La società in cui viviamo tende, naturalmente, alla sua progressiva giustificazione, affermazione, continuità, facendo girare, in alterna armonia i suoi ingranaggi – scuola, sanità, esercito, economia –; ogni individuo è tenuto a divenire un buon cittadino, disciplinato e pagante. Non a caso il primo marchio apposto su una persona è il codice fiscale, che il neonato riceve già poche ore dopo la nascita… primo marchio di fabbrica. Passano gli anni e arriva la scuola… si sa che oggi a scuola non si può usare più la bacchetta o la punizione all’angolo dell’aula: sarebbe scorretto e degradante per l’alunno! Oggi si comincia con le buone maniere, con i sorrisi e i gesti familiari di personale appositamente pagato; oggi gli ignari bambini hanno a che fare con l’osservazione indiscreta dello psico-pedagogista o della zelante maestrina convinta, nel più dei casi, che non-violenza sia pari a carità cristiana e così se un bimbo disegna col pastello nero bisognerà vedere che guai ci sono in famiglia.

Il buonismo che ci circonda da tutte le parti è una bestia subdola, difficile da smascherare e sconfiggere, difficile perché si sa nascondere e se pure si trova allo scoperto non può che rinnegare se stesso e con un’alzata di spalle ti mostrerà le sue mani pulite.

In tutto il ciclo dell’istruzione obbligatoria è indispensabile che l’individuo si conformi ad una disciplina di gruppo che permetta l’attività didattica; questa serve, poi, a rendere possibile l’indispensabile disciplinamento collettivo.

A scuola l’insegnamento della religione cattolica è ovviamente un’opzione facoltativa ma non accettarlo significa l’esclusione dall’attività del resto del gruppo, domande e interrogatori indiscreti; inoltre, canzoncine, poesiole del buon Gesù e raccolte di soldini per opere cristiane non vengono ritenute parte di quell’insegnamento.

L a diversità etnica è un valore che tante maestre, pur non comprendendo, si sforzano di promuovere disegnando bambini di tutti i colori che si tengono per mano… ma quando arriva la recita di Natale che parte facciamo fare al bimbo arabo? Quella del pastorello che lancia le pietre?

La scuola, da subito, dalle materne è un’istituzione che serve a convogliare il naturale istinto creativo in capacità produttiva, intellettuale o tecnica che sia e si comincia instillando i dogmi morali su cui si fonda tutto l’immenso ingranaggio.

L’idea di matrimonio come unico modello di unione di coppia; l’idea di coppia come naturalmente eterosessuale; l’idea di pulizia e presentabilità del vestire come marchio di appartenenza sociale; l’idea di povertà legata al rifiuto-colpevole del lavoro; sono queste le basi su cui, cantando e giocando, un individuo cresce nella ricca casa verso i cui padroni non smetterà di essere debitore, e nel caso in cui si rifiutasse di corrispondere il dovuto sarebbero già pronti per lui molti generi di luoghi di punizione e correzione, perché si sa che la pazienza ha un limite e se non vogliamo imparare con le buone…

 
 

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