalo" un bel po' di rivoluzionari da salotto. Stavolta però si tratta di un compagno scampato alla ghigliottina di quell'ordine costituito che in tanti a parole affermano di voler distruggere, ma in pochi poi si adoperano per davvero a seppellirlo sotto le macerie di una umanità ferita ma non integrata. Il fatto che Duval sia sopravissuto, non solo scampando alla ghigliottina, ma addirittura scappando dalla kayenna francese in cui la repubblica lo aveva deportato a vita, assume valenza assoluta nell'ambito di un discorso relativo ai metodi di lotta, ai mezzi ed alla stessa organizzazione che il movimento anarchico si è dato ieri e vuole darsi oggi. Nell'Autobiografia, infatti, vengono esplicate le ragioni della sua scelta di essere ladro in una società che crea gli emarginati, gli esclusi, i nullatenenti; e tali ragioni si ergono a fare giustizia dell'opinione di quanti vorrebbero rivoluzionare il mondo - in nome di una giustizia sociale e della piena libertà per tutti gli individui - ma nella pratica accettano le condizioni di lotta ineguali, gli stessi valori dell'ordine incancrenito del capitale-Stato. Duval e la sua storia stanno in queste ragioni e nell'esperienza di una vita vissuta all'insegna della refrattarietà, del rifiuto di ogni adattamento ad una condizione determinata da estranei. (Euro 6,20 cad.)
Fioravante Meniconi (a cura), La strage del Diana (Milano, 23 marzo 1921)
Questo libro, realizzato da un compagno del "Comitato anarchico pro vittime politiche", attraverso la cronaca del processo agli anarchici arrestati, ricostruisce la vicenda. (Euro 6,20)
**Un "Copain", *Ricordi su Jules Bonnot e il suo gruppo*** (Arkiviu-Bibrioteka T. Serra, 2002)
Pubblicati per la prima volta in italiano nel 1913, ad un anno di distanza dalla morte di Jules Bonnot e dei suoi compagni Dubois, Valet e Garnier, questi "Ricordi" (mai riedtati fino ad oggi) sono stati scritti anonimamente da uno dei copains del gruppo. La prima edizione è stata "autenticata" da Paolo Valera, in ogni caso l'autore dimostra di conoscere (e partecipare) la tensione che ha animato il gruppo e in particolare la tensione ed il pensiero di Jules Bonnot. (Euro 5,00)
**Armando Borghi, *Errico Malatesta in 60 anni di lotte anarchiche*** (Samizdat, 1993) [1933]
Ristampa di questa biografia, il cui reprint delle edizioni Anarchismo era esaurita da tempo. «Seguire la vita di Malatesta è come farsi prendere per mano da lui per esplorare lo sviluppo del socialismo e della rivoluzione in Italia». (Euro 12,00)
**Arthur Lehning, *Bakunin e gli altri*** (Zeroincondotta, 2002)
L'edizione italiana di questo testo [1975] che ricostruisce la vita del rivoluzionario russo attraverso suoi contemporanei che lo hanno conosciuto. Inoltre frammenti di lettere, rapporti di polizia, articoli... Tra le varie testimonianze: A. Herzen, F. Engels, K. Marx, A. Ruge, P.J. Proudhon, E. Reclus, P. Kropotkin, R. Wagner, E. Malatesta. (Euro 16,50)
Severino Di Giovanni*: *il pensiero e l’azione
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PENSARE AL VETRIOLO
**Crisso/Odoteo, *Barbari. L'insorgenza disordinata*** (pag. 72, 2002, € 3,00)
"Chi non parla con me e come me non ha nulla da dire. Chi non agisce con me e come me è malato di impotenza. Chi non vive con me e come me desidera suicidarsi. E' questo l'insegnamento che l'Impero lancia ai suoi sudditi. A diffonderlo sono due suoi emissari, Michael Hardt e Antonio Negri, i quali al di là di blande critiche all'Impero formulate per attirare l'attenzione dei suoi nemici, mostrano di essere totalmente plasmati dai suoi valori, genuflessi davanti alla sua organizzazione, obbedienti alle sue norme, assimilati alla sua tecnologia, usi al suo linguaggio. Ma i barbari sono sordi a simili moniti, le loro orecchie sono sensibili solo alla voce che li chiama all'assalto dell'Impero, alla tabula rasa dell'esistente. La loro furia incute terrore persino in molti nemici dell'Impero, desiderosi sì di vincerlo ma con le buone maniere. Da bravi civilizzati, costoro condividono il dissenso ma non l'odio; comprendono l'indignazione ma non la rabbia; lanciano slogan di protesta ma non urla di guerra; sono pronti a versare saliva ma non sangue. Abituati a consumare i propri giorni nell'attesa di poter cominciare a vivere, i nemici perbene dell'Impero scambiano l'immediatezza barbara per sete di sangue.
E come potrebbe essere diversamente? Essi sono del tutto incapaci di comprendere in favore di cosa si battono i barbari, il cui linguaggio è incomprensibile anche per le loro orecchie. Troppo infantili le loro urla, troppo gratuito il loro ardire. Di fronte ai barbari costoro si sentono impotenti come un adulto alle prese con dei bambini scatenati.
Perché è inutile cercare di insegnare a parlare a chi non ha una lingua. E' inutile spaventarsi di fronte a suoni gutturali e a gesti inconsulti. E' inutile proporre mediazioni a chi vuole l'impossibile."
**Os Cangaceiros, *Un crimine chiamato libertà*** (NN / l'arrembaggio, 2003)
Teoria e pratica di una lotta contro le prigioni condotta in Francia nella seconda metà degli anni '80. Un contributo alla lotta contro la società carceraria, resa oggi ancora più invivibile dall'introduzione delle nuove tecnologie che hanno permesso un inimmaginabile balzo in avanti al controllo sociale. La sicurezza dentro le galere comincia con la sicurezza all'esterno delle mura. Il che spiega il numero impressionante di telecamere onnipresenti agli angoli delle nostre città (e fin dentro autobus e treni), i percorsi obbligati cui siamo costretti per i nostri spostamenti, i rilevatori magnetici che ci ispezionano all'uscita dei negozi, i codici di riconoscimento che sostituiscono la nostra individualità, gli innumerevoli divieti che bisogna rispettare nonché la variegata folla di guardiani preposti a salvaguardia di questo mondo. Grazie ai nuovi tesserini di identità, non dovremo nemmeno più essere arrestati per fornire le nostre impronte digitali. Essendo tutti potenziali criminali, veniamo già trattati come tali. Passo dopo passo, è l'intera società ad essere diventata una enorme prigione a cielo aperto da cui è impossibile evadere. Ecco perché non si può concepire una efficace lotta contro l'istituzione carceraria senza attaccare in tutti i suoi aspetti la società che la ospita. (Pag. 80, Euro 4,00)
**Riccardo d’Este, *Qualcosa*** (Porfido, s.d.) [1994]
Alcune tesi sulla società capitalista neomoderna. (Euro 1,00)
INTERNAZIONALE SITUAZIONISTA
**Jules-François Dupuis (Raoul Vaneigem), *Controstoria del surrealismo***
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Potlach. Bollettino dell'Internazionale lettr***ista 1954** -**5***7</strong> (Nautilus, 1999)
Cos'è il potlach: presso gli indiani dell'America del nord, lo scambio di doni via via più grandi, in una sorta di sfida tra chi dona e chi riceve, all'insegna della profusione e del lusso. Cos'è "Polach": quelli ad essere trasmessi sono i desideri e i problemi posti dall'inizio di una nuova epoca; e il dono di ritornopiù grande è l'affinamento e l'approfondimento a cui ognuno di noi può tendere per rendere questi desideri più ricchi ed appassionanti ancora. Il bollettino è l'organo di informazione dell'Internazionale lettrista, che confluirà nell'I.S. e produrrà nel '59 il trentesimo numero (n. 1 della nuova serie). Ala estremista del movimento lettrista, l'I.L. affonda le sue radici in ambito estetico (la poetica della lettera, il cinema senza immagini, propugnato da Isou fin dal 1946) spingendosi poi verso una critica del comportamento, un urbanismo influenzale, la tecnica dei rapporti e degli ambienti attraverso il libero gioco delle passioni. Tutti quelli che saranno i temi di partenza dell'I.S. verso un cambiamento radicale della società. (Euro 7,80)
In*ternazionale situazionista 1958-69*** (Nautilus, 1994)
La traduzione dal francese dei dodici numeri della rivista. (Euro 19,10) [Vai alla recensione - Canenero, numero 3, 11 novembre 1994]
Raoul Vaneigem***,*** Terrorismo o rivoluzione (Banalità di base, s.d.) [1972]
Prudente o incendiario, il giocatore sovversivo non è mai candidato al martirio. Il grande gioco della sovversione anonima prepara l’apparizione internazionale del “partito” del superamento, in cui l’individuo si coglie alla radice cogliendo la radice del mondo mercantile, diventa il proprio leader contrario a tutti i leader, dà alle sue passioni autentiche – all’amore agli incontri, al gioco all’odio, alla creazione, al sogno – la loro dimensione di realizzazione multidimensionale, il loro alveo nella storia da fare. Già nel maggio ’68, l’occasione accordata dalla storia alla soggettività individuale ha tracciato con nettezza la linea di demarcazione tra i riformisti della sopravvivenza e gli insorti della volontà di vivere. Se pensate che ciò stia per finire, vi sbagliate di grosso… (Euro 2,00)
Della miseria nell’ambiente studentesco (Acrati)
Nel ‘66 all’università di Strasburgo veniva distribuito questo documento frutto della collaborazione degli “arrabbiati” e alcuni membri dell’Internazionale Situazionista: lo scritto ebbe una eco incredibile e venne tradotto e diffuso in migliaia di copie. A trenta anni di distanza, tralasciando qualche concetto superato, continua ad essere tra gli scritti più illuminanti sul ruolo che ricopre l’università nelle società occidentali e con essa quella degli studenti. (Euro 1,50)
Il sito guerrasociale.org non è più attivo da molto tempo. In queste pagine sono stati raccolti e archiviati in maniera pressoché automatica tutti i testi pubblicati. Attenzione: gli indirizzi (caselle postali, spazi occupati, centri di documentazione, email, ecc.) sono quelli riportati nella pubblicazione originale. Non se ne garantisce quindi in nessun modo l'accuratezza.