Le perle dei porci (ovvero: Micco, Macco e zio Birillo)

Inauguriamo su questo numero di Peggio una nuova rubrica, che raccoglie alcune tra le perle – estratte dalle trascrizioni dei verbali di udienza – generosamente elargite in tribunale dai testi dell’accusa, nel processo contro gli anarchici salentini. Molte sono state le perle, e difficile la scelta delle più pregevoli. Difficile è stata anche la scelta del nome da dare alla rubrica; se sul titolo non ci sono troppe parole da spendere, soprattutto ci è parso appropriato il sottotitolo, tipica espressione salentina difficilmente traducibile ma che, grosso modo, sta ad indicare delle persone un po’ tonte, abituate spesso a muoversi assieme per nascondere l’incapacità individuale. Su questo numero, rendiamo la pubblicità che merita a Raffaele D’Agostino, capo della Digos leccese…

Teste Raffaele D’Agostino: gli obiettivi principali dell’ideologia anarchica sono prima di tutto lo Stato, però lo Stato in un certo senso nelle sue espressioni che secondo loro logicamente, secondo l’ideologia anarchica, sono quelle da combattere, prima di tutto il capitalismo, da non confondere con l’ideologia capitalistica propria del marxismo o del leninismo! Cioè, in un certo senso in quell’altra ideologia si arriva ad un sovvertimento della lotta di classe, ecc; qui invece l’ideologia anarchica vuole arrivare ad una società libera, dove l’individuo è libero di fare ciò che vuole, al di là di qualsiasi legame o comunque altro Stato. Quindi lo Stato in un certo senso è l’obiettivo da colpire, quindi il capitalismo; il capitalismo che poi crea la famosa ingiustizia fondamentale, che a livelli esasperati porta a creare questa distinzione tra ricchi e poveri, quindi anche non a livello di uno Stato, ma anche a livello mondiale. Quindi una sua espressione del capitalismo nella sua accezione negativa è poi la globalizzazione, che rende questa distinzione tra Paesi ricchi e tra Paesi poveri ancora più grossa, più grande.

Nel pezzo che segue, il teste sta parlando delle teorie elaborate da *. *. *. in molti suoi scritti, a cui gli anarchici imputati farebbero riferimento.

Presidente: cosa ha scritto lui in sintesi, cosa ha suggerito di fare, in termini non cifrati, in termini espliciti?

Teste Raffaele D’Agostino: ha scritto tantissimi libri. In fase di perquisizione nelle abitazioni e presso il Capolinea Occupato abusivamente abbiamo visto un sacco di libri.

Presidente: capisco, ma che dicono questi libri?

Teste Raffaele D’Agostino: libri che ci hanno… sull’anarchismo insurrezionalista, sulle teorie insurrezionaliste.

Pubblico Ministero: chiedo scusa, dottore. Si teorizza – il Presidente penso che le vuole chiedere questo – l’uso delle armi, in questi libri?

Presidente: esattamente questo voglio chiedere.

Teste Raffaele D’Agostino: l’uso delle armi sicuramente no. Di lotta armata si parla, di lotta armata, però… […] dato che non mi sono letto tutti i libri di . . ., non ho avuto tempo di leggere i libri di . . . […] nell’abitazione di . . e . . troviamo un libro di .

Pubblico Ministero: vuole riferire a quale perquisizione si tratta?

Teste Raffaele D’Agostino: le perquisizioni che abbiamo appunto effettuato il 12 maggio 2005. Poi qui troviamo, sempre nell’abitazione, ventiquattro libri di . . .

Pubblico Ministero: ventiquattro libri!

Teste Raffaele D’Agostino: della serie “libri di anarchismo”, di vari titoli e contenuti.

Presidente: sono costretto a fare queste interruzioni. Ventiquattro libri vuol dire: ventiquattro testi diversi o ventiquattro copie dello stesso libro?

Teste Raffaele D’Agostino: questo non lo so. […]

Pubblico Ministero: potrà eventualmente anche con calma redigere un elenco, l’importante è che c’erano i libri di . . .