Domenica 16 giugno abbiamo occupato l'ex-seminario dei sacramentini a Casier. Il problema che ci spinge ad occupare è sempre lo stesso: nonostante tutti lavorino per le imprese che ci sono qui intorno, producendo ricchezza per i padroni locali, nessuno è disposto ad affittarci una casa. In questa regione, infatti, c'è tanta offerta di lavoro quanta carenza di case per gli immigrati, o per tutti quelli, anche italiani, che non possono permettersi affitti esorbitanti.

Da tre mesi occupavamo la ex "Secco" a Preganziol, ma lì, nonostante tutte le promesse e le dichiarazioni della Fondazione Cassamarca, proprietaria della stabile, l'edificio è stato pian piano distrutto rendendolo invivibile e pericoloso.

La Fondazione Cassamarca, la Curia di Treviso e molti altri enti morali, come i Padri sacramentini, o associazioni di "solidarietà", sono proprietari di numerosi stabili abbandonati o di appartamenti vuoti, quando centinaia di persone sono costrette a vivere tra le rovine, come all'ex "Appiani" a Treviso, o addirittura per la strada. E proprio queste associazioni e fondazioni, a parole, dicono di voler risolvere la questione degli alloggi!

In effetti tutti sono a conoscenza di questa situazione, sia gli imprenditori, sia le amministrazioni e i politici di tutti i colori, sia la polizia, e ciascuno è prodigo di promesse e comprensione. Già lo scorso anno qui a Casier era stata occupata la scuola dei sacramentini i quali, molto caritatevolmente, hanno sgomberato con grande dispiego di mezzi e forze di polizia. Ma la scuola è ancora vuota e inutilizzata! I sacramentini continuano a fare carità - lontano da qui - e la polizia è sempre pronta ad intervenire per sgomberare chi occupa o per arrestare ed espellere chi non ha documenti - come nella recente operazione "alto impatto" che ha causato, in tutta Italia, la deportazione di alcune centinaia di immigrati nei vari Centri di accoglienza della nostra penisola (alla ex "Secco" ciò ha comportato la cinica distruzione delle stanze e di varie suppellettili).

Stanchi di aspettare noi abbiamo deciso di non mendicare niente a nessuno, né ai padroni né ai politici, e di prenderci finalmente una casa. Abbiamo bisogno di solidarietà, non di carità.

Immigrati seccati

 
 

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