Restano tuttora in carcere preventivo (possono fare appello al tribunale della libertà una volta al mese) sette compagni. Le accuse sono quasi le stesse per tutti: fabbricazione e detenzione di armi ed esplosivo, devastazione, apologia di terrorismo e altre per ogni singolo compagno. Come dicevo nel precedente comunicato, la situazione peggiore è quella del compagno basco già indagato per i fatti del G8 di Genova e in Spagna con accuse per terrorismo.

Per il compagno inglese, invece, le immagini del suo arresto sono state trasmesse in televisione in Inghilterra. Si vede che al momento dell'arresto il compagno ha uno zaino di un colore e dopo un po' si trasforma completamente in uno diversissimo... più voglio ricordare che in Grecia la magistratura non tiene conto delle prove televisive.

Quasi sicuramente per metà settimana prossima sono annunciate manifestazioni e presidi, in tutta Europa, in solidarietà con gli arrestati. A giorni verrà messo un comunicato che indicherà il giorno dell'iniziativa.

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[Lettera dal carcere di Diavata - Salonicco di Souleiman Dadouk - 'Kastro' rifugiato politico siriano che vive in Grecia da 18 anni, ora in carcere assieme ad altri 6 compagni per la partecipazione alle manifestazioni a Salonicco contro il summit UE del 21 giugno.]

Dal carcere di custodia di Diavata – Salonicco, 27 giugno 2003

Ero sedicenne quando per la prima volta mi hanno rasato e torturato.

Questo perché dicevo NO all'oppressione razzista del regime militare e dittatoriale in Siria, stato chiamato Repubblica araba di Siria. Non lo trovavo strano, è un regime dittatoriale, l'esercito regna, in modo che la polizia possa fare ciò che vuole, indisturbata.

In queste condizioni molta gente cercava altri stati in cui vivere e condizioni più umane - e io ero uno di quelli che dicevano che un paese democratico dove vivere e dove i diritti umani erano rispettati era la Grecia.

Dopo 18 anni, nello stato chiamato Repubblica greca, questa volta in un regime che prende parte nel decidere quali popoli moriranno, chi avrà fame e chi potrà migrare, dopo 18 anni nei quali probabilmente in Siria hanno dimenticato situazioni del genere, mi sono ritrovato con gli altri arrestati, per dire ancora una volta NO, rasato e depilato con la violenza. Non ho mai provato né visto tanta violenza prima d'ora, nemmeno nel regime dittatoriale, né avevo avuto a che fare con minacce di abusi sessuali da parte della polizia ("ti butteremo in una cella con gli zingari perché ti violentino").

Non voglio togliere nulla alle persone che hanno combattuto per la democrazia, e hanno pagato questa lotta con l'arresto e l'esilio, ma probabilmente farò loro pensare, lasciandoli con la domanda se questo sia uno stato di giustizia o uno stato di polizia.

Il pubblico magistrato e il giudice non hanno ascoltato nessuno degli accusati, ma solo i testimoni tra i poliziotti che davano gli ordini. E questa giustizia assurda è stata applicata, senza ombra di dubbio, nonostante molti testimoni tra la polizia raccontavano storie chiaramente false o ridicole, se solo qualcuno avesse indagato meglio su di loro.

Hanno messo a verbale, per me e per uno spagnolo, che siamo stati ritrovati con la stessa borsa con le stesse cose: 2 fionde, 3 viti e un rotolo di filo di rame, ma ci hanno accusato di possesso di molotov, resistenza alla pubblica autorità, etc.

I magistrati e i giudici ci hanno tenuto in prigione, non solo in celle differenti ma anche in piani diversi. Io non so se questi credono che sia davvero giusto, o se eseguono semplicemente degli ordini... Cos'è la prigione, e cos'è un trattamento medievale? Io spero che succeda questo solo nel carcere di Salonicco, e che la ragione stia nel fatto che sia così vicino alla dittatoriale Turchia. Violenze senza fine, psicologiche e fisiche, dal momento del nostro arresto fino adesso.

Ho qualche speranza nella ridotta possibilità che la Grecia sia uno stato di giustizia e che ci sarà un processo (giusto), perché ciò che abbiamo visto noi, gli stranieri, è solo uno stato di polizia e situazioni medievali di questo tipo, per le quali ogni cittadino proverebbe vergogna.

Kastro

 
 

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