#lang it #title Editoriale - Peggio - Numero 0 ***Peggio*** *è l’espressione dell’incontro più o meno vario di uomini e donne aventi in comune degli obiettivi e la metodologia con la quale si prefiggono di raggiungerli.
**Peggio** vuole essere un urlo disperato in mezzo al silenzio in cui siamo condannati a trascorrere le nostre vite, perché bisogna smetterla di tacere e continuare a subire.
**Peggio** vuole essere un ostacolo in mezzo al vuoto imposto dal sempre più inesorabile processo di pacificazione sociale.
**Peggio** vuole essere un martello utilizzato da mani sapienti per rompere con la monotonia dell’ordine costituito.
**Peggio** vuole essere una critica all’esistente sempre più mercificato ed alle nostre vite di gente comune trasformata in merce e sballottata da un supermercato all’altro.
**Peggio** vuole essere un mezzo per riappropriarci delle nostre vite, svendute oggi al miglior offerente e consumate al ritmo dello slogan "Sempre Più Veloce".
**Peggio** vuole essere solidarietà e complicità nella rivolta, per essere contro la dilagante rassegnazione del "Tanto Sarà Sempre Uguale".
**Peggio** vuole essere una voce dissonante in mezzo al coro delle tanti voci "contro" e "antagoniste", fatte di riformismi o nuove autorità che si sostituiscono alle vecchie.
**Peggio** vuole essere un modo diverso di intendere i rapporti e le relazioni umane, in maniera orizzontale ed informale, alla ricerca continua di affinità.
**Peggio** vuole essere autogestione, auto organizzazione e rivolta permanente, lontano e contro logiche e pratiche partitiche ed istituzionali.
Perché **peggio** di questo presente ad attenderci c’è solo la morte, per coloro che morti non lo siano già in vita.
Perché nel fare la guerra alla società, faremo del nostro **Peggio.***