FIGURA DI MERDA
Primi in lista, i fascisti.
Aggrediscono i partecipanti a un'assemblea contro le espulsioni e i lager per immigrati. Le prendono e piagnucolano in Questura, falsificano i fatti e mandano sei anarchici in galera. Oltre che fascisti anche infami, alla faccia della loro pietosa retorica sull'onore, sulla politica di strada contro la politica dei Palazzi. Sottomerde.
Poi il PM Paolo Storari.
Chiede gli arresti di sei anarchici due anni dopo i fatti sulla base della parola dei fascisti. Trova un gip compiacente in Giulio Adilardi. Sapendo di avere un pugno di mosche in mano, i due magistrati ricorrono alla misura dell'isolamento, impedendo persino i colloqui con gli avvocati. Un isolamento del tutto particolare, in due per cella con il televisore. Il motivo è presto svelato: attraverso registrazioni segrete audio e video il PM cerca di acquisire le prove che non ha. Prima fa arrestare, poi cerca i motivi per giustificare la detenzione. Equipara alle minacce di morte dei beffardi necrologi a lui dedicati, quindi si presenta all'udienza del riesame spalleggiato dal procuratore della Repubblica Dragone e dal locale capo del Ros. Guardate che muscoli! Il tribunale del riesame, pur cercando maldestramente di avallare il quadro accusatorio di fascisti e carabinieri, scarcera gli anarchici. La partita è troppo truccata.
Ancora Storari e Dragone.
Si lanciano nella quadratura del cerchio e annunciano il ricorso contro la sentenza di scarcerazione. Le registrazioni effettuate in cella sono sì inutili, dicono, ma solo perché gli anarchici sono così diffidenti e pericolosi che non parlano mai. Le deposizioni dei fascisti sono sì contraddittorie, ma proprio perché sincere. Non si dovevano scarcerare gli anarchici poiché a casa di qualcuno di loro è stato trovato un manuale, ampiamente diffuso, sul sabotaggio (ma l'accusa non era quella di aver picchiato dei fascisti?). Ancora uno sforzo se volete essere efficienti repressori: gli anarchici vanno arrestati perché sono anarchici, punto e basta. Non è forse quello che sta avvenendo in tutta Italia?
Non possiamo dimenticare, infine, la stampa.
Costretta a servire più padroni, essa ha dovuto dire tutto e il contrario di tutto, senza tuttavia tralasciare di fornire il proprio contributo, al momento opportuno, per sbattere e mantenere gli anarchici in galera. Anche per i giornalisti calza il motto: fedeli nei secoli.
Tutti assieme volevano colpire alcuni sovversivi per dare un avvertimento a chiunque non voglia piegare la testa. Gli è andata male, perché la solidarietà è stata rumorosa e costante, l'isolamento spezzato. Stanno lavorando per reprimere ancora, non ne dubitiamo, ma l'odore di merda seguirà a lungo le loro mosse.
anarchici
Rovereto, 8 agosto 2004
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