Titolo: IL SABOTAGGIO E LA GRAMMATICA DELLA POLITICA
Sottotitolo: Esso, noi, voi, loro x Nei giorni scorsi, fra Trento e Rovereto, alcuni distributori della Esso sono stati sabotati da mani anonime. La multinazionale, è noto, ha vinto l'appalto per la fornitura di carburante ai mezzi militari statunitensi. "Benzina della morte", è stata definita da tanti pacifisti, dal momento che la compagnia si arricchirà letteralmente sulla pelle di centinaia di migliaia di iracheni che l'esercito americano si prepara a massacrare. Un piccolo gesto contro la guerra, dunque. Persino minuscolo, se si vuole, ma concreto, mentre in tutta Italia si dice che disarmare la guerra è possibile. Secondo i giornali, sono state tagliate le pompe e bloccati con del silicone i self-service: non c'era quindi nessun pericolo che uscisse carburante.

La logica della Politica è capace di ogni contorsionismo. Dai Disobbedienti ai Popolari, passando per Lilliput, Rifondazione e Cgil, è stato un coro unanime di condanna (la destra ha ovviamente rincarato la dose). Il piccolo sabotaggio è diventato un gesto "ignobile" (Rifondazione), "illegittimo e violento" (Lilliput), di "tale gravità, pericolosità e insensatezza" (Cgil), "criminale" (Disobbedienti), addirittura "un'azione di guerra" (Popolari). Donatello Baldo di Rifondazione, "per non perdere nemmeno un pacifista", si è lanciato nella quadratura del cerchio: queste azioni di sabotaggio danneggiano i benzinai, mentre il boicottaggio (cioè il fatto che nessuno faccia benzina alla Esso) danneggia la... multinazionale. I distributori diventano dei "luoghi di lavoro" che qualche "vandalo" ha "devastato" (sempre Rifondazione). Ma le fabbriche di armi che i Disobbedienti hanno minacciato di bloccare, non sono forse "luoghi di lavoro"?

La condanna non riguarda affatto il carattere "violento" di questi sabotaggi (ci vuole davvero coraggio a definire "violenza" il danneggiamento di una machina che eroga la "benzina della morte"; nessuno ha definito "violenti" gli ignoti che hanno cercato di bloccare i "treni della morte" con dei piccoli sabotaggi ai semafori delle linee ferroviarie). Ciò che davvero è intollerabile per tutti gli avvoltoi della Politica, è l'azione illegale diffusa, cioè ogni pratica che non è possibile centralizzare in proteste simboliche concordate con giornalisti e questura. Infatti il bersaglio sono "certi movimenti" che vogliono la "radicalizzazione del conflitto" (ancora Baldo) e che bisogna "isolare" come è successo durante e dopo Genova. E' grazie a collaboratori di polizia come Baldo che alcuni compagni sono ancora in carcere per la rivolta contro il G8, e che la repressione democratica dilaga. Il problema, per chi va a braccetto con le istituzioni, non è la violenza (le peggiori violenze dello Stato e del Capitalismo sono perfettamente legali), ma un movimento che se ne infischia di una legalità garante dello sfruttamento planetario e della guerra.

Da parte nostra, salutiamo con gioia questi piccoli sabotaggi, con l'augurio che l'opposizione alla guerra e al mondo che la produce scavalchi ogni controllo da parte di partiti, sindacati e racket associativi vari. E questo riguarda noi, voi, tutti. La grammatica della ribellione ha un unico soggetto (il politico) solo per chi parla la lingua del potere.

Alcuni antimilitaristi anarchici

10/03/03

 
 

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