SOLIDARIETA’ CON GLI ANARCHICI PROCESSATI AD AACHEN

Il 24 giugno 2004, un’auto con a bordo tre uomini e una donna viene fermata dalla polizia tedesca ad Aachen (confine Belgio-Germania) per un "normale" controllo. La reazione di uno dei passeggeri è immediata: l’uomo tira fuori un fucile e spara in aria. A quel punto, gli sbirri trascinano la donna fuori dall’auto e l’arrestano. I tre uomini fuggono su un’altra auto prendendo una coppia in ostaggio. La polizia si mette al loro inseguimento, uno scambio di colpi d’arma da fuoco si verifica tra gli sbirri e l’auto in fuga. A un certo punto, l’auto dei fuggiaschi si ferma per un guasto, i tre rilasciano gli ostaggi e si impossessano di un’altra auto. Purtroppo, l’inseguimento si conclude con l’accerchiamento dell’auto in fuga e l’arresto dei tre uomini. Portati in tre diverse prigioni, vengono sottoposti ad un duro regime di isolamento per nove mesi. Il loro processo presso il tribunale di Aachen, iniziato il 23 marzo 2005, sta per concludersi (agosto-settembre 2005). Ad ogni udienza, i tre prigionieri devono varcare la soglia del tribunale con catene alle mani e ai piedi, e con occhi e orecchie bendati.

Chi sono queste persone? Perché suscitano in noi ben più che semplicemente simpatia e ammirazione per essere ribelli ed essersi liberati dalla logica di schiavitù e sottomissione al sistema per poi trovarsi faccia a faccia con i cani da guardia del capitale? La ragione è semplice: questi uomini, Bart, Gabriel e José, hanno qualcosa in comune con noi. Sono anarchici, amano la libertà e si sono dichiarati nemici giurati dello sfruttamento. La donna, Begonia, è la sorella di Gabriel e, a parte questo, non ha nessun altro legame con il movimento anarchico.

Bart De Geeter, 24 anni, è un anarchico belga, attivo nella Croce Nera Anarchica di Gent.

Gabriel Pombo da Silva, 36 anni, è un noto anarchico spagnolo che ha trascorso 20 anni in prigione, 14 dei quali nell’infame regime FIES. Nell’ottobre del 2003 era evaso dal carcere, dopo aver lottato per anni, all’interno della prigione, contro le brutali condizioni imposte ai detenuti nelle galere spagnole.

José Fernandez Delgado è un altro anarchico spagnolo, anche lui evaso dal carcere dopo 8 anni di prigione.

Begonia, 34 anni, rilasciata il 12 ottobre 2004, è tuttora accusata di rapina a numerose banche, sebbene non vi sia alcuna prova a supportare tale accusa.

I tre anarchici devono invece rispondere di tentato omicidio, rapimento di ostaggi, rapina a mano armata e una serie di gravi infrazioni stradali.

Dal momento del loro arresto, inoltre, un’indagine poliziesca è stata avviata in Belgio, Germania e Spagna e ha colpito numerosi compagni, accusati di far parte di una rete internazionale dell’eversione. Il caso è stato trattato dai media come un evento spettacolare, buono per riempire le prime pagine e appagare la sete di sensazionalismo degli spettatori. E, come sempre quando c’è di mezzo la Spagna, è stata tirata in ballo l’ETA e i suoi "legami con gli anarchici". Del resto i media non hanno niente di meglio da raccontare oltre quello che apprendono dalle veline della polizia.

Noi sappiamo che i nostri compagni hanno avuto quella reazione di fronte al fermo di polizia per difendere la loro libertà e la loro vita e per non tornare mai più nelle celle di tortura spagnole. La solidarietà è in loro più forte della paura. Noi, come loro, non accettiamo questo mondo miserabile fatto di ingiustizia, menzogna e sfruttamento.

LIBERTA’ PER BART, GABRIEL E JOSE’

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B. Porkoiddio