Prima gli eserciti occupano e devastano L’Iraq, poi ci dicono che la guerra non è che uno scontro interno fra etnie rivali…?! Così con la magia delle parole, la guerra preventiva, poi guerra umanitaria diventa ora guerra civile!

Se il sonno della ragione genera mostri, questa “neolingua”, ancella della carcerazione sociale, è certo un mostro di ultima generazione. Ecco che con facilità viene chiamata carità ciò che è sciacallaggio, e terrorismo ciò che è ribellione contro l’oppressore.

Noi in questa parte di mondo, siamo abituati ad ascoltare tesi che dicono tutto e il contrario di tutto, ciò grazie ad un linguaggio largamente condiviso che può permettersi di chiamare “missione di pace” una guerra e “accoglienza” la reclusione. Ciò che gli Stati cercano, tramite queste architetture linguistiche, è l’accettazione docile e rassegnata di tutti i suoi soprusi, nel nome della pace sociale. Sotto questo manto rassicurante molti specialisti lavorano perché possa perpetrarsi ancora e meglio la vendetta dello Stato contro quegli individui pensanti che lo riconoscono come nemico.

Il 2 marzo a Lecce, si celebrerà la seconda udienza del processo contro alcuni anarchici accusati di terrorismo. Questo terrorismo è consistito nel mettere in piazza le responsabilità delle multinazionali come Benetton e Esso che si arricchiscono sfruttando intere popolazioni, e nel fare i nomi degli aguzzini dell’ex lager di San Foca, nelle persone del direttore Lo deserto e del suo protettore arcivescovo Ruppi. Ora Lo deserto gira per Lecce in auto blu scortato dalla Digos, e l’Arcivescovo invita nei suoi uffici alcuni fra i più ardimentosi capitalisti iracheni, giunti in italia per prepararsi e accordarsi con i pescecani occidentali sul grande affare della ricostruzione.

Ricostruzione, ovvero la fase suprema dello sfruttamento economico in tempo di guerra, significa denaro a palate per i vincitori e i loro leccapiedi. Certo, per alcuni la guerra è davvero una manna dal cielo! I capitalisti di ogni dove stanno stringendo alleanze e scellerati accordi per proteggere il loro potere e spegnere, con ogni mezzo, le ribellioni.

Per questa parte parassitaria della società non esistono frontiere, il loro valore universale è quello del denaro e del potere, valore che travalica ogni confine, pur servendosene per rinchiudervi i popoli. Loro si uniscono, e gli sfruttati, per far loro una piacere, si dividono. L’uno contro l’altro, divisi dietro il codardo e falso senso civico dell’era moderna, oppure dietro ad un ributtante nuovo razzismo. Tutti divisi dal terrore di perdere quel poco che si possiede. Ma ciò che si possiede, giorno dopo giorno, è solo la paura…

Riconoscere l’oppressore come proprio nemico è il primo passo per liberarsi dalla paura, trasformandola in azione, per riprendere l’unico possesso degno di essere difeso, la propria vita. La libertà non è in vendita.

Anarchici

 
 

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