AGLI INGEGNERI DI UN ALTRO FUTURO…

Illustri professori della sinistra democratica e liberale, teorici e scienziati di tutti i diritti, artisti della Rivoluzione prossima ventura, vi abbiamo finora ascoltati a bocca aperta e, sebbene provvisti di scarsa istruzione abbiamo compreso il vostro forbito parlare, ma adesso avremmo anche noi qualcosa da dire. Noi ignoranti certo vi crediamo, crediamo senza dubbi che la guerra che si sta combattendo è una guerra sporca, mossa brutalmente da chi si arroga il diritto di depredare e torturare in nome di una presunta superiorità civile. Vi crediamo quando dite che questi CPT altro non sono che moderni lager, e che è disumano rinchiudere così la gente, solo perché sprovvista del giusto documento. Siamo d’accordo con voi, bisogna prendere coscienza dello stato di cose in cui viviamo! Ma voi, che di coscienza ne avete tanta, cosa pensate sia giusto fare davanti al filo spinato di questi lager, davanti agli aerei che deportano la gente in manette, davanti ai manganelli serrati sulle gole di giovani manifestanti, davanti alle sentenze di condanna per chi si è opposto in modo diretto a tutto questo?

Illuminateci sul da farsi, se potete, perché non ci sembra molto proporzionato al problema, e nemmeno molto serio, continuare a sfilare in piazza sotto le solite bandiere, e magari prendere subito le distanze da chi si spinge “un pò più in la”.

Non abbiamo più voglia di rinchiuderci nelle sale conferenza a sentirvi parlare a dismisura…siamo già troppo stanchi della squallida vita quotidiana per uscire di casa col proposito di ingoiare indignazione supplementare, seduti in platea, davanti ai vostri microfoni. Se non ve ne foste ancora accorti, gli sfruttati di cui parlate siamo anche noi.

Noi che per vivere dobbiamo accettare il ricatto sempre più umiliante del lavoro, noi che per avere una casa dobbiamo indebitarci con le banche, noi che ci viene il mal di testa nel tempo libero, perché non sappiamo più che farcene di questa libertà a tempo determinato…. perché la vita intera è tempo occupato, occupato dal lavoro e da un odio generale verso tutte le necessità create dalla follia dei consumi, compresa la necessità di essere contenti.

Materiale, risorse, investimenti in capitale umano…ormai il linguaggio dello sfruttamento viene esibito senza vergogna né paura. Così qualcuno stabilisce la quantità di capitale umano sufficiente alla produzione, il resto è surplus, eccedenza, rifiuto. Per lo Stato questo sono i clandestini: irregolari perché inutili. Pericolosi perché sfruttati, proprio come noi.

Per voi, civile società di sinistra, sembra quasi che questi migranti non siano altro che esseri astratti, oggetti delle vostre inchieste, variabili delle vostre equazioni, cavie per i vostri laboratori, di un altro mondo possibile.

Per noi dietro al filo spinato ci sono i nostri fratelli, sorelle e figli, gente che con paura e dolore parte da casa sua per trovare qua reclusione e razzismo… oppure la vostra compassione intellettuale o ancora qualcuno dei vostri scienziati pronto ad offrire loro la Carta dei Diritti o qualcosa di ridicolmente presuntuoso e artificiale, come la mediazione culturale.

La solidarietà non si costruisce a tavolino. Voi siete bravi a parlare ma la solidarietà contro il nemico comune è prerogativa degli sfruttati, di chi come noi, non tarda troppo ad individuare il nemico, non tarda perché il nemico gli sta di fronte e una volta trovato ha poco da dire e molto da fare. Ora siamo stanchi, così togliamo i nostri sederi dal velluto delle vostre poltrone.

Arrivederci all’aria aperta… da quale parte stare ognuno lo deciderà per sé.

…Alcuni ignoranti, manovali di questo presente