PER FARLA FINITA CON LE CALUNNIE
Sappiamo – perché persone diverse e diversamente intenzionate ce lo hanno confermato – che sta circolando sul nostro conto una calunnia secondo la quale avremmo scritto un testo apparso su Internet contenente delle odiose frasi omofobe contro Donatello Baldo. Chiunque abbia letto quel testo sa che è scritto al singolare da un anonimo imbecille (“uno che c’era”) e che è doppiamente maldestro, quindi, attribuirlo calunniosamente agli “anarchici roveretani”.
Primo, tutte le volte che abbiamo criticato o attaccato partiti, sindacati o singoli politicanti lo abbiamo fatto in modo aperto e pubblico, distribuendo in piazza i nostri testi.
Secondo, non ci mancano certo gli argomenti per attaccare Baldo, al punto di dover ricorrere ad un’omofobia che ci ripugna. Lui per primo lo sa perfettamente. Le nostre critiche sono sempre documentate e documentabili, nonché improntate all’etica anarchica, lontana anni luce da ogni discriminazione sessuale. A scanso di equivoci: Baldo è un collaboratore dello Stato, indipendentemente dai suoi gusti sessuali.
Terzo, si può attribuire agli anarchici roveretani solo quello che viene unanimemente condiviso e sottoscritto dagli anarchici roveretani. Proprio con tale firma, infatti, è uscito un comunicato su quanto è accaduto all’Arcivescovile, e di quello rispondiamo. Altrimenti, con la stessa logica, potremmo attribuire a tutti i “disobbedienti” e alla Tana in quanto tale altri testi mandati in rete da chi si firma “disobbediente” o fa esplicito riferimento alla Tana. E si tratta di testi ingiuriosi in cui si fanno accuse talmente gravi che ad essi non risponderemmo certo con i ragionamenti. Ma per noi la responsabilità è sempre individuale: non sapendo chi sono questi anonimi pezzi di merda non ci sogniamo nemmeno di attribuire la paternità di tali scritti ad interi gruppi. Questa è la nostra etica. Ci fa schifo notare come in quell’autentico merdaio che sono per lo più i forum in Internet vengano invece scambiati insulti gravissimi tra gente che non ha il coraggio di dirseli in faccia, pronta invece alle peggiori smargiassate da bulli telematici. Per noi le parole hanno un peso. Chiamiamo gatto un gatto, sbirro uno sbirro, riformista un riformista, fascista un fascista. Se definiamo sbirro qualcuno è perché lo consideriamo tale (o come professione o come collaborazioni precise e gravi con la polizia), e a partire da quel momento vogliamo con lui un unico rapporto: lo scontro aperto. Per questo dopo certe nostre prese di posizione abbiamo tolto il saluto a chi sappiamo che collabora con la polizia.
Facciamo solo un paio di esempi. In seguito ad un volantino – dal titolo Un altro mondo è possibile – del social forum di Rovereto uscito dopo Genova, in cui gli autori dichiaravano di aver «invitato ripetutamente le forze dell’ordine a svolgere nei loro confronti [delle componenti violente] un’azione di isolamento […]», abbiamo risposto con un testo pubblico – intitolato Un’altra polizia è possibile –, volantinato sotto il loro naso, in cui li definivamo infami e collaboratori della polizia. Per quanto riguarda invece le nostre critiche più generali alla pratica del dialogo con le istituzioni, dei finanziamenti, degli accordi con i sindacati confederali, ecc., si potrà leggere il volantone, anch’esso distribuito in piazza, dal titolo Una politica “disobbediente” o disobbedienza alla Politica? Note su Ex-Zuffo e dintorni (entrambi consultabili, assieme ad altro materiale, su www.guerrasociale.org). Qualcuno ci sa invece citare anche solo un testo pubblico in cui vengano mosse delle critiche – magari feroci – nei nostri confronti? Che significa questo? Significa che di fronte al conflitto sulle idee e sui metodi, è molto più comodo ricorrere alle voci di corridoio, alle calunnie, all’atteggiamento mafioso dei sorrisi di circostanza. “Anarchici omofobi” era perfetto per aggirare critiche a cui non si sa rispondere e per demonizzare, in perfetto stile stalinista, chi le muove… ma sono state scelte le persone sbagliate.
La calunnia sul testo omofobo fa il paio con i tentativi (falliti ma odiosi) di non farci parlare in alcune scuole, arrivando persino a chiamare il preside per farci cacciare (è successo al Da Vinci durante l’“autogestione”), con la pratica della censura (è successo ad un ragazzo a cui hanno spento il microfono durante l’ultimo corteo studentesco a Rovereto), con gli inviti a non partecipare ad iniziative fuori dal social forum, inviti conditi con enormi falsità. Mai una riga pubblica, mai qualcuno che si assuma le sue responsabilità. E ad insultare in modo anonimo saremmo noi!
Questo testo lo abbiamo scritto per due ragioni. Primo, per ristabilire la verità su di un fatto preciso al fine di evitare future falsificazioni, in modo che tanti ragazzi che partecipano al social forum non subiscano il filtro deformante di qualche politicante. E con questi ragazzi siamo disponibili a documentare punto per punto quello che qui abbiamo detto in modo schematico. Secondo, per precisare che consideriamo un calunniatore chiunque ci attribuisca testi o fatti che non ci riguardano e che rappresentano – come in questo caso – l’esatto contrario delle nostre idee, dei nostri valori, delle nostre azioni.
Per noi chi entra nelle istituzioni è un recuperatore delle lotte non un “incursore”, i finanziamenti statali sono un compromesso e non una “tattica intelligente”, i sindacati sono dei servi dei padroni e non degli “alleati strategici”, accordarsi con la polizia sulle modalità di un conflitto simulato (con cariche reali, come si è visto di recente) è… semplicemente impensabile. Tutto ciò per dire che un calunniatore è per noi un calunniatore, e come tale lo tratteremo. A buon intenditor.
anarchici roveretani
16 febbraio 2004
C.P. 45 – 38068 ROVERETO (TN)
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