TORINO - SABATO 3 APRILE
ore 15 in via Po, PRESIDIO CONTRO LA BENETTON con distribuzione di materiale informativo
Per contatti: 3492593179

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Arezzo - Uniti contro Benetton

3 aprile: a partire dalle 15, ritrovo in piazza San Iacopo, a seguire presidio itinerante che si sposterà di fronte alle vetrine dei negozi Benetton.Ore 21, incontro con un compagno in contatto con i Mapuche, mostra fotografica, proiezione video, dibattito e buffet vegano.

4 aprile: a partire dalle 11 presidio in centro (in corso Italia, vicino piazza San Iacopo) davanti al più grande spaccio aretino
della Benetton. Mostra fotografica, distribuzione di materiale informativo e tanto rumore assicurato dall' R.C. Squad in concomitanza con la fiera antiquaria che si svolge su tutto il centro e richiama moltissime persone. Si prosegue fino a sera!

Qualsiasi tipo di contributo è gradito.

Per info, contatti, ospitalità: kakophonia@libero.it - Fax: 0575-332414 (specificando l'indirizzo che segue...è il fax delle poste!) - Casella postale 61 intestata a Sergio M. S. - 52100 Arezzo centro

Alcune individualità aretine
I Kodama
A-TEAM

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I NUOVI VOLTI DELLA COLONIZZAZIONE

Sfruttamento ad opera delle multinazionali e resistenza del popolo Mapuche


La storia del popolo Mapuche è la solita vecchia storia del colonialismo occidentale.

Storia di ieri, per alcuni.

Abitanti originari dell'immenso "Cono Sur", meglio conosciuto come Patagonia, i Mapuche scamparono alla conquista spagnola resistendo coraggiosamente agli invasori militarmente più potenti.

Ma non era finita.

Una volta ottenuta l'indipendenza, gli stati cileno e argentino dettero inizio alle guerre di conquista della Patagonia: le chiamarono "Conquista del Desierto" in Argentina e "Pacificación de la Araucanía" in Cile, sottintendendo che in quelle terre non ci viveva nessuno, o che, se qualcuno per sbaglio c'era, si trattava sicuramente di qualche selvaggio sanguinario e senza timor di dio, la cui soppressione non poteva che rallegrare le cattoliche e cupe coscienze delle classi dominanti.

Quella volta la resistenza mapuche durò cinquant'anni, fino a che il popolo, decimato e stremato dalla guerra, non dovette accettare la resa e ritirarsi nelle zone più impervie della cordigliera andina, mentre generali come Julio Argentino Roca si lustravano le stellette guadagnate con l'impresa assassina.

Era la fine del secolo delle magnifiche sorti e progressive, l'Ottocento.

Da allora molte comunità mapuches hanno continuato una resistenza silenziosa, fatta di una lingua e di una cultura tramandate di generazione in generazione, anche quando la colonizzazione dei due stati si manifestava con il tentativo di sradicare e cancellare tutte le tradizioni indigene, imponendo da una parte la lingua spagnola e dall'altra sfruttando ciecamente il territorio secondo le leggi dell'economia capitalista: con la costruzione di dighe, l'installazione di giacimenti di petrolio e di gas, con le raffinerie, le miniere e - non ultimo - impiantando le basi per una fiorente industria del turismo.

Così gli uomini delle praterie, dei boschi e delle montagne, che per cultura avevano affinato delle tecniche di sopravvivenza nel più profondo rispetto della natura, negli ultimi decenni hanno rialzato le testa, opponendosi decisamente alla seconda conquista operata dagli stati e dal capitale internazionale.

Storia di oggi.

Multinazionali come Rapsol, Eudesa, Meridian Gold e Benetton sono ora, di fatto, padrone incontrastate della Patagonia.

L'enorme contraddizione in cui versano molti Mapuche è quella di lottare per la propria autonomia ed al contempo di essere costretti a lavorare per quelle stesse imprese al prezzo di un tozzo di pane (tosatura delle pecore, estrazione del petrolio, gas, oro).

Accanto alle rivendicazioni di autonomia già da tempo inoltrate ai governi dei due stati, molti di loro, davanti allo strapotere delle multinazionali che li lasciava inascoltati, hanno sviluppato forme di azione diretta contro gli interessi economici dei nuovi colonialisti, forme che vanno dall'occupazione abusiva delle terre ai blocchi dei lavori o delle strade.La repressione che li ha colpiti in seguito a queste pratiche non li ha fatti arretrare, consapevoli della necessità di lottare non meno e con gli stessi rischi dei loro antenati.

Per questo solidarizziamo con la lotta del popolo Mapuche.

Per questo pensiamo che ci siano molte buone ragioni per boicottare ed attaccare la Benetton che, padrona di oltre 900.000 ettari di terra nel Sud dell'Argentina (principalmente nel Chubut), sfrutta e sottomette ai suoi interessi migliaia di Mapuche.

Sì, i paladini del capitalismo sostenibile, gli investitori 'politically correct' - attenti più che mai ai desideri del consumatore dalla coscienza pulita -, gli abili giocolieri dell'immagine, dove antirazzismo, ecologismo, conflitti sociali e grande voglia di scandalizzare convivono democraticamente, i Benetton, dovranno fare i conti con il rovescio della medaglia; perché per qualcuno i magliai illuminati della miracolata provincia trevigiana non sono altro che cinici imprenditori, sfruttatori e padroni. E se lo sono per i bambini-operai delle industrie tessili turche, e per gli eterni interinali della Treviso-da-bere, lo sono già palesemente per tutto il popolo Mapuche.

Infine, abbiamo ragioni in più per appoggiare le lotte di alcune comunità mapuches: oltre alle istanze di autodeteminazione, avanzano progetti di autorganizzazione a largo raggio, tant'è vero che dall'inizio della crisi argentina hanno solidarizzato attivamente con altri sfruttati in rivolta, ad esempio con gli operai della Zanon, fabbrica produttrice di ceramiche - fino ad ora in autogestione - a cui procurano le argille che servono da materia prima.

Da ultimo ricordiamo che la comunità Leleque in Chubut ha sostenuto la causa di Marco Camenisch, condividendone le lotte ecologiste radicali e desiderando la sua libertà.

PER UNA SOLIDARIETA' SENZA FRONTIERE

CONTRO LA BENETTON E TUTTE LE MULTINAZIONALI CHE AFFAMANO GLI UOMINI E LA TERRA

MARICI WEU! (DIECI VOLTE VINCEREMO!)

PROIEZIONE VIDEO E CONFERENZA-DIBATTITO SULLA SITUAZIONE DEL POPOLO MAPUCHE

Sabato 15 Febbraio, ore 15.00 Palazzo Balista, C.so Rosmini - Rovereto

Campagna Contro Benetton

La nave dei folli

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BENETTON: I COLORI UNITI DELLO SFRUTTAMENTO

venerdì 7 e sabato 8 febbraio 2003

DUE GIORNI DI LOTTA

Venerdì 7

Dalle ore 18: Presidio e volantinaggio davanti al negozio Benetton di Via Trinchese, uscita per Piazza Mazzini


Sabato 8

Ore 10: Presso lo Sperimentale Tabacchi, Aula SP-3, mostra fotografica e proiezione del video “I Mapuche e la diga di Ralco”; presentazione della Campagna contro Benetton e incontro - dibattito con individualità che la portano avanti.

Dalle ore 17: Presidio e volantinaggio davanti al negozio Benetton di Via Vittorio Emanuele.

Dalle ore 21.30: Cena solidale a sostegno del popolo Mapuche, presso lo Spazio Anarchico di Corte dei Petraroli 2.

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CONTINUA LA RESISTENZA INDIGENA IN PATAGONIA

Oggi come ieri le politiche colonialiste imperversano in molti angoli del mondo, dove poteri tra i più variegati impongono le loro condizioni attraverso ogni tipo di violenza. La distruzione dei territori alla ricerca di materie prime, i massacri diretti o indiretti, i divieti imposti dagli sfruttatori che privano le popolazioni locali della loro stessa vita, i gendarmi lanciati a "punire" chi non accetta nuove oppressioni.

Uno dei volti di questo nuovo colonialismo è la famiglia italiana Benetton che è riuscita a dare al suo marchio una facciata democratica e progressista (campagne contro la pena di morte, manifesti multietnici, ecc.). In realtà dietro alla sua immagine si nasconde un potere gigantesco fatto di sfruttamento e oppressione che è riuscito a usurpare, con l'aiuto del governo argentino, parte del territorio del sud (Patagonia). Lì, in quei territori, questi nuovi padroni hanno espulso migliaia di persone che da sempre ci hanno abitato, il territorio è stato recintato ed è stato deviato il corso di un fiume, tutto per far pascolare milioni di pecore che servono per la produzione di lana. L'ultima notizia di un mese fa riguarda lo sgombero e la distruzione di una umile abitazione ai danni di una famiglia di Leleque da parte degli sbirri, proprio su ordine di Benetton! Questo è il nuovo colonialismo che, oggi come ieri, viene combattuto dalle comunità indigene in lotta. Il popolo Mapuche non ha mai smesso di lottare contro chi gli ha impedito di vivere secondo le proprie tradizioni e in assoluto rispetto per la terra e continua tuttora a resistere con vari mezzi, che vanno dai presidi, alle occupazioni delle terre, ai sabotaggi.

A fianco dei Mapuche e tutti i popoli che difendono la propria terra, la propria vita, la propria cultura, contro ogni multinazionale, ogni stato, ogni forma di potere e autorità.

MERECI WEU! - DIECI VOLTE VINCEREMO!

Pisa - 9 novembre - ore 15:00 - via del cuore, 1 - Incontro informativo con un compagno che è in diretto contatto con i Mapuche, mostra fotografica, proiezioni video e discussione di eventuali proposte di mobilitazione.

FERMIAMO BENETTON CON OGNI MEZZO!

Gruppo ecologista IL SILVESTRE

Gruppo anarchico INCONTROLADOS

 
 

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