SPAZIO APERTO NO INCENERITORE NO TAV - TRENTO
Per contatti: noinceneritorenotav@gmail.com
Nel quadro delle riflessioni e iniziative mensili rispetto all’inceneritore e al TAV, per mettere a confronto esperienze di vita e di lotta, per trovare la forza e i suggerimenti necessari alle battaglie che ci aspettano contro le nocività ambientali
Mercoledì 15 marzo - Ore 20.30 - Presso la sala circoscrizionale di via Perini
Presentazione di Nunatak, rivista di storie, culture, lotte della montagna
"Le montagne sono lì a testimoniare la resistenza di uomini e di rocce. Rocce che hanno sentito i respiri affannati dei contrabbandieri, che hanno protetto le armi dei ribelli, che hanno nascosto le bande dei briganti. Rocce che hanno ancora tanto da raccontare. È per questo suo passato intriso di resistenza, per le sue particolarità geografiche, per la sua bellezza ed il suo fascino che privilegiamo la montagna come luogo dove sviluppare i nostri progetti” (dall’editoriale del primo numero)
Verrà inoltre raccontata l’esperienza di una lotta – vittoriosa – contro la costruzione di una grande centrale idroelettrica sul torrente Chiusella, nell’omonima valle del Piemonte.
Un nuovo spunto per parlare delle prossime iniziative “no inceneritore no tav”.
Mercoledì 15 febbraio - Ore 20.30 - Presso la sala circoscrizionale di via Perini
Incontro/dibattito con alcuni partecipanti alla lotta No Tav della Val Susa . Saranno proiettati i video “No tav: gli indiani di valle” (54’) e “Venaus revolutions" (15’)
La lotta popolare in Val Susa contro il TAV ha saputo comunicare con forza un messaggio semplice e universale: fermare la devastazione ambientale è possibile. Abituati come siamo a mangiare tutti i giorni pane e impotenza, spesso rinunciamo in partenza alle battaglie che riteniamo giuste. Anche in Val Susa, fino ad ottobre, si sentivano le solite frasi: “Tanto il TAV alla fine lo faranno, gli interessi in ballo sono troppo forti”. Questo luogo comune – la nostra dose di rassegnazione in pillole – è stato scosso da una straordinaria mobilitazione che ha modificato la vita quotidiana di un’intera valle.
La liberazione di Venaus dell’8 dicembre, quando migliaia di persone hanno riconquistato il presidio NO TAV brutalmente sgomberato due giorni prima dalle forze dell’ordine, ha imposto di fatto la sospensione dei lavori e la progressiva smilitarizzazione del territorio. Questi ultimi mesi, benché più tranquilli, i valsusini non li hanno “né giuocati né dormiti”. Dalla manifestazione oceanica di Torino del 17 dicembre al corteo del 7 gennaio a Chambery, dalla mobilitazione congiunta NO PONTE NO TAV a Messina e a Susa alle iniziative NO TAV NO INCENERITORE in Toscana, l’opposizione all’Alta Velocità sta incontrando quella alle altre Grandi Opere e al mondo che le produce, allargando spazi e infondendo fiducia.
Vi invitiamo a un incontro pubblico su questa lotta. Un’occasione per chi non la conosce, un aggiornamento per chi è già solidale, qualche proposta per chi è deciso a contrastare il progetto faraonico, inutile e nocivo della linea ad alta velocità del Brennero (l’equivalente nostrano del TAV Torino-Lione), che riguarderà anche la provincia di Trento.
Mercoledì 8 febbraio - Ore 20.30 - Presso la sala circoscrizionale di via Perini
Incontro/dibattito con il Comitato per la difesa della salute di Sesto S. Giovanni (Milano) preceduto da un video (20’ circa) sull’amianto e i suoi effetti sulla salute
Da dodici anni un gruppo di operai della Breda Fucine di Sesto S. Giovanni (Milano) lotta contro questa fabbrica di morte e contro un intero sistema economico che, in nome del profitto, calpesta e uccide uomini e natura.
Il Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio nasce nel 1996 all’interno di Cascina Novella, una struttura lasciata andare in degrado per anni e occupata nella primavera del 1994 da un gruppo di cassaintegrati delle fabbriche «storiche» di Sesto S. Giovanni (Breda, Magneti Marelli, Ansaldo, Oerlikon).
«Dopo aver lavorato decine di anni alla Breda Fucine di Sesto S. Giovanni esposti a sostanze cancerogene e nocive (cromo, nichel e soprattutto amianto), molti dei nostri compagni di lavoro sono morti per mesotelioma pleurico e altri tumori provocati da questa sostanza (sono 75 i nostri compagni di lavoro morti finora accertati).
Altre decine di noi si sono ammalati e ad altri purtroppo si ammaleranno in futuro perché l’amianto è un cancerogeno che colpisce anche dopo 20, 30 o addirittura 40 anni». (da un comunicato del 25 gennaio 2006)
Questa lotta per la salute e per la dignità continua. Venite a conoscerla.
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