Esquel, Territorio Mapuche, 21 dicembre 2002


Noi popoli originari mapuche-tehuelche, riuniti in un Füta Trawün (gran incontro) tra le comunità, organizzazioni e pu peñi (fratelli), nell’esercizio del diritto all’autodeterminazione, alla libera decisione e alla gestione del presente e del futuro del nostro territorio, in armonia con tutti i pu newén (forze) che lo custodiscono e che sono parte integrante dei nostri spazi sacri, nei quali riposano i nostri kuifikeche (antenati), e ponendo in pratica la nostra identità-filosofia-spiritualità (kimün), guidati dai nostri pu longko, pu pillan kushe, pu werken, che ci orientano nel nostro essere mapuche-tehuelche, abbiamo raggiunto un rakizuam (pensiero) e diciamo:
Le montagne e tutte le forme della vita possiedono ancora il loro pillan (spirito), e noi continuiamo a coesistere con esse. Noi Gente della Terra, facenti parte del wallmapu (territorio: terra, sottosuolo e cielo) sappiamo che la violazione della Madre Terra mai potrà essere ricompensata da un’elemosina.
Oggi, come già avvenuto nel passato, lo Stato d’Argentina cerca di dividerci per portare avanti i suoi soprusi. Oggi vogliono dividerci tra noi con la promessa di posti di lavoro. Sono tornati con gli specchietti colorati, come fecero 500 anni fa. Vengono per l’oro e non esiteranno ad ucciderci, come fecero nel passato. Guidati dalla loro cultura d’odio, distruggono le montagne per estrarre l’oro. A loro non interessa che con l’uccisione della montagna, uccidono noi stessi e tutte le forme di vita.
Noi abbiamo dei diritti sul nostro Territorio. Il trattato 169 della OIT (organizzazione internazionale del lavoro), che solo in parte prende in considerazione la nostra cosmovisione, afferma che dobbiamo essere consultati prima che qualcuno entri sul nostro territorio. Ma lo Stato argentino (che nella sua costituzione riconosce questo diritto) ha permesso che la multinazionale canadese dello sfruttamento dell’oro, Meridian Gold, entrasse senza il nostro permesso, avallando ancora una volta il saccheggio del nostro wallmapu.
Ancora una volta ci ignorano, come fecero nel passato quando parlarono di conquistare il "deserto" ed ammazzarono molti dei nostri antenati. Parlavano di deserto, facendo intendere che noi non esistevamo. Ma noi eravamo e siamo qui. Abbiamo i nostri diritti. Non vogliamo la loro elemosina, vogliamo il rispetto.
Quando tentiamo di uscire concretamente dalla miseria in cui viviamo nelle realtà urbane e ritorniamo nelle nostre terre veniamo subito puniti dalla loro Legge. I potenti, che oggi dicono essere preoccupati per la disoccupazione, non esitano ad appoggiare lo sgombero della nostra gente, tornata nelle campagne per vivere nella terra e per fuggire dalla fame. Ci sono forse differenze tra Meridian Gold, Benetton e le multinazionali che saccheggiano il nostro bosco nativo?
Per questo ai fratelli che credono che la miniera d’oro sia un’alternativa alla povertà, noi diciamo che si tratta di un inganno. La miniera, con le tonnellate di cianuro che si riverseranno sui nostri fiumi, porterà povertà e malattie. La soluzione è un’altra. Che vengano rispettati i nostri diritti all’autodeterminazione e alla libertà. La soluzione è nel ritorno alla terra in modo da seguire la nostra Identità di Gente della Terra.

NO ALLO SFRUTTAMENTOI MINERARIO!
NO AGLI SGOMBERI!
NO ALLO SFRUTTAMENTO DEL WALLMAPU!
NO ALLO STATO RAZZISTA!
SÌ A UNA SOCIETÀ CHE ABBIA COME RICCHEZZA LA DIVERSITÀ CULTURALE!

Organizzazioni e Comunità Mapuche-Tehuelche di Costa de Lepá, Esquel, Füta Huau, Alto río Lepá, Gualjaina, Costa de Gualjaina, Epulef, Mallín Ahogado, Gueney, Río Percy, Lago Rosario, Pillan Mahuiza, Ñankulawen, Furilofche Warria, Estación Nahuelpan, Santa Rosa.