#lang it #title Quale memoria? Mentre in questi giorni si organizzano eventi per ricordare le deportazioni di milioni di individui, il loro annullamento e sterminio nei campi nazisti, si dimentica che luoghi simili esistono ancora oggi, mascherati da un altro nome. Come nei *lager*, che rinchiudevano tutti gli indesiderati del regime, oggi nei centri di permanenza temporanea per immigrati sono internati, per la mancanza di un documento, migliaia di persone ogni anno, in attesa di essere espulsi nelle zone di provenienza. I politicanti di destra e sinistra con la retorica della “memoria” si lavano le mani dall’aver costruito i CPT, organizzato le retate poliziesche contro gli immigrati e la loro deportazione. Nel presentare la questione si vuol far credere che i campi di concentramento del passato siano stati un’eccezione nella storia, come se il mondo di oggi fosse immune da tale rischio. Eppure l’esclusione è, seppur in forme diverse, la garanzia per il buon funzionamento di qualsivoglia regime politico ed economico, in quello tedesco degli anni Trenta come nella fortezza Europa e del mondo occidentale. Costretti ad abbandonare i propri cari e la propria terra a causa di guerre e catastrofi sociali, milioni di persone raggiungono il *“mondo civilizzato”* in cerca di una speranza di vita, trovando nel maggiore dei casi sfruttamento, razzismo e reclusione. Sono gli stessi treni che oggi molta gente, anche in buona fede, utilizza per raggiungere i luoghi dello sterminio e commemorare, che trasportano gli indesiderati verso i CPT o le frontiere. I treni di cui, per la loro complicità nella deportazione, sono state bruciate alcune carrozze, gesto di cui è accusato un compagno di nome Juan – ora in carcere in Spagna in attesa di estradizione. Gli stessi CPT a cui si sono opposti con forza gli anarchici salentini finiti sotto processo, e che si trovano da quasi due anni in custodia cautelare, tra carcere e arresti domiciliari. L’associazione sovversiva con finalità di terrorismo (art. 270bis del Codice Penale) è lo strumento che, in entrambi i casi, è stato usato per porre un freno a coloro che di silenzio sociale non ne volevano sapere e per intimorire tutti gli altri. La consapevolezza del passato ha un senso se permette di riconoscere le infamie del presente. Affinché dei lager non ne rimanga davvero solo un ricordo… *Alcuni nemici dei lager del passato e del presente* 24/01/2007