Titolo: Resoconto dei fatti repressivi di Salonicco - 24 giugno 2003

Salonicco, Grecia - 24 giugno - 27 luglio 2003

24 giugno. Resoconto dei fatti repressivi di Salonicco

Dei cento arresti effettuati dalle forze dell'ordine il giorno 21 giugno durante e dopo la manifestazione, restano tuttora in carcere 27 persone (di cui una compagna italiana, di Torino). Alcuni degli arresti sono stati fatti il giorno 22, dopo un presidio sotto il tribunale dove le guardie hanno caricato pesantemente.

Le accuse per tutti sono molto pesanti viste le nuove leggi greche sull'antiterrorismo (per una molotov che ti trovano addosso, si rischiano dai cinque anni in su!). Inoltre tra gli arresti figurano tuttora due ragazzi minorenni. Un compagno basco, ricercato già in Spagna e indagato per fatti di "terrorismo", fra i tanti ha la situazione più difficile.

Inoltre dalle persone che sono uscite subito si è venuto a sapere delle torture molte pesanti avvenute nei confronti dei manifestanti in un carcere che si trova vicino Thessaloniki. Si parla di violenze sessuali (manganelli infilati nel c..., ed altre merdate varie!). Oggi dovevano esserci i processi, ma il giudice non si è presentato e quindi il tutto è stato rinviato nei prossimi giorni, e in base a questo fatto i ragazzi continueranno a viversi la dura realtà delle carceri greche.

Appena si avranno novità ve le farò sapere. Per ora è tutto. I simboli della Grecia sono presenti anche da noi, quindi iniziamo a far sentire il nostro dissenso anche a km di distanza!

saluti sovversivi.


28 giugno

Due anni di reclusione con sospensione della pena, tre anni di libertà condizionata e un'ammenda di tremila euro per un'italiana di 24 anni e un francese ventiseienne fermati a Salonicco domenica 22 giugno, durante una manifestazione che chiedeva la liberazione dei manifestanti fermati il giorno prima. I due sono stati condannati per «possesso di armi», in quanto nel bagagliaio dell'auto a bordo della quale sono stati fermati sono stati trovati bulloni, martelli, una fionda e maschere antigas. Altri sette manifestanti (uno spagnolo, un basco, un britannico, un siriano rifugiato politico in Grecia e tre greci) rimangono in carcere dopo essere stati interrogati dai magistrati. Sono accusati di fabbricazione e detenzione di esplosivi. Altri 19 sono stati rilasciati, anche se rimangono sotto accusa, e sei sono stati scarcerati dopo aver pagato una multa di 1.500 euro. Intanto, in Grecia fioccano le polemiche su chi dovrà pagare i danni seguiti alla manifestazione di sabato, quando un McDonald's, diversi negozi, banche e una ventina di auto sono stati bruciati o distrutti durante gli scontri.

COMUNICATO DI SOLIDARIETA' CON GLI ARRESTATI DURANTE IL SUMMIT DEI CAPI EUROPEI DI SALONICCO (GRECIA)

Le continue manifestazioni di protesta tenutesi a Salonicco contro la globalizzazione capitalista sono state represse con brutali cariche poliziesche, che hanno causato 100 feriti, alcuni con bruciature. La polizia ha usato gas Cn e Cs (gas illegali, utilizzati dagli americani in Vietnam, anche con esito mortale) per disperdere i manifestanti. Ad un compagno essi hanno provocato l'amputazione di una gamba (solo per un caso non è morto!).

In risposta ai fatti del 21 giugno 73 persone sono state fermate e torturate selvaggiamente. Oggi restano ancora in carcere 27 prigionieri, accusati di uso e possesso d'armi. Le situazioni più gravi sono quelle di: Fernando (di Burgos), di un compagno siriano e di un compagno inglese. Queste persone subiranno sicuramente la carcerazione preventiva senza garanzie. Il prigioniero siriano è stato condannato a morte nel suo paese e corre il rischio di essere espulso in quanto extracomunitario.

I casi di Ferdinando e del compagno inglese costituiscono due montature politico-massmediatiche. Fernando è descritto come un terrorista ricercato a livello internazionale perché a capo dell'anarchismo internazionale. L'inglese è invece accusato di possesso abusivo di armi che gli sono state messe addosso dalla polizia. La situazione di Fernando è molto grave, è stato sottoposto ad una serie di torture. Lo vorrebbero accusare di banda armata, e potrebbero dargli 15 anni di prigione. Sembra che vogliano fare di lui il capro espiatorio.

Un altro compagno di Madrid, detenuto a Salonicco, ha subito torture da parte della polizia, le sue braccia sono completamente ricoperte di lividi e in alcune parti della testa è privo di capelli, perché glieli hanno strappati trascinandolo.

I compagni anarchici greci hanno aperto un conto di solidarietà per i prigionieri di Salonicco. Servono 30.000 euro per le spese processuali, di cauzione e sostegno: Banco Pireos 5209-0164-58-443 a nome di Ieropouos Ioannis.


1 luglio

Restano tuttora in carcere preventivo (possono fare appello al tribunale della libertà una volta al mese) sette compagni. Le accuse sono quasi le stesse per tutti: fabbricazione e detenzione di armi ed esplosivo, devastazione, apologia di terrorismo e altre per ogni singolo compagno. Come dicevo nel precedente comunicato, la situazione peggiore è quella del compagno basco già indagato per i fatti del G8 di Genova e in Spagna con accuse per terrorismo.

Per il compagno inglese, invece, le immagini del suo arresto sono state trasmesse in televisione in Inghilterra. Si vede che al momento dell'arresto il compagno ha uno zaino di un colore e dopo un po' si trasforma completamente in uno diversissimo... più voglio ricordare che in Grecia la magistratura non tiene conto delle prove televisive.

Quasi sicuramente per metà settimana prossima sono annunciate manifestazioni e presidi, in tutta Europa, in solidarietà con gli arrestati. A giorni verrà messo un comunicato che indicherà il giorno dell'iniziativa.

* * *

[Lettera dal carcere di Diavata (Salonicco) di Souleiman Dadouk "Kastro" rifugiato politico siriano che vive in Grecia da 18 anni, ora in carcere assieme ad altri 6 compagni per la partecipazione alle manifestazioni a Salonicco contro il summit UE del 21 giugno 2003]

Dal carcere di custodia di Diavata – Salonicco, 27 giugno 2003

Ero sedicenne quando per la prima volta mi hanno rasato e torturato.

Questo perché dicevo NO all'oppressione razzista del regime militare e dittatoriale in Siria, stato chiamato Repubblica araba di Siria. Non lo trovavo strano, è un regime dittatoriale, l'esercito regna, in modo che la polizia possa fare ciò che vuole, indisturbata.

In queste condizioni molta gente cercava altri stati in cui vivere e condizioni più umane - e io ero uno di quelli che dicevano che un paese democratico dove vivere e dove i diritti umani erano rispettati era la Grecia.

Dopo 18 anni, nello stato chiamato Repubblica greca, questa volta in un regime che prende parte nel decidere quali popoli moriranno, chi avrà fame e chi potrà migrare, dopo 18 anni nei quali probabilmente in Siria hanno dimenticato situazioni del genere, mi sono ritrovato con gli altri arrestati, per dire ancora una volta NO, rasato e depilato con la violenza. Non ho mai provato né visto tanta violenza prima d'ora, nemmeno nel regime dittatoriale, né avevo avuto a che fare con minacce di abusi sessuali da parte della polizia ("ti butteremo in una cella con gli zingari perché ti violentino").

Non voglio togliere nulla alle persone che hanno combattuto per la democrazia, e hanno pagato questa lotta con l'arresto e l'esilio, ma probabilmente farò loro pensare, lasciandoli con la domanda se questo sia uno stato di giustizia o uno stato di polizia.

Il pubblico magistrato e il giudice non hanno ascoltato nessuno degli accusati, ma solo i testimoni tra i poliziotti che davano gli ordini. E questa giustizia assurda è stata applicata, senza ombra di dubbio, nonostante molti testimoni tra la polizia raccontavano storie chiaramente false o ridicole, se solo qualcuno avesse indagato meglio su di loro.

Hanno messo a verbale, per me e per uno spagnolo, che siamo stati ritrovati con la stessa borsa con le stesse cose: 2 fionde, 3 viti e un rotolo di filo di rame, ma ci hanno accusato di possesso di molotov, resistenza alla pubblica autorità, etc.

I magistrati e i giudici ci hanno tenuto in prigione, non solo in celle differenti ma anche in piani diversi. Io non so se questi credono che sia davvero giusto, o se eseguono semplicemente degli ordini... Cos'è la prigione, e cos'è un trattamento medievale? Io spero che succeda questo solo nel carcere di Salonicco, e che la ragione stia nel fatto che sia così vicino alla dittatoriale Turchia. Violenze senza fine, psicologiche e fisiche, dal momento del nostro arresto fino adesso.

Ho qualche speranza nella ridotta possibilità che la Grecia sia uno stato di giustizia e che ci sarà un processo (giusto), perché ciò che abbiamo visto noi, gli stranieri, è solo uno stato di polizia e situazioni medievali di questo tipo, per le quali ogni cittadino proverebbe vergogna.

Kastro


17 luglio

Il governo greco ha sospeso il conto del Banco Pireos numero 5209-0164-58-443, intestato a Ieropouos Ioannis, che aveva lo scopo di raccogliere soldi per sostenere le spese legali dei compagni arrestati a Salonicco.

27 luglio

Il nuovo conto corrente per sostenere le spese legali dei compagni arrestati a Salonicco: BANCA: GIROBANK - PAGABILE A: ABC - A/C: 511720009

 
 

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