PER UN COORDINAMENTO CONTRO LA REPRESSIONE

Pestaggi da parte delle forze dell’ordine durante una manifestazione studentesca. Precettazioni, denunce contro chi sciopera senza preavviso (mentre i padroni, senza preavviso, possono licenziare decine di operai, come è successo alla Filtrona di Rovereto). Linciaggio mediatico contro ogni forma di autorganizzazione. Arresti e condanne di chi occupa spazi sociali da tempo inutilizzati. Espulsioni di chi disturba o è semplicemente “di troppo” secondo le esigenze del mercato (pensiamo agli immigrati rinchiusi e cacciati solo peché privi di documenti). Fogli di via su iniziativa della Questura, diffide, intimidazioni.

Questo è il clima che si respira a Trento e a Rovereto, come nel resto d’Italia. Per imporre condizioni di vita sempre più insopportabili, questo sistema sociale rivela il suo vero volto: il terrore mascherato da consenso.

A tutto ciò occorre reagire con forza, ben al di là delle distinzioni di categoria (tranvieri od operai, studenti o disoccupati, siamo tutti coinvolti). In gioco è la libertà stessa di spostarsi, di manifestare e di lottare. Per questo è nato un coordinamento autorganizzato contro la repressione, composto da studenti, lavoratori e precari. Il coordinamento è indipendente da partiti e sindacati e si basa sull’autogestione e l’autofinanziamento delle lotte. Esso non ha nessun portavoce, se non l’assemblea in cui le decisioni si prendono all’unanimità, libero ciascuno, per il resto, di realizzare le proprie iniziative autonomamente. Abbiamo visto in che vicolo cieco ci ha portati la pratica – politica e sindacale – dei pochi che parlano, trattano e decidono in nome di tutti. È ora di organizzarsi diversamente.

Le riunioni del coordinamento si tengono ogni lunedì e giovedì, dalle 18.00 alle 20.00, nell’aula caffè di sociologia, in via Verdi 6 a Trento.

• Contro le cariche della polizia, per il ritiro delle denunce ai danni dei manifestanti anti-Moratti
• Basta precettazioni e denunce contro i lavoratori in lotta, per lo sciopero autorganizzato
• Basta espulsioni e fogli di via, per la libertà di movimento