Quello che segue è lo scritto che un uomo salentino, detenuto nel carcere di Lecce, ha inviato ai giudici del Tribunale di Sorveglianza, che dovevano esprimersi sulla eventuale concessione del regime di semi-libertà, dopo quasi venti anni di prigione scontati, e con un residuo di pena di poco più di cinque anni. Una prima istanza di Veleno è stata rigettata, ma un ricorso in Cassazione gli ha dato ragione, rimandando nuovamente la discussione al Tribunale di Sorveglianza di Lecce. Questa si è tenuta lo scorso 3 ottobre, ma al momento, Veleno, non ha ancora ottenuto risposta alla sua istanza.

Chi sono io

Chi sono io? Nessuno mi capisce. Si sfregano la testa pensando: “non ci posso credere!”; non comprendono questo mio stato d’essere.

Tutti pensano che questa mia non è vita: addirittura dubitano che io oltre a quella biologica (5 giugno 1964) ne possegga una psichica.

In ogni modo non ho mai permesso a nessuno di definire la mia vita, neanche quando ero tra i vivi: cioè quando ero tra gli uomini liberi là fuori.

Questa è la strada che mi è capitata sotto i piedi e io l’ho battuta tutta e a tutti i costi.

E solo a costo della mia vita.

Ho superato rapide e precipizi, buche e voragini e non ho mai giocato con la vita di nessuno di voi.

io mi sono sempre fatto del male sul serio e non ho nessuna paura di continuare così, a farmene dell’altro giocosamente con la penna se di mezzo vi è la giustizia.

Queste vendette, perpetrate lungo l’arco di vent’anni, da vent’anni non sono altro che le mie più adorabili droghe: endorfine secrete dal dolore costante delle vostre ingiustizie, dal vostro abbandono. Ma non sono sceso né scendo a patti con satana.

Io ho respirato la mediocrità conformista di ogni comportamento infame e/o carcero-centrico di questo posto.

La mia forza È in ogni vostro falso rigetto.

In ogni vostro alibi intellettuale che non vi fa chiudere occhio la notte.

In ognuna delle vostre bugie, la mia linfa vitale per iniziare qualcosa di nuovo e di ancora più grande.

Ai miei saccenti detrattori io dico: “le vostre frustate mi hanno indurito la pelle rendendomi una roccia letterale. Un uomo vero, letale!”.

Ai dubbiosi, ora portate i vostri timori altrove.

Agli invidiosi: non imitatemi. Non ce la farete mai a diventare come me!

Tutto quello che oggi io sono ho combattuto per esserlo.

Nulla mi è stato donato se non la vita e l’intelletto dal nostro grande creatore.

Da lui ho compreso il valore per l’essere e l’importanza di un lavoro etico ottenuto sporcandosi le mani ripulendo la psiche da tutte le eresie di questo mondo modello.

Chi sono io e perchè non sono con gli altri detenuti a giocare a burraco nell’aria passeggi?

Chi sono io e perchè mi gioco in cella la vista chino su libri a divorare pagine e versi con tanta passione?
Perchè tanto sacrificio e sofferenza?

Perchè io posso!** **

Io vivo il dolore costante. Oramai amo il dolore. Adoro il dolore!

Mi dice che sono ancora sveglio. Mi nutre. È il mio pane quotidiano. Mi distoglie dall’idea del suicidio e dall’incubo della morte e mi ricorda che sono vivo anch’io.

Su questo Borgo, la Casa Circondariale di Lecce. su queste sbarre oscure, in questa cella, buia. Dove per tutti non c’è altro che il NULLA, PER ME c’è tutto l’ESSENTE.

Qui dove il vero dolore si sente, si ascolta, si tocca, si fa… qua ci sono io e Cristo.

Vuoi veramente ancora sapere chi sono, così dall’esterno, senza sporcarti le mani?

Va bene. Io sono Veleno per tutti, ossia il morso di un serpente!

E voi chi siete? Bassa retorica!

Si, si. Arrogatevi pure il diritto divino di giudicare… e poi venite in lacrime e a mostrarmi le vostre stigmate pusillose. La mia domanda non aspetta risposta. Avrei potuto dirvi…

**Che cos’è la legge?
*“Nessuna legge potrà mai più renderci uguali!”.***

Fatevi prima vent’anni di violenza, di ingiustizia e di galera e poi se ne avrò ancora voglia vi starò ad ascoltare.

Con Osservanza

Veleno per tutti

 
 

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