Sorvegliare e punire

  Anarchici salentini

Che questa società, più di altre forse, sia la società del controllo, dovrebbe ormai essere noto a tutti. Ma per fare in modo che questa realtà non venga dimenticata, a qualcuno spesso viene ricordato di non prendersi troppe libertà, perché i suoi movimenti sono seguiti a vista; niente reality o intercettazioni “illecite” (ma anche se ci fosse l’autorizzazione di un giudice, non si sarebbe spiati ugualmente?), qui trattiamo di vere e proprie intimidazioni. Da alcuni mesi infatti, si svolge a Lecce un processo contro una quindicina di compagni anarchici, accusati di associazione sovversiva, soprattutto per essersi opposti con determinazione ai Centri di Permanenza Temporanea, i moderni lager per immigrati senza documenti.

Dopo quasi un anno e mezzo di custodia preventiva, tre nostri compagni sono ancora agli arresti domiciliari, seppure il castello di sabbia costruito dall’accusa si sia sgretolato già da tempo.

Oltre a ciò, si continua a non dare tregua a chi non ha abbassato la testa ed esprime ciò che pensa, o ha manifestato solidarietà nei confronti degli anarchici. Capita, infatti, che solo per aver assistito a delle udienze del processo citato, si venga pedinati o cercati telefonicamente da ligi questurini, - i cosiddetti “professionisti” -, che cercano da un lato di intimorire chi esprime solidarietà, e dall’altro di isolare chi è recluso, o coloro nei cui confronti si è scatenata una “caccia alle streghe”. Pratica, tra l’altro, già usata in precedenza e molto diffusa per la sbirraglia che, subdolamente, ha contattato persone, compagni o semplici conoscenti, ponendo numerose domande e ammonendoli che a stare con gli anarchici, o dalla loro parte, si rischia di entrare nel mirino di investigatori di vario genere, e che non conviene frequentare queste persone pericolosissime: chissà che qualcuno di loro non abbia due teste, quattro braccia, o sia un odierno untore… Ma d’altro canto, come non considerare pericolosi degli individui che esprimono le proprie idee e agiscono di conseguenza, cercando appassionatamente per strada dei complici, tra gli sfruttati di ogni giorno? Gli anarchici sono tra questi, e per il potere vanno repressi e isolati.

E invece... Con ostinazione pensiamo di non poter tacere di fronte all’assassinio di migliaia di individui che tentano di raggiungere le coste, blindate, italiane ed europee, alla loro riduzione in schiavitù quando su queste coste vi sono giunti (solo pochi giorni fa anche i giornali hanno riportato la notizia che a Foggia, decine di immigrati vengono sfruttati e vessati pesantemente per pochi euro al giorno), e alla loro persecuzione e deportazione, quando non ritenuti utili. La retorica democratica non fa più appello neanche alla farsa dei diritti umani e permette che eserciti, multinazionali e Stati, facciano di questo pianeta terra bruciata, e dei suoi abitanti milioni di esclusi.

Ma, per fortuna, in questo mondo in tempesta, c’è chi ha ancora voglia di agitarne i venti.

Libertà per gli anarchici, libertà per tutti.

Anarchici salentini

[…] Avrebbero mandato a pezzi il suo cervello prima di riformarlo. Il pensiero eretico sarebbe rimasto impunito, al di qua del pentimento, ormai irraggiungibile, per essi. Avrebbero fatto un buco nella loro perfezione. Morire odiandoli, questa era la libertà. - G. Orwell, “1984”

[Settembre 2006]