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ACRATI


"Los Amigos de Ludd" n. 1-2-3-4-5-6-7 (Acrati, 2 euro cad.)

Il primo numero del bollettino è uscito in Spagna nel dicembre 2001 e continua tuttora ad essere pubblicato con una frequenza più o meno semestrale. Nella versione italiana sono pronti i primi due numeri e in preparazione i successivi.

Gli autori intendono stendere un salutare discredito nei confronti della società industriale. Una volta identificata l’industria come il dominio tecnificato del capitale per i fini del capitale, la critica del capitalismo e la critica dell’industria diventano sinonimi giacché l’industria non è semplicemente un mezzo, bensì il mezzo oggettivo del capitale con il quale esso giunge ad intensificare la produzione. Los Amigos de Ludd ripercorrono i passaggi della resistenza, passata e attuale, all’imposizione del macchinismo e dell’industria (sabotaggi, scioperi, rivolte) facendo riemergere i modi di vita e di produzione pre-industriali, non per invitare ad un improponibile ritorno al passato ma per sostenere la necessità della riappropriazione di quel saper fare del quale siamo stati spossessati. Attraverso le loro analisi, gli studi storici, la proposizione di altri contributi e le recensioni criticano senza sosta l’industrialismo e tutte le illusioni progressiste, cercando contemporeanamente i mezzi pratici per liberarsi della gigantesca rete di bisogni fittizi che l’industria ha generato.


Della miseria dell’ambiente studentesco considerata nei suoi aspetti economico, politico, psicologico, sessuale e specialmente intellettuale e di alcuni mezzi per porvi rimedio, Alcuni membri dell’Internazionale situazionista e studenti di Strasburgo [1966], Banalità di base (2000), pp.52 - 1,50euro

Nel 1966 all’università di Strasburgo veniva distribuito questo documento che contribuì allo sviluppo, nell’ambiente studentesco, delle idee e delle pratiche che sfociarono nel vasto movimento di rivolta del Maggio francese. Trasformare il mondo e cambiare la vita sono per il proletario un’unica cosa […]. Le rivoluzioni proletarie saranno delle feste o non saranno affatto, perché la vita che esse annunciano sarà essa stessa creata all’insegna della festa. Il gioco è la ratio profonda di questa festa. Le sue uniche regole saranno: vivere senza tempo morto e godere senza ostacoli. Fin de l’Université.


La crisi del marxismo, Karl Korsch [1935-1950], Banalità di base (2000), pp.48 - 1,50euro

Dopo una vita passata nello studio e nella difesa del marxismo, Korsch ha messo in luce i punti particolarmente critici di esso: l’attaccamento alle forme politiche della rivoluzione borghese, la subordinazione al modello inglese, la sopravvalutazione del ruolo dello stato come strumento della rivoluzione sociale. Resosi conto dell’agire marxiano e restio ad accogliere gli obiettivi e l’organizzazione autonoma degli operai, non poteva, dal punto di vista della classe, che trarne le conseguenze: tutti i tentativi di restaurare la dottrina marxiana come un tutto e nella sua funzione originaria di teoria della rivoluzione della classe operaia, sono oggi utopie reazionarie.

Protesta davanti ai libertari del presente e del futuro sulle capitolazioni del 1937, Un «incontrolado» della Colonna di Ferro [1937], Banalità di base (2000), pp.44 - 2euro

Questa colonna “intransigente” si era lungamente opposta alla nuova politica centralista e autoritaria della cnt-fai. Per questo motivo si trova sottoposta a un’intensissima campagna denigratoria. Uno dei pretesti più spesso utilizzati in questa campagna fu che i militanti anarchici che la formavano avevano aperto a Valencia le prigioni della città, liberando tanto i detenuti politici quanto quelli comuni. Alcuni di quest’ultimi si erano aggregati come volontari alla Colonna di Ferro, che combatté, durante tutto questo periodo, sul fronte di Teruel (nel sud dell’Aragona). La presenza in seno alla colonna di ex detenuti comuni non poteva che scandalizzare tutti i partigiani dell’ordine borghese. Ma permettere a dei borsaioli, a dei ruffiani di quartiere e ad altra gente del genere di diventare dei combattenti rivoluzionari non è forse un modo come un altro di “cambiare la vita”?


Rivoluzione e fronte popolare in Spagna ‘36 / ‘39 [1973] , Banalità di base (2001), pp.88 - 6euro

La mistificazione sulla Rivoluzione spagnola è stata operata così bene da tutti (ma soprattutto dalla sinistra), che è stata trasformata in guerra civile, lotta antifascista, prologo alla seconda guerra mondiale, lotta per la democrazia etc., tutto, insomma, meno quello che fu effettivamente: una Rivoluzione. Non che gli altri problemi non esistessero, ma essi vanno considerati in rapporto alla Rivoluzione e non gli unici elementi della realtà in cui la Rivoluzione si disperde come agglomerato di episodi non significativi né essenziali. In Spagna, i rivoluzionari si trovarono a combattere, in modo ancora largamente istituzionale, un capitale già sulla via dell’organicità totalitaria, a livello mondiale. Cercarono di superare le istituzioni, riuscendovi solo in parte, perché il capitale non era più identificabile o con il fascismo o con la democrazia o con il totalitarismo burocratico (staliniano), ma con tutte e tre le forme nello stesso tempo, a seconda delle necessità del momento. Su questa strada della comprensione della realtà, i rivoluzionari spagnoli andarono avanti, come il testo spera di mostrare, in modo eccezionale data la situazione. “Un assedio”, diceva Berneri a Barcellona, su “Guerra di classe”: era vero, e lo capirono. E da quest’assedio mondiale furono sconfitti.

Lettere agli eretici. Epistolario con i dirigenti della nuova sinistra italiana, Enrico Berlinguer [1977], con allegato, Il caso Berlinguer e la casa Einaudi. Corrispondenza recente, Anonimo [1978], ristampa (2003), pp.116 - 4euro

Queste lettere di Enrico Berlinguer propongono alla riflessione pubblica le modalità possibili di gestione del potere nella presente realtà italiana. In un momento in cui i conflitti economico-sociali del paese tendono a condurlo verso la disgregazione e i centri di potere si moltiplicano virtualmente all’infinito, Berlinguer interpreta questo stato di cose come necessario in vista di una gestione della realtà non più fondata sul comando, ma sul consenso, ovvero sulla precostituzione del dissenso. Gli antagonismi politici contingenti sono allora visti come momenti dialettici di un’amministrazione del potere che muove perennemente verso forme superiori, ma che tuttavia non può estinguersi, pena la barbarie. In questo falso, l’autore ridicolizza Berlinguer e tutte le vedettes della nuova sinistra, prendendosi gioco dello spettacolo della ribellione.

“Insurrezione”, numero unico del 1980, ristampa (2003), pp.60, 4euro

Non sono ammessi attori, né recite, dato che si tratta di mettere fine alla rappresentazione e abbattere il teatro. Nessuna collettività agente può sorgere se non sull’incontro dei rivoluzionari, sulla base di una spinta profonda che può non essere possibile spiegare razionalmente, sulla base di una passione sufficiente a bruciare qualsiasi secondo fine, invidia, competizione, disistima o ostilità nascosta, risentimento. Questa passione è la sola parola d’ordine con cui i rivoluzionari si riconoscono. La coerenza e il coraggio nel sostenerla sono le sole garanzie del passaggio dalla sfera individuale, o di piccoli gruppi fondati su affinità psicologiche o sentimentali, alla sfera collettiva, dove un insieme di realtà, socialmente disomogenee, sappia muoversi verso dei fini precisi e dichiarati. Non rinunciando a nessuna delle nostre lotte particolari, in ogni luogo e in ogni momento, ci poniamo nella prospettiva concreta della loro generalizzazione e della costruzione di una realtà in lotta che sia superiore a tutte le volontà particolari che l’hanno costruita.


“Insurrezione”, numero unico del 1978, ristampa (2003), pp.24, 2euro

Le note che seguono, scritte a caldo e rielaborate poi nella solitudine del dopo, risentono a tratti di un certo trionfalismo. Si trattava allora, sull’onda di un entusiasmo consapevole, di pensare le ragioni di una rivolta alla ricerca di se stessa. Rivendicarne l’importanza, sostenerne la possibilità, non era meno importante del enumerarne i ritardi. Il movimento che nel corso del ‘77 ha potentemente scosso il progetto di domesticazione del sociale gestito con il concorso del partito detto comunista, è ormai parte della storia e non è nostra intenzione spiegarla o farne l’archeologia. Piuttosto, in questo momento di riflusso e di relativa pace sociale, riteniamo importante rispondere ad una serie di interrogativi molto più generici e generalmente dati per scontati. Quali sono le caratteristiche di questo movimento? Qual’è la sua composizione sociale? Qual è il significato degli eventi che hanno sconvolto il paese?


“Insurrezione”, numero unico del 1977, ristampa (2003), pp.4, senza prezzo

Conseguito il suo dominio reale sull’esistente, il capitale produce donne e uomini separati, autonomizzati, disintegrati, inessenti, non-viventi, identici ad ogni altra merce. L’essere umano è negato: chi non affermi se stesso quale merce in circolazione, valore di scambio, non è, non c’è. Ma, nel percepirsi estraniati dalla circolazione (ed estranei ad essa) donne e uomini possono chieder ragione delle sue promesse inadempiute al mondo delle Merci e scontrarsi con l’evidenza del loro essere (stati) aboliti. E allora, se vogliono vivere, donne e uomini aboliscono le cose che li hanno aboliti, negano le merci che li hanno negati: bruciano.


Apologia per l’Insurrezione algerina, Jaime Semprun [2001] , a cura di alcuni amici italiani degli Aarch (2002), pp. 72 - 3euro

A quasi due anni dall’inizio dell’insurrezione, la lotta continua. In questi mesi il potere ha giocato ogni carta a sua disposizione per sedare la rivolta, senza peraltro riuscirvi. Gli abitanti della Cabilia, organizzati in modo orizzontale mediante coordinamenti di Aarch, autonome assemblee di villaggio in cui le decisioni vengono prese consensualmente, hanno dimostrato una tenacia e una determinazione incrollabili. Eppure, sebbene non siano mancate esplosioni di rabbia in tutto il paese, l’insurrezione in Cabilia è rimasta sinora isolata. Calunniata e fatta passare per una battaglia separatista nel resto dell’Algeria, del tutto taciuta e occultata dai mezzi d’informazione negli altri paesi, è stata ignorata completamente anche dai professionisti della solidarietà internazionale: evidentemente una lotta realmente auto-organizzata, senza capi e senza partiti, costituisce un esempio scomodo persino per loro. In questa pubblicazione, oltre alla traduzione del testo di J. Semprun, sono stati raccolti altri interventi apparsi in Francia e in Italia nel corso del 2002 e sono stati riportati in appendice i principali documenti redatti dai coordinamenti degli Aarch, Daïra e comuni.


Fare della malattia un’arma, S.P.K. [1971], Banalità di base (2000), pp.68 - 3euro

È nella clinica psichiatrica di Heidelberg che nasce l’S.P.K. (Collettivo socialista dei pazienti dell’Università di Heidelberg), un’esperienza radicale di autogestione della cura che coinvolse più di 500 pazienti in condizioni difficilissime tra l’ottobre del 1970 e l’agosto 1971. Gli inizi furono riformisti, l’aspirazione al riconoscimento come struttura interna all’università fu sempre presente. Ma il far prevalere i desideri dei disgraziati utenti della psichiatria e farlo con virtuale abolizione delle funzioni medico-paziente, era veramente troppo e l’esperienza si concluse con una liquidazione poliziesca. L’S.P.K. mise a punto un’interessante riformulazione dei concetti di malattia, intesa come segno di rottura con il sistema che la provoca, attraverso la quale acquisire identità politica, e di sintomo, visto come segno dell’inibizione della protesta. L’obiettivo dell’agitazione era l’utilizzazione del momento “progressista” della malattia, la protesta, e della sua organizzazione collettiva. Il metodo di lavoro seguito nei gruppi dei pazienti era fondato sulla dialettica hegeliana e la critica marxista dell’economia politica.


***Per la critica della tecnologia*, Crestomazie acratiche (Acrati 2003, pp.150, 7 euro)**

Raccolta di testi di: Karl Marx, Frammento sulla macchina [1857-1858]; Raniero Panzie­ri, Sull’uso capitalistico delle macchine nel neocapitalismo [1961]; Herbert Marcuse, Le nuove forme di controllo [1964]; Giorgio Cesa­rano e Gianni Collu, La preistoria come presente [1972]; David F. Noble, La tecnologia nel presente [1983]; Günther Anders, Florilegio [1966-79]. > Leggi la presentazione e la postfazione

***Per la critica della merce*, Crestomazie acratiche (Acrati 2003, pp.100, 4 euro)**

Raccolta di testi di: Karl Marx, Il carattere di feticcio della merce e il suo arcano [1867]; György Lukács, Il fenomeno della reificazione [1922]; Walter Benjamin, Parigi capitale del XIX secolo [1927-1940]; Jean Garnault (Internazionale situazio­ni­sta), Le struttu­re elementari della reificazione [1966]; Günther Anders, I Prodotti [1958].

Nelle trasformazioni che ha subito dopo Marx, la merce ha consolidato il suo carattere di feticcio: se un tempo si limitava a rivestire, nel lavoro salariato, i prodotti dell’attività dell’uomo, ha ora finito per spogliarli di ogni umanità; si è autonomizzata e ha preteso di modificare l’uomo e il mondo per adattarli ai suoi scopi; ha generato un individuo isolato, privato della ricchezza dei suoi rapporti sociali. La merce è la prassi del potere: non solamente il principio di dissoluzione di tutti i precedenti modi di vita, per quello che mantenevano come margine di autosussistenza, ma anche un sistema di rappresentazione del mondo e una forma d’azione su di esso; la merce ha ridotto l’insieme della realtà sociale ad un campo misurabile e instaurato quindi la dominazione totalitaria del quantitativo esteso a tutte le espressioni della vita.


**ARKIVIU-BIBRIOTEKA "T. SERRA"


*I primordi della "propaganda col fatto"***

(€ 5,20)

Dal processo agli anachici di Lione all’attentato di Charles Gallo alla Borsa di Parigi 1880-1890.

La "propaganda col fatto"... E venne l’epoca di Ravachol (€ 5,70)

Gli attentati di Ravachol e dei suoi vendicatori 1891-1894.

La "propaganda col fatto". Vaillant, Henry, Caserio (€ 5,70)

Gli attentati alla Camera dei Deputati, al Caffè Terminus e al Presidente della Repubblica, Carnot 1893-1894.

**Clément Duval*, Memorie autobiografiche. Dalla rivolta contro la proprietà all’evasione da Cayenne*** (4 vol. € 6,20 cad.)

In questa autobiografia vengono esplicate le ragioni della sua scelta di essere ladro in una società che crea gli emarginati, gli esclusi, i nullatenenti. Duval e la sua storia stanno in queste ragioni e nell’esperienza di una vita vissuta all’insegna della refrattarietà, del rifiuto di ogni adattamento ad una condizione determinata da estranei.

Fioravante Meniconi (a cura), La strage del Diana (Milano, 23 marzo 1921) (€ 6,20)

Il libro ricostruisce la vicenda attraverso la cronaca del processo agli anarchici arrestati.

**Un "Copain", *Ricordi su Jules Bonnot e il suo gruppo*** (2002, € 5,00)

Pubblicati per la prima volta in italiano nel 1913, ad un anno di distanza dalla morte di Bonnot e dei suoi compagni Dubois, Valet e Garnier.

**Victor Rudin, Max Stirner: *un refrattario*** (1991, € 3,70)

Rudin, sindacalista rivoluzionario attivo nei primi anni del Novecento, pur dandoci una interpretazione "sindacalista" dell’opera fondamentale del filosofo tedesco, la snocciola comunque passo per passo, cogliendone gli aspetti determinanti e rilevando le varie faziosità che spesso e volentieri hanno dato dell’Unico una interpretazione a dir poco travisata.




EL PASO - NAUTILUS

Antonin Artaud, Per farla finita con il giudizio di Dio [con cassetta] (El Paso 1991, libro+cassetta, € 4,00)

Nel novembre del 1947 la direzione della Radiodiffusione francese propose ad Artaud una trasmissione, garantendogli ogni libertà nella composizione; inutile dire che la suddetta mai andò in onda. Questa edizione contiene il testo integrale con l’originale a fronte, seguito da sei lettere inedite, oltre alla registrazione audio della trasmissione. «...E a che cosa vi è servita, Monsieur Artaud, questa trasmissione?». R: « A denunciare un certo numero di porcherie sociali ufficialmente riconosciute e raccomandate...».

Potlach. Bollettino dell’Internazionale lettrista 1954 – 1957 (Nautilus 1999, € 7,80)

Raccolta completa dell’organo di informazione dell’Internazionale lettrista, che confluirà nell’I.S. Ala estremista del movimento lettrista, l’I.L. affonda le sue radici in ambito estetico (la poetica della lettera, il cinema senza immagini propugnato da Isou fin dal 1946) spingendosi poi verso una critica del comportamento, un urbanismo influenzale, la tecnica dei rapporti e degli ambienti attraverso il libero gioco delle passioni. Tutti quelli che saranno i temi di partenza dell’I.S. verso un cambiamento radicale della società.


Internazionale situazionista 1958 – 1969
(Nautilus 1994, € 19,00)

La raccolta completa dei dodici numeri della rivista. Oggi, che le tesi situazioniste tornano di moda riempiendo le vetrine della cultura può essere utile comprendere la storia e le idee dell’I.S., per poterne analizzare i limiti e utilizzare gli spunti ancora validi.


La critica del linguaggio come linguaggio della critica
(Nautilus 1992, € 1,60)

Due testi dalla rivista dell’I.S. di approccio critico al linguaggio.


La rivoluzione dell’arte moderna e l’arte moderna della rivoluzione
(Nautilus 1996, € 2,10)

Un testo del 1967 della sezione inglese dell’I.S. A distanza di anni le valutazioni sull’inizio della nuova "era glaciale" della cibernetica, sull’inganno mistico-scentifico di Timothy Leary, sulle funzioni poliziesche di architetti, psichiatri e cibernetici, la critica della multimedialità, l’illusione della partecipazione e l’illusoria rivolta della pratica artistica, sono ancora estremamente attuali.

**Guy Debord, *Urla in favore di Sade*** [1952] (Nautilus 1999, € 1,50)

La sera del 30 giugno 1952 viene proiettato al Cine Club detto d'Avanguardia Urla in favore di Sade. Il pbblico si indigna. Dopo venti minuti di grande trambusto, la proiezione viene interrotta.

**Alfred Jarry, *Poesie*** (Nautilus 2003, € 2,00)

Jarry detto l’Indiano. Ama le inquietudini dell’esistenza, le demoniache illuminazioni, le scienze occulte, l’araldica, la bicicletta, le rivoltelle. Una volta, dopo aver sparato ad uno scultore reo, a suo dire, di avergli fatto proposte sconvolgenti, si rivolse agli amici che lo trascinavano via dicendo: "Mica male come letteratura, vero?..."

Puzz & Co. (Nautilus, € 10,00)

1971-78...1991: monografia illustrata di una disfatta riuscita dove si può trovare una documentazione abbondante, pure se non esaustiva, a proposito di "Puzz". «Precisiamo per tutti gli ingenui e gli angosciati: Puzz non è un collettivo, un consiglio, un gruppo, un'avanguardia, un undergrunde, un controculturale, un alternativo, né qualsiasi altra cosa a cui ricorrono gli stupidi e i paranoici per identificare tutto ciò che sfugge alla loro comprensione limitata. C'è solo un modo per definire Puzz ed è ripetendo Puzz: Puzz è solo Puzz e nient'altro».

**John Zerzan, *Dizionario primitivista*** (Nautilus, 2004, € 2,50)

**John Zerzan, *Futuro primitivo*** (Nautilus, 2001, € 2,60)


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**L’AFFRANCHI - CHERSILIBRI



B. Traven, *Nello Stato più libero del mondo***

(2000, € 7,50)

Alcuni degli articoli scritti tra il 1917 e il 1921 per "Der Ziegelbrenner", rivista anarchica della Germania pre-hitleriana.

**Benjamin Péret, Il disonore dei poeti seguito da *La parola a Péeret*** (1988, € 7,50)

La prima edizione italiana del "manifesto" di uno die più lucidi iniziatori del movimento surrealista.

**Erich Muhsam, Ascona, Monte Verità e *Schegge*** (1989, € 7,00)

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Dominique Noguez, *Lenin dada*** (1991, € 7,50)

Un "divertimento" provocatorio e insolente che studia le straordinarie coincidenze nella vita e negli scritti di Lenin e Tzara.

**Franz Jung, *Il libro dell’imbecille*** [1912](2002, € 10,00)

Il testo che segna la comparsa di F. Jung sulla scena letteraria in un momento che coincide con l’inizio di un’epoca che è già, o ancora, la nostra.

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Laurent Tailhade, *Scritti feroci*** (2001, € 7,50)

Una raccolta di scritti incendiari che danno l’idea del carattere di uno dei più cattivi maestri del giornalismo della Francia di fine Ottocento, tra attentati, repressione e Belle époque.



Oskar Panizza (1853-1921)

Autore tedesco di immensa erudizione. Cacciato e braccato per i suoi scritti, vagabondò a lungo, sempre scrivendo, per l’Europa finché, nel 1905, decise di costituirsi, finendo rinchiuso in manicomio dove rimase fino alla morte. Venne riscoperto da Breton e dai surrealisti.

Il concilio d’amore et cetera et cetera (1998, € 7,50)

Il capolavoro di Panizza.

Una storia della luna [1890] (2003, € 10,00)

Uno dei migliori racconti dell’eretico pittore di icone che chiude la parabola romantica dell’Ottocento.



NN

**Os Cangaceiros, *Un crimine chiamato libertà*** (NN / l'arrembaggio, 2003)
Teoria e pratica di una lotta contro le prigioni condotta in Francia nella seconda metà degli anni '80. Un contributo alla lotta contro la società carceraria, resa oggi ancora più invivibile dall'introduzione delle nuove tecnologie che hanno permesso un inimmaginabile balzo in avanti al controllo sociale. La sicurezza dentro le galere comincia con la sicurezza all'esterno delle mura. Il che spiega il numero impressionante di telecamere onnipresenti agli angoli delle nostre città (e fin dentro autobus e treni), i percorsi obbligati cui siamo costretti per i nostri spostamenti, i rilevatori magnetici che ci ispezionano all'uscita dei negozi, i codici di riconoscimento che sostituiscono la nostra individualità, gli innumerevoli divieti che bisogna rispettare nonché la variegata folla di guardiani preposti a salvaguardia di questo mondo. Grazie ai nuovi tesserini di identità, non dovremo nemmeno più essere arrestati per fornire le nostre impronte digitali. Essendo tutti potenziali criminali, veniamo già trattati come tali. Passo dopo passo, è l'intera società ad essere diventata una enorme prigione a cielo aperto da cui è impossibile evadere. Ecco perché non si può concepire una efficace lotta contro l'istituzione carceraria senza attaccare in tutti i suoi aspetti la società che la ospita. (Pag. 80, Euro 4,00)



**Crisso/Odoteo, *Barbari. L'insorgenza disordinata*** (pag. 72, 2002, € 3,00)

"Chi non parla con me e come me non ha nulla da dire. Chi non agisce con me e come me è malato di impotenza. Chi non vive con me e come me desidera suicidarsi. E' questo l'insegnamento che l'Impero lancia ai suoi sudditi. A diffonderlo sono due suoi emissari, Michael Hardt e Antonio Negri, i quali al di là di blande critiche all'Impero formulate per attirare l'attenzione dei suoi nemici, mostrano di essere totalmente plasmati dai suoi valori, genuflessi davanti alla sua organizzazione, obbedienti alle sue norme, assimilati alla sua tecnologia, usi al suo linguaggio. Ma i barbari sono sordi a simili moniti, le loro orecchie sono sensibili solo alla voce che li chiama all'assalto dell'Impero, alla tabula rasa dell'esistente. La loro furia incute terrore persino in molti nemici dell'Impero, desiderosi sì di vincerlo ma con le buone maniere. Da bravi civilizzati, costoro condividono il dissenso ma non l'odio; comprendono l'indignazione ma non la rabbia; lanciano slogan di protesta ma non urla di guerra; sono pronti a versare saliva ma non sangue. Abituati a consumare i propri giorni nell'attesa di poter cominciare a vivere, i nemici perbene dell'Impero scambiano l'immediatezza barbara per sete di sangue.

E come potrebbe essere diversamente? Essi sono del tutto incapaci di comprendere in favore di cosa si battono i barbari, il cui linguaggio è incomprensibile anche per le loro orecchie. Troppo infantili le loro urla, troppo gratuito il loro ardire. Di fronte ai barbari costoro si sentono impotenti come un adulto alle prese con dei bambini scatenati.

Perché è inutile cercare di insegnare a parlare a chi non ha una lingua. E' inutile spaventarsi di fronte a suoni gutturali e a gesti inconsulti. E' inutile proporre mediazioni a chi vuole l'impossibile."



Fuoco alle polveri. Guerra e guerriglia sociale in Iraq
(NN / Porfido 2004, € 4,00)

Iraq, 1991. Dopo i bombardamenti della Coalizione occidentale, una gigantesca insurrezione sconosciuta esplode contro la guerra e contro il regime di Saddam Hussein. Il dittatore e i suoi boia, armati e sostenuti dai capitalisti del mondo intero, soffocano nel sangue la sommossa. Iraq, 2003... Dopo dodici anni di embargo e nuovi bombardamenti, la classe pericolosa riprende il suo cammino di rivolta, lanciandosi in una guerriglia sociale che sta facendo saltare tutti i conti alle truppe del capitale. Stretta fra la peste dei massacri democratici e il colera del racket islamista, la rivolta irachena attende di incendiare gli animi intorpiditi dei suoi fratelli d’Occidente. Tra patriottismo ributtante e pacifismo avvilente, questo libretto è un piccolo contributo per dar fuoco alle polveri.

**S. Deneuve – C. Reeve, *Al di là dei passamontagna del Sud-Est messicano*** (1998) [1996] - Euro 2,10

Il Chiapas è la nuova terra promessa degli innumerevoli orfani occidentali dell’Utopia. Messo da parte il sogno rivoluzionario di libertà in cambio della realtà democratica della sopravvivenza, a questi orfani non è rimasto che volgere altrove il proprio sguardo pur di non affliggersi di fronte allo specchio che riflette la loro odierna immagine. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.

E' in Chiapas, ad un oceano di distanza dalle nostre quotidiane misere faccende, che tutte le aspirazioni di libertà riprendono rigore, al punto da far diventare ciechi gli apologeti della rivolta zapatista di fronte alla reale natura dei propri beniamini mascherati. L’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. Come tutte le strutture gerarchiche di questo mondo, non mira affatto a liberare gli sfruttati messicani dalla loro schiavitù, ma solo a modernizzarla. Oltre a farsi portatori di valori come il nazionalismo e il militarismo, fonti di millenarie oppressioni, gli zapatisti si propongono apertamente come nuova classe dirigente.

Ad ispirare la poesia di Marcos — buona per tutti i palati, per i leader della sinistra europea come per molti anarchici — è quindi l’opportunismo di chi da anni conduce la propria battaglia per diventare interlocutore privilegiato del potere.

Questo testo, assieme alle appendici che lo completano, è una puntuale e precisa critica all’Ezln inteso come organizzazione politica che si appropria della rappresentatività delle lotte autonome degli sfruttati messicani. Inoltre esso smaschera le menzogne celate dietro l’ideologia dei fascinosi passamontagna, come ad esempio il preteso mito della libertà di cui godevano le antiche comunità indiane.

Al tempo stesso è una critica all’attuale movimento che in tutto il mondo ha espresso un sostegno incondizionato agli zapatisti. Giacché «chi è pronto ad accettare per altri ciò che è inaccettabile per sé non è lontano dall’accettare l’inaccettabile».

Albania: laboratorio della sovversione (1998) - Euro 1,60

«E' lungo l’elenco delle parole usate per definire ciò che sta accadendo in Albania, e ci si rifiuta di utilizzare la parola rivoluzione. C’è stato assicurato che in Europa non ci sarebbero state mai più rivoluzioni: ed eccone una. Gli "insorti", "quelli che si sollevano", che producono il "caos" e "l’anarchia" sono dei "ribelli"... ma non una radio, non una televisione, non un giornale che abbia parlato di rivoluzione. Non conviene.» — scriveva un quotidiano spagnolo il 15 marzo 1997.

L’insurrezione in Albania ha portato un soffio di aria fresca nella soffocante atmosfera di pace sociale che regna nel vecchio continente. Partiti dalla richiesta di rimborso dei soldi versati a società finanziarie dichiarate poi fallite, i rivoltosi albanesi sono ben presto passati agli attacchi alle banche e alle caserme, agli incendi dei commissariati, dei municipi, dei tribunali, ai saccheggi dei magazzini di viveri e delle armerie, agli assalti delle prigioni e alla liberazione dei detenuti.

Con le loro azioni, che denunciano apertamente tutte le strutture dello Stato come nemiche, gli insorti d’Albania hanno ridato vita per alcune settimane a quella esigenza di libertà assoluta che tanti anni di difesa della democrazia sembravano aver gettato per sempre nell’oblio. Ma se l’esaltazione di fronte alla gioia di vivere che si manifesta in tutta la sua totalità e pienezza è più che giustificata, il nostro interesse non può comunque limitarsi ad una passiva ammirazione.

L’insurrezione in Albania — la sua esplosione come il suo successivo recupero — ci deve invece spingere a prendere in considerazione le domande che un simile evento inevitabilmente solleva. Cosa fare? Come intervenire? E dove? Questi e tanti altri sono i quesiti che ci si pongono, e a cui sarebbe il caso di trovare al più presto qualche risposta. Se non vogliamo, alla prossima occasione, accontentarci nuovamente di sedere davanti alla televisione... a fare il tifo.

Questo opuscolo comprende una introduzione, una cronologia dei momenti più salienti dell’insurrezione, un testo scritto a caldo sul significato di quanto stava avvenendo in Albania, e la riproposizione di un articolo sugli interessi economici italiani in quel paese.

QUATTROCENTOQUINDICI

**René Riesel, *Sulla zattera della Medusa. Il conflitto sugli ogm in Francia*** (2004, € 12,00)

Raccolta dei tre libri apparsi in Francia per le edizioni dell’Encyclopédie des Nuisances in seguito ai sabotaggi contro le chimere di Stato. "Nel maggio 2004 la Commissione Europea aveva autorizzato, dopo cinque anni di moratoria, la commercializzazione del mais transgenico Bt 11 di Syngenta, l'"erede" di Novartis. Era stato detto dai consueti commentatori che si trattava di un "contentino" concesso dagli Stati Uniti, che avevano intentato una causa davanti al Wto contro l'Europa per protezionismo. In realtà la breccia era stata aperta. Tant'è che in settembre la Commissione Europea ha poi deliberato l'iscrizione di 17 varietà di sementi di mais elaborate dalla Monsanto nel catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole della UE. In Francia qualcuno con un briciolo di consapevolezza e risolutezza aveva provato ad opporsi alla nuova introduzioni di un fatto compiuto preconfezionato non fosse altro che per sollevare davvero la questione ogm. Come si potrà leggere in questa raccolta la storia di questa opposizione transalpina non è stata delle più felici. Ma, e forse per qualche tempo ancora sarà la sua attualità, non si potrà neanche dire che sia sta più innecessaria di quanto richiedeva l'opportunità".

**Christian Fons, *OGM Ordine Genetico Mondiale*** (2004, € 9,00)

«E' questo il brillante risultato di un pensiero sulla tecnica rovesciato in discorso della tecnica. Piuttosto che riconoscere i limiti storici di questo mondo, questi indemoniati scelgono di imporre limiti alla vita, e corollariamente di trasformarla tecnicamente. Le biotecnologie terminano dunque l'opera di separare l'umanità da se stessa. E mai si è tanto parlato di "vivente" come nel momento in cui è la vita stessa che se ne va».


Squadernare la scuola
(1995, € 4,20)

Il passaggio dall’educazione alla formazione: la massa di nozioni di cui un tempo gli studenti venivano irrorati diminuisce o, per dir meglio, si sclerotizza e specializza. Quello che gli "istruttori" ormai sono obbligati a fare è tentare di costruire un nuovo soggetto: il cretino sociale acculturato ed educato a vivere con altri cretini.

Varsavia brucia? (1994, € 3,10)

Per il superamento del ghetto: analisi critica dei centri sociali.


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VARI EDITORI
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Detour, la canaglia a Genova (Dvd) (s.e. 2003, € 5,00)

Ovvero: come accadde che a Genova, venerdì 20 luglio 2001, un'imprevedibile deriva abbia trasformato una farsa annunciata in sommossa reale. L’unico video sulla rivolta contro il G8 di Genova che vale la pena vedere.

The Weather Underground (Dvd) [2002] (Il rovescio 2005, € 5,00)

Nel 1970, dopo le mobilitazioni contro la guerra del Vietnam, le sommosse urbane e le lotte per l’autodeterminazione della comunità nera, un gruppo di studenti bianchi sceglie la clandestinità e dichiara guerra agli Stati Uniti. Questo film ne ricostruisce la storia, con filmati d’epoca e interviste a ex-Weathermen. In allegato l’opuscolo Portare la guerra a casa. Brevi note sui Weathermen.

**Arturo Peregalli, Mirella Mingardo, *Togliatti guardasigilli. 1945 – 1946*** (Colibrì 1998, € 9,00)

Magistratura e politica, fascismo e post-fascismo, il Partito comunista al governo. Indice: 1. Le premesse. 2. L’unità nazionale. 3. Normalizzazione produttiva. 4. Un "buon" guardasigilli. 5. L’epurazione mancata. 6. L’amnistia: una mano tesa ai fascisti. 7. "Contro ogni forma di illegalismo". 8. Disarmo e smobilitazione. 9. Sacrifici per la ricostruzione. Appendice. Cronologia.

**Giorgio Cesarano, *Critica dell’utopia capitale*** (Centro iniziativa L. Rossi 1993, € 25,00)

**Vernon Richards, *Insegnamenti della rivoluzione spagnola*** [1953] (V. Vallera 1974, € 7,80)

Una critica libertaria agli anarchici e il loro ruolo nei fatti del 1936 – 1939.

**Errico Malatesta, *Scritti antimilitaristi*** (Segnolibero, € 6,00)

Segnaliamo due punti che caratterizzano alcuni degli scritti contenuti in questa raccolta: la polemica con l'interventismo di Kropotkin e compagni del "manifesto dei sedici" e il rapporto tra lotta contro la guerra e preparazione dell'insurrezione.

**"Insurrezione", *Proletari, se voi sapeste…*** (Varani 1981, € 4,00)

Un’analisi sul riflusso dopo le lotte degli anni Settanta.

**Cesarano / Coppo, *Cronaca di un ballo mascherato*** [1974] (Varani 1983, € 5,00)

Una critica all’ideologia lottarmatista.

 
 

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