#lang it #title UNA BUONA NOTIZIA
Il Cpt Regina Pacis di S.Foca ha chiuso i battenti. Il 31 marzo è scaduta la convenzione che la fondazione ha stipulato con lo Stato e in virtù della quale dal ’98 ha svolto la funzione di centro di detenzione per immigrati. Ora pare che l’edificio ospiti solo un programma per il recupero delle prostitute, e non si sa con precisione se altri progetti vi saranno realizzati. La prefettura di Lecce inoltre non ha adottato nessun nuovo bando pubblico per l’apertura di un Cpt da parte di un altro ente, ed in queste ultime settimane la struttura di S.Foca ha subito delle modifiche. Sbarre, filo spinato probabilmente non faranno più parte del suo "arredamento", e fuori non ci saranno più i guardiani che la presidiavano, a dispetto di chi, mistificando la realtà e ingannando la gente ha continuato a chiamare questo posto centro di accoglienza. Le motivazioni di questa decisione vanno ricondotte sicuramente a numerose cause. Le fughe e le rivolte degli immigrati reclusi hanno certamente dimostrato più di ogni altro evento, l’oppressione che si è perpetrata in questi anni in questo luogo, fughe ripetutesi fino ai primi mesi di quest’anno. Inoltre i processi che hanno coinvolto il suo gestore Lo deserto e altri suoi collaboratori, più alcuni agenti delle forze dell’ordine, hanno dato una spinta conclusiva in tal senso per le gravi accuse che su di essi sono piovute; dal sequestro di persona, alle violenze, al peculato, che hanno svelato le vessazioni, gli abusi, gli orrori che venivano condotti. A ciò si aggiunga l’opposizione di gruppi antagonisti e la costante lotta portata avanti dagli anarchici contro questi odierni lager con decine di iniziative. Inoltre la costruzione di un nuovo Cpt a Bari, nella cittadella della finanza e gli investimenti della fondazione Regina Pacis in Moldavia e in altri Paesi, hanno dato un ulteriore contributo. In un momento in cui il governo italiano difende a spada tratta la validità di questi luoghi e si avalla della campagna mediatica che ancora una volta costruisce l’equivalenza immigrato-criminale(in questo momento mussulmano-criminale), e in un momento in cui anche coloro che li hanno fondati, gli esponenti politici di centro sinistra, con eccessivo ritardo e ipocrisia li definiscono lager; ora che in vari Cpt d’Italia si susseguono proteste, scioperi della fame, rivolte ed evasioni e che la questione ha coinvolto centinaia di individui, la chiusura di uno di questi centri di detenzione non può che essere la scintilla verso una loro definitiva distruzione.