20 - 26 aprile 2003 Settimana di lotta contro Benetton
E’ in corso una nuova settimana di lotta contro Benetton, settimana in cui concentreremo le nostre forze davanti agli spacci della multinazionale. Sono diversi i presidi e le iniziative varie che si terranno in questi giorni. Per l’occasione sono stati ristampati i manifesti, già utilizzati in precedenza.
Sono tante le ragioni che ci spingono a continuare con la Campagna avviata da pochi mesi. Anzi, più andiamo avanti e maggiore è la rabbia che proviamo nel comprendere i meccanismi di profitto del gruppo veneto.
Alle prime denunce del popolo Mapuche relative allo sfruttamento ed al comportamento neocolonialista dei Benetton se ne sono aggiunte altre, molte altre.
Il violento sgombero ai danni della famiglia Curiñanco, che aveva osato sottrarre 7 dei 192.000 ettari dell’estancia Leleque, ha dato il via ad una serie di manifestazioni e blocchi stradali da parte dei mapuche proprio davanti ai possedimenti dei Benetton. Iniziative seguite con un certo interesse dalla polizia locale al soldo del padrone.
Evidente il fastidio mostrato verso queste manifestazioni dai Benetton, che in Patagonia puntano a farsi un’immagine di imprenditori puliti, sensibili alle tematiche ecologiste. Non a caso stanno rimboscando le loro estancias - ad un ritmo di 1.000 ettari l’anno - con pino non autoctono, favorendo così l’irrimediabile scomparsa della flora locale.
Il fatto è che i nostri imprenditori puliti non rinunciano al profitto. Ecco spuntare fuori l’offerta alla multinazionale canadese Meridan Gold - dietro compenso di migliaia di dollari - dei propri sentieri per il passaggio dei camion che stanno sventrando una montagna alla ricerca dell’oro. L’ecologismo dei trevigiani non fa una piega neanche davanti alle tonnellate di cianuro che si riverseranno sui loro laghi e fiumi: il profitto ha la precedenza. Ed è proprio di questi giorni la scoperta che un terreno di 500 ettari appartenente ai Benetton sarà sottoposto a sfruttamento minerario per l’estrazione di oro e rame.
Ecologisti e sensibili ai diritti umani!
L’ultima campagna pubblicitaria a sostegno del programma alimentare mondiale ha ricevuto un grande consenso da parte di personalità ed associazioni che da sempre seguono le violazioni dei diritti umani. Ma di quali diritti umani osano parlare? Associazioni di lavoratori sparse nel pianeta denunciano da sempre le pessime condizioni di lavoro all’interno degli stabilimenti Benetton. Con quale arroganza osano utilizzare le immagini di donne afgane, che non sono state liberate da nulla? Con quale faccia riescono a conciliare la loro contrarietà alla guerra e la concessione delle Autostrade (di cui sono azionisti di maggioranza) al trasporto delle armi da guerra?
I nostri pacifisti non riescono ancora a spiegare la loro partecipazione societaria alla flotta mercantile Strada Blu che ha trasportato materiale bellico nel Golfo Persico per conto dell’esercito inglese.
Scenari inquietanti
Associazioni di consumatori inglesi hanno avviato per proprio conto una campagna di boicottaggio dei prodotti Benetton, in particolare della linea Sisley. La ragione di tale iniziativa deriva dal fatto che Benetton è la prima multinazionale a livello mondiale che ha deciso di utilizzare un sistema di controllo dei propri prodotti attraverso dei microchip, inseriti su ogni singolo capo al momento della produzione. Il progetto, dopo un lungo periodo di studio presso i laboratori del Ministero della difesa americano, è stato sviluppato dalla Philips. Se non ci saranno grandi inconvenienti sarà presto utilizzato da tutte le più grandi multinazionali, portando all’eliminazione del codice a barre.
I microchip sono dotati di trasmettitori a bassa frequenza, la cui pericolosità per i lavoratori ed i consumatori non è stata studiata.
In teoria questo nuovo metodo snellirebbe il lavoro del controllo dalla produzione alla vendita del prodotto. Il timore che in molti hanno è che i microchip non saranno affatto disattivati al momento della vendita, bensì saranno utilizzati per controllare gli stili di vita dei consumatori.
I Colori Uniti dello Sfruttamento
E’evidente che abbiamo di fronte una multinazionale con svariati interessi, con ramificazioni tra le più varie. La favola della famiglia imprenditoriale non regge più. Da più parti emerge con prepotenza l’arroganza Benetton, così come quella di qualsiasi altra multinazionale, nella pretesa di regolare la nostra vita fin nei più intimi desideri.
La settimana di lotta sarà, pertanto, uno dei momenti del nostro percorso teso alla distruzione di questo sistema di sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sugli altri animali.
30 apr. '03 - Lecce
Nuovo presidio davanti ad uno spaccio Benetton, con volantinaggio, striscione e pannelli informativi.
L'ennesimo questurino zelante, irritato dalla nostra, a suo dire, "anonimità" dovuta al fatto che non era stata fatta comunicazione in questura, ha cercato di pretendere i documenti dei presenti, dovendo però desistere ben presto, in quanto ignorato da tutti.
23 apr. '03 - Lecce
Questo pomeriggio, una dozzina di persone ha tenuto un presidio davanti ad un negozio Benetton a Lecce.
Siamo rimasti davanti al negozio per circa 2 ore e mezza, distribuendo 1000 volantini, aprendo uno striscione e allestendo una mostra su alcuni crimini commessi dal colosso ai danni dei Maqpuche.
I gestori del negozio hanno chiamato i vigili urbani che, accorsi, pretendevano i documenti, che ci siamo rifiutati di dare. Hanno quindi chiamato gli agenti della questura che, intervenuti, hanno pensato bene di restare calmi per evitare di creare disordini come già successo in dicembre, ed hanno quindi fatto intervenire la Digos che si è limitata a controllarci e a riprenderci con la videocamera a distanza.
Spazio Anarchico -Corte dei Petraroli, 2
Sabato 26 aprile, dalle ore 15, chiusura della settimana di lotta contro Benetton con un incontro pubblico, mostra fotografica e presidio a Pisa.
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