Ieri, 14 novembre, verso le 17 le forze della repressione hanno sgomberato il Bocciodromo rioccupato da una settimana, aperto all’autogestione e liberato dalla logica del profitto. Ancora una volta, le calunnie dei mass-media hanno preparato il lavoro sporco di polizia e carabinieri. L’allontanamento, giovedì, di un fotografo che lavora per un giornale si è trasformato sulla stampa di ieri in un “pestaggio” e in una “rapina” (al fotografo è stato tolto il rullino).

Ancora una volta, le autorità e i padroni preferiscono devastare un luogo inutilizzato da anni piuttosto che gli spazi vivano di idee, passioni, lotte.

Sbaglia i suoi conti chi vorrebbe ridurre la questione ad uno scontro tra anarchici e polizia: il problema delle case sfitte e degli spazi sociali è un problema di tutti.

Sbaglia i suoi conti chi pensa di sgomberare le idee e la rabbia sgomberando dei muri.

I 9 compagni presenti sono stati arrestati con l’accusa di occupazione e furto aggravato di energia elettrica, e in serata trasferiti nel carcere di Verona. Il motivo principale del loro arresto sono state le iniziative in corso al Bocciodromo sui reali terroristi, vale a dire gli Stati, i padroni, i loro servi e i loro laboratori di morte. Una proiezione ed un dibattito partecipati si sono svolti su questo tema proprio giovedì sera. Un grande striscione appeso da martedì sullo stabile occupato diceva: “Si raccoglie ciò che si semina. Fuori le truppe dall’Iraq, fuori gli eserciti dal mondo”. Troppo, di questi tempi.

La “guerra al terrorismo” è per gli Stati un’arma propagandistica decisiva, sia sul piano internazionale che su quello nazionale. Nessuna voce fuori dal coro è consentita.

Se lì il dissenso brucia, è lì che bisogna alimentare le fiamme.

Il PM ha 48 ore per decidere rispetto ai compagni. Vi faremo sapere.

PER LA LIBERAZIONE IMMEDIATA DEI COMPAGNI, PRESIDIO SABATO 15 NOVEMBRE ORE 16, PIAZZA DEL GRANO, ROVERETO.

anarchici roveretani

15 novembre 2003

SUL PROCESSO AI 9 COMPAGNI DI ROVERETO

Ieri, 17 novembre, si è svolto a Rovereto il processo contro i nove compagni arrestati nel pomeriggio di venerdì scorso durante lo sgombero del Bocciodromo, uno stabile rioccupato per la terza volta la settimana prima. Nel clima repressivo generale, un semplice allacciamento abusivo della luce è bastato come pretesto per arrestare i compagni. Davanti ad un tribunale blindato (almeno 150 sbirri, secondo gli stessi giornali) si è svolto a partire dalle dieci del mattino un presidio di solidarietà a cui hanno partecipato una cinquantina di compagni e amici degli arrestati. Verso le 18 e 30 la sentenza: due degli arrestati sono stati assolti, sei condannati a 6 mesi di carcere, uno a 8 mesi, tutti con la condizionale, quindi scarcerati in serata. Tranne Bogu, per cui il giudice ha ordinato la custodia cautelare in seguito ad un altro procedimento: questo compagno è infatti accusato di "rapina aggravata" sulla base del riconoscimento fatto da un fotografo che lavora per "il Trentino". Questi i fatti: il fotografo in questione, giunto al Bocciodromo per scattare delle foto, è stato allontanato per le spicce dopo che un compagno lo ha ripetutamente quanto inutilmente invitato ad andarsene e dopo che abbiamo detto (anche a lui in particolare) e scritto mille volte che non vogliamo giornalisti fra i piedi. La "rapina" sarebbe la sottrazione di un dischetto (l’equivalente del rullino nelle macchine fotografiche digitali). Oggi si finisce in galera per questo. D’altronde, il P.M. aveva chiesto tre anni per "furto aggravato di energia elettrica". Le stesse condanne del giudice, tenuto conto che il processo seguiva il rito abbreviato (il quale prevede la riduzione di un terzo della pena), sono di per sé piuttosto indicative.

I compagni fuori, a processo concluso, sono partiti in corteo spontaneo verso il centro, dove ci sono stati alcuni interventi al megafono. A corteo finito, la piazza si è riempita di sbirri che hanno circondato i compagni. La presenza incuriosita della gente ha tuttavia permesso ai nostri di andarsene senza dare i documenti.

Ora comincia la battaglia per liberare Bogu, contro la stampa di regime e i suoi fotografi. Tutto ciò è reso ancora più significativo dal fatto che il fotografo che ha fatto finire Bogu in galera, Fulvio Fiorini, faceva parte negli anni Settanta del locale gruppo Serantini e si definisce tuttora anarchico. Di più, gli stessi compagni dell’allora Serantini, durante uno sciopero generale nel ’76, picchiarono e alleggerirono del suo apparecchio un fotografo accorso a riprendere le vetrine sfasciate di un supermercato… I tempi per qualcuno cambiano davvero: ora tutti gli uomini politici – da destra a sinistra – e l’Ordine dei giornalisti esprimono la loro solidarietà al fotografo, "vero anarchico" e "cittadino esemplare". Che spettacolo. Strapperemo Bogu a questo linciaggio mediatico. Continueremo – visto che quello è stato il motivo reale degli arresti – a ripetere che terroristi sono gli Stati e i padroni, che i carabinieri uccisi in Iraq non erano eroi, bensì assassini. Comunicheremo presto le prossime iniziative.

Bogu è rinchiuso nel carcere di Bolzano. Il saluto che domenica [16 novembre] abbiamo portato ai 7 compagni (le compagne erano detenute a Verona) e a tutti i prigionieri sotto quel carcere – con striscioni, urla e petardi – ha contribuito a creare dentro un clima solidale. Purtroppo, 16 compagni fermati a seguito dell’iniziativa hanno ricevuto, dopo una lunga permanenza in questura, un foglio di via di due anni da Bolzano per manifestazione non autorizzata e resistenza. La solidarietà dà fastidio.

Ecco il nome e l’indirizzo completi per scrivere a Bogu: Miroslav Bogunovic, casa circondariale, via Dante 28/A, 39100 Bolzano.

Aggiungiamo una brutta notizia. Uno dei compagni arrestati, Juan, è uno spagnolo che da un anno vive a Rovereto. Il nuovo questore di Trento, Colucci, già questore a Genova durante il G8, ha firmato un decreto di espulsione contro di lui, in quanto cittadino indesiderato per via delle denunce accumulate in Italia. Abbiamo scritto tante volte che le frontiere che separano il cittadino dallo straniero, il "regolare" dal clandestino, il comunitario dall’extracomunitario si spostano e si assottigliano a seconda delle esigenze dei padroni e delle loro polizie. Questo provvedimento, che rischia di diventare esecutivo fra quindici giorni, ne è la conferma. Contro tutte le espulsioni, Juanito non si tocca!

compagni di Rovereto e Trento

18 novembre 2003


 
 

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