Venendo meno agli stessi princìpi che pretende di far rispettare agli altri, ancora una volta Cosmo Francesco Ruppi, Arcivescovo di Lecce, veste gli abiti del bugiardo! Forse è così che intende festeggiare i suoi 50 anni di sacerdozio, e per fare passare le sue menzogne si avvale come al solito del collaborazionismo dei media, sempre pronti a sostenere il falso facendolo passare per il suo contrario, da bravi contorsionisti della semantica.

Esprimendosi sulla questione Regina Pacis, il Monsignore ha dichiarato che alla scadenza della convenzione come Centro di Permanenza Temporanea (il 31/12/04), questa non sarà più rinnovata con lo Stato italiano, e il Regina Pacis tornerà ad essere un Centro di Accoglienza. Non c’è dubbio: Vescovo e giornalisti mentono sapendo di mentire.

Se già fin’ora la realtà è sempre stata mistificata e il Cpt veniva fatto passare per Centro d’Accoglienza, quello che s’intende fare è proseguire sullo stesso terreno e continuare a rimestare nel torbido per occultare la verità nuda e cruda. Ciò che deve essere chiaro è che i Centri di Accoglienza non esistono più e quello che la legge Bossi – Fini prevede, sono solo i Cpt e i Centri di Prima Identificazione per richiedenti asilo, come è ad esempio quello di Otranto. Non rinnovare più la convenzione come Cpt – ammesso che questo sia vero – significa probabilmente diventare Centro di Prima Identificazione, ma questo non sposta di una virgola la funzione di questi luoghi, aventi tutti – a vario titolo – funzioni repressive: veri e propri lager in cui vengono ammassati gli indesiderabili stranieri in attesa di essere espulsi dall’Occidente. Rei di non avere i documenti in regola, a costoro di fatto non si perdona un’unica inconfessabile colpa: quella di essere poveri.

Ma se anche il Regina Pacis dovesse smettere di svolgere la sua spregevole attività nel Salento, bisogna capire perché questo accadrà. Probabilmente i suoi gestori trovano più conveniente "investire" in Moldavia, dove lo sciacallaggio rende di più per via di differenti condizioni economiche, politiche e sociali e dove hanno già aperto cinque strutture le cui attività spaziano dalla produzione dei pasti al recupero dei bambini di strada, al "reinserimento" delle vittime della tratta delle schiave. Inoltre, la gestione del Cpt nel Salento sta portando troppi problemi, sia di natura legale – con un processo in corso per violenze, maltrattamenti, abusi, ecc. –, che di ordine pubblico con manifestazioni, presìdi e soprattutto evasioni e rivolte all’interno. A fianco a ciò, è da considerare che nuovi Cpt stanno aprendo un po’ in tutta Italia, con l’obiettivo dichiarato di arrivare almeno ad averne uno per Regione, ed uno nuovo è pronto a Bari, che potrebbe sostituire quindi il Regina Pacis se questo veramente cesserà di esistere.

Comunque vadano realmente le cose, c’è ben poco da gioire per chi, come noi, crede che la giustizia non abiti in tribunale, non rimette ai giudici nessuna decisione e non auspica l’avvento di gestori più umani e sbirri più buoni a guardia dei Cpt. Quello che crediamo sia da fare è attivarsi per far scomparire, uno dopo l’altro, tutti i lager, con ogni mezzo sarà a nostra disposizione. Primo fra tutti: quello di San Foca.

**Il Regina Pacis deve chiudere!
*Nemici di ogni frontiera***

c/o Capolinea Occupato

Via Adua, 5 - Lecce

(17 novembre 2004)

 
 

Il sito guerrasociale.org non è più attivo da molto tempo. In queste pagine sono stati raccolti e archiviati in maniera pressoché automatica tutti i testi pubblicati. Attenzione: gli indirizzi (caselle postali, spazi occupati, centri di documentazione, email, ecc.) sono quelli riportati nella pubblicazione originale. Non se ne garantisce quindi in nessun modo l'accuratezza.