Una montagna di merda!

"Non parliamo per dire qualcosa,
ma per ottenere un certo effetto".

Goebbels

Che gli scribacchini di regime siano da sempre servili, leccaculo e proni nei confronti dei poteri forti è cosa risaputa, ma che le loro menzogne passino impunemente, non possiamo certo permetterlo.

Chi avesse avuto la sventura di ascoltare un TG o leggere un quotidiano locale qualche giorno fa, in seguito alla contestazione dell’aguzzino Ruppi mentre celebrava una messa in una sede universitaria, tutto avrà potuto apprendere meno che una pur minima sembianza di verità. In questo senso, la frase del Ministro della Propaganda nazista sopra riportata, è indicativa di quanto i tempi non siano cambiati poi tanto. D’altra parte, è difficile scrivere qualcosa di almeno veritiero quando non si è presenti e si riportano le veline degli sbirri. Perché questo è in realtà accaduto: nessuno era presente, ma tutti si sono sentiti in dovere di dar vita ad un fastidioso chiacchiericcio. Crediamo quindi importante fare chiarezza su quanto realmente avvenuto.

Tanto per iniziare, non eravamo in otto e sullo striscione non era scritto quello che hanno riportato i servi della carta stampata, e sì che uno sbirro si è anche premurato di trascriverne il contenuto e che lo stesso striscione sia stato anche più volte fotografato in passato; ma d’altra parte, neanche ci aspettiamo che uno sbirro sappia contare o sappia scrivere!

Che sia intervenuta la polizia ad allontanarci è cosa altrettanto falsa; con buona pace di coloro che chiedono più controlli e più polizia per sentirsi più sicuri, possiamo tranquillamente affermare che, se lo avessimo voluto, saremmo potuti andare via prima dell’arrivo degli sgherri; invitiamo quindi gli onesti contribuenti che amano essere spiati nel vuoto delle loro misere vite, ad esprimere le proprie rimostranze per il tardivo intervento della polizia e per quello ancora più tardivo della Digos, probabilmente disturbati mentre pranzavano. Inoltre, il loro tutt’altro che tempestivo intervento non ci ha certo impedito di continuare a volantinare, megafonare, esprimere il nostro sdegno e chiarire i motivi per cui eravamo lì, come invece gli sbirri si sono affrettati di fare apparire.

Quello che in particolare ci teniamo a chiarire poi, è che non siamo andati a trovare il caro Monsignore semplicemente per fare "una chiassata" e neanche abbiamo contestato la gestione del Regina Pacis - come scritto e detto sempre dai vari scribacchini. Il motivo per cui siamo andati a trovare il rispettato Vescovo, è perché questi altro non è che uno sciacallo a capo di un vero e proprio lager in cui vengono deportati esseri umani che hanno la sola colpa di non avere i documenti in regola, lager di cui non contestiamo la gestione - perché non lo vogliamo più umano o più colorato -, ma pretendiamo la chiusura e la distruzione.

Oltre agli scribacchini, altre disgustose persone hanno ritenuto opportuno dare fiato ai denti. In primis don Cesare Lodeserto, segretario del Vescovo e direttore del lager, che ha detto di noi che siamo quelli che "agiscono nel buio dei senza volto"; nella realtà siamo andati a rendere la nostra visita di cortesia di giorno e tutti hanno potuto ben vedere chi fossimo, e ci sembra al contrario piuttosto autobiografica la sua affermazione, essendo invece lui un bastardo capace solo di agire nel buio di un luogo chiuso quale è il lager che dirige per calpestare la dignità umana e compiere abusi di ogni genere. Noi, da parte nostra, saremmo anzi ben felici di poterlo incontrare di persona per un piacevole scambio di opinioni, nel chiarore di chi ha un volto… Oltre a lui, nello stesso buio di cui parla agiscono i giornalisti, che non hanno neanche la decenza di firmare i loro articoli.

Un ultimo pensiero vogliamo riservarlo ai professionisti della contestazione che da anni appestano l’aria della nostra città e che ancora una volta hanno perso una buona occasione per tacere. Che non fossero al corrente di quanto sarebbe stato fatto è cosa ovvia, non ritenendoli nostri compagni di strada ed avendo desideri ed aspirazioni ben diversi; che la nostra visita al Vescovo non crei consenso sinceramente ci importa poco, non facendo noi biechi calcoli elettorali per fini utilitaristici, e se azioni come quella fatta siano opportune o meno, siamo noi che le compiamo a stabilirlo, senza bisogno di suggeritori.

Da parte nostra, possiamo solo garantire che torneremo, nei tempi e nei modi che più ci aggradano…

Qualcuno che c’era

5 aprile 2004