SOVVERSIVI PER LA LIBERTA’

Come molti/e si ricorderanno il 12 maggio scorso l’operazione Nottetempo portò tre nostri compagni in galera, due compagne ai domiciliari e 15, diventati a fine indagine ben 18, indagati a piede libero. Tralasciando ogni discorso di colpevolezza/innocenza (in quanto pensiamo che la giustizia non si trovi nelle leggi ma in ognuno di noi e nelle relazioni tra le persone stesse) e le accuse specifiche di attacco a strutture legate alla reclusione e alla deportazione degli immigrati, come anche quelle riguardanti la Benetton, predatrice delle terre e dell’esistenza del popolo Mapuche in Argentina, e la Esso, responsabile tra i tanti, del genocidio del popolo irakeno, ci sembra necessario ricordare, ancora una volta, la “natura” di un’operazione repressiva come questa basata sull’accusa do associazione sovversiva (270 bis).

Operazione esemplare, che seppur presentata nell’ambito di una “crociata” anti-terrorismo o anti-anarchica, ha un altro significato: far capire, anche indirettamente, a tutti gli sfruttati (cioè a coloro che stanno al limite della sopportazione) che lo Stato è pronto a usare tutti i mezzi necessari per annientare sul nascere ogni conflitto sociale. Punire alcuni per educarne tanti. E avvisarli che tentare di conquistarsi migliori condizioni di vita non mediando con i suoi fedeli servi, (partiti, sindacati asserviti, giornalisti, ecc) è rischioso per la propria libertà personale…che la vita è con lo Stato, o meglio dentro di esso, o non sarà niente. Avvisarli che chiunque non seguirà le sue democratiche norme d’oppressione al servizio dei padroni sarà marchiato di terrorismo.

E a proposito di questo vanno spese due parole sul cosiddetto “Pacchetto Pisanu”, cioè su quelle leggi che, con la scusa di alcune risposte cieche e indiscriminate (ma anche esasperate e quantitativamente senza paragone rispetto al genocidio di un milione e mezzo di irakeni dichiarati dai governi occidentali al mondo intero, definiscono terroristiche “le condotte che per loro natura o contesto, possono arrecare grave danno a un paese o a un’organizzazione internazionale, e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto, o destabilizzare o distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali di un paese o di un organizzazione internazionale”,- che a ben vedere è proprio quello che fanno gli Stati occidentali-.

Da questa definizione si capisce molto meglio che chiunque è insoddisfatto e non disposto a piegarsi alle imposizioni di padroni e compagnia bella, e scende in piazza, come hanno fatto per esempio i lavoratori portuali in Corsica e a Marsiglia, sarà un terrorista e quindi andrà trattato a dovere, arrivando persino a vedersi di fronte l’esercito per aver occupato il proprio posto di lavoro e per rivoltarsi contro la possibilità di vedersi minacciata la propria precaria sopravvivenza e quella della propria famiglia. Ciò spiega tra le righe che in qualche modo lo Stato ha paura delle voci di dissenso e delle rivolte degli sfruttati, e senza problemi quanto prima, quando il fastidio si comincia a sentire per le strade, li zittisce e li rinchiude additandoli come criminali o terroristi, specie quando si tratta di voci di protesta senza possibilità di controllo istituzionale.

E’ così che due dei nostri compagni ancora pagano (senza nemmeno la fondatezza dell’accusa) con la reclusione in carcere e altri due ai domiciliari, in attesa del processo.

Questo è lo Stato in cui siamo costretti a sopravvivere, ed è questo fedele oppressore insieme al suo padrone, il Capitale, ad essere il vero nemico dell’umanità.

Ad ognuno di noi quindi la scelta: o accettare questa esistenza e questa organizzazione sociale, diventando complici dei torturatori (ossia i veri terroristi organizzati con tanto di leaders, ideologi e servi operativi al seguito) oppure combattere per la loro estinzione, cominciando a pensare al riscatto e a un’altra esistenza autorganizzata senza la mediazione di potere e denaro…

ANARCHICI