Chiudiamo i lager

La lotta contro i Cpt in Puglia

Venerdì 28 gennaio 2005 - Ore 21.00 al Capolinea Occupato di via Adua, 5 - Lecce. Incontro-discussione, diffusione di "Tempi di guerra – Corrispondenze dalle lotte contro le espulsioni e il loro mondo" & buffet vegetariano.


Presidio contro la repressione

Sabato 29 gennaio 2005 - Ore 16.30 in piazza San Oronzo, Lecce.

Nel linguaggio dello Stato - la lingua di chi detiene il potere ed intende mantenerlo con ogni mezzo possibile - la pratica di recludere, privare della dignità, torturare i migranti, diviene pratica di accoglienza. I carcerieri gestori dei lager come il Regina Pacis di San Foca diventano operatori umanitari. Mentre chi si oppone ad essi con l’azione diretta in nome della libertà - specialmente se anarchico - diviene un terrorista nemico di tutta l’umanità. Questa operazione di travisamento della realtà ha nei mass media dei potenti alleati, che con il loro attivo intervento - riportando direttamente le veline poliziesche - permettono il dilagare nella società di quel opinionismo privo di ogni spirito critico, nonché preparano il terreno alle eventuali operazioni repressive. Ma se il terrorismo è, secondo la sua definizione storica, l’uso indiscriminato della violenza al fine di conquistare, consolidare e difendere il potere politico, allora terroristi sono i governi, gli eserciti, le polizie, le banche…

Terroristi sono i soldati che bombardano interi territori causando migliaia di vittime fra i civili. Terroristi sono i poliziotti che caricano le manifestazioni o eseguono le retate fra gli indesiderati. Terroristi sono i magistrati che li sostengono con le leggi ed i politici che le emanano.

Terrorista lo Stato - qualsiasi Stato - che impone i propri voleri con la minaccia della galera.

Non è terrorista chi insorge, chi si ribella - anche con la violenza - per liberare se stesso e gli altri, per abbattere il potere anziché conquistarlo o riprodurlo.

Sta a noi smascherare questi imbrogli. Abbandonare la rassegnazione ad un mondo che, ci dicono, non può essere altro che così, se non peggio. Scegliere da quale parte della barrica a stare.

**Terroristi, chi?
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"L’uso della violenza indiscriminata al fine di conquistare, consolidare e difendere il potere politico"***

: è questa la definizione classica di terrorismo che, storicamente, è sempre stata pratica degli Stati e dei suoi apparati. E se in tempi non troppo lontani gli Stati hanno fatto ricorso alle bombe sui treni e nelle piazze, oggi ricorrono al terrore preventivo per mascherare condizioni sociali sempre più precarie, per occultare progetti di morte e distruzione o per isolare e reprimere chi si oppone a tutto ciò. Attraverso il monopolio della violenza che vuole mantenere, lo Stato cerca di sbarazzarsi dei suoi nemici, di chi lo critica magari anche con l’uso della violenza rivoluzionaria, che al contrario di quella statale non è mai indiscriminata e sa esattamente chi e dove colpire.

Questo, oltre ad un dato di fatto inconfutabile, è un concetto che ci teniamo a chiarire alla luce delle recenti dichiarazioni fatte da una cupola di magistrati, riguardo a coloro che nel Salento turbano l’ordine e rompono la monotonia della pace sociale: gli anarchici.

Quello di farci passare per terroristi è un chiaro progetto degli organi repressivi statali che, spalleggiati come sempre dai ciarlatani di mestiere – i media –, creano allarmismo sociale e terrorizzano la popolazione con degli intenti ben precisi. Con tale pratica, infatti, tentano di isolarci dal tessuto sociale in cui viviamo e all’interno del quale portiamo avanti le nostre lotte, all’insegna della radicalità e lontani dal recupero riformista; per questi motivi il potere ci ritiene pericolosi.

Fare terra bruciata tutto attorno a noi è il loro primo scopo, prima di sferrare un attacco repressivo in grande stile, magari avvalendosi dell’ennesima montatura giudiziaria, come da anni ormai siamo abituati a vederne.

Se in ogni modo si stanno affannando per mettere a tacere la nostra voce, non è comunque tanto per la pericolosità che rappresentiamo oggi quanto per quello che, in prospettiva, le nostre idee, le nostre azioni, il nostro modo di inserirsi nelle lotte e portarle avanti, possono rappresentare.

Noi, da parte nostra, non faremo un passo indietro e continueremo ad essere dalla parte degli oppressi, degli sfruttati e degli esclusi. Continueremo a sputare sulle leggi, sullo Stato, sui suoi servitori e difensori, convinti ora come sempre che i veri terroristi sono coloro che bombardano popolazioni intere per impadronirsi delle risorse, rinchiudono e deportano esseri umani per la mancanza di un documento, devastano il pianeta, modificano il cibo e la vita intera oppure seguono i compagni spiandone la vita privata, mascherando tutto ciò sotto le parole economia, civiltà, progresso e ordine pubblico.


I soliti anarchici

 
 

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