ASSENTEISTI, COME MINIMO
Le recenti dichiarazioni di Del Vecchio – proprietario della Luxottica – e dei dirigenti sindacali dovrebbero far ribollire il sangue a qualsiasi lavoratore e a chiunque non abbia privilegi da difendere in questa società. Il padrone e i suoi servitori hanno criminalizzato il preteso dilagante assenteismo dei lavoratori quale causa della crisi della fabbrica. Un uomo che ha un patrimonio secondo solo a quello di Berlusconi, uno sfruttatore che è tra i cento più ricchi del mondo, si lamenta perché i suoi operai stanno a casa fingendosi malati. I sindacalisti si lamentano che manca il “senso di responsabilità e del lavoro”, e si assumono il ruolo – che è da servi e da poliziotti – di stanare i "responsabili", aiutati, in questa delazione, da qualche operaio leccaculo.
E allora diciamo qualcosa che quasi nessuno, in questi tempi tristi e vili, ha il coraggio di dire pubblicamente: l'assenteismo è il minimo che si possa praticare. Purtroppo le cifre non sono affatto così alte (il signor Del Vecchio usa questo sporco giochetto per mettere i lavoratori gli uni contro gli altri, per giustificare una chiusura già decisa, o per minacciarla al fine di avere operai più rassegnati). I padroni utilizzano ogni mezzo necessario per imporre i loro profitti (le leggi, la truffa, i maneggioni sindacali, i giornalisti e, se del caso, la polizia). Gli operai, invece, dovrebbero “rispettare le regole” (quali? quelle per cui scioperare senza preavviso è un crimine e licenziare senza preavviso – vedi Filtrona – un diritto? quelle secondo cui dei metalmeccanici possono essere definiti tessili per abbassare i contratti e aumentare i profitti?). Eccole le loro “regole”: un incontro di boxe in cui uno dei due ha le mani legate con l'arbitro – lo Stato – che lo tiene fermo.
Non facciamoci fregare, abbiamo visto dove ha portato il “senso di responsabilità e del lavoro” preteso dai sindacati: a condizioni di vita sempre peggiori, a sacrifici ripagati con… un calcio in culo.
Se confondiamo i nostri interessi con quelli di un arraffatore come Del Vecchio; se una fabbrica-caserma come la Luxottica – in cui ti cronometrano quanto tempo passi al cesso – non ci fa capire chi comanda; se non ci sentiamo sfruttati bensì “partner sociale” dell'azienda, prepariamoci al peggio. La realtà ci sta organizzando, sulla nostra pelle, un corso accelerato di storia del capitalismo. I padroni, in nome delle "dure necessità dell'economia", stanno imponendo condizioni di vita e di lavoro sempre più precarie e pesanti; spremeranno fin che potranno, cioè fin che la nostra passività e la nostra sopportazione glielo permetteranno.
Se è una storia che conosciamo già, e che rifiutiamo, cominciamo a difenderci, cominciamo ad attaccare. Da sempre, le sole garanzie su cui possiamo contare sono quelle strappate con la lotta (o con la sua minaccia) – tutto il resto i padroni se lo riprendono. L'organizzazione scientifica (altro che adesso!) dell'assenteismo ha reso esemplari gli operai italiani degli anni Sessanta e Settanta, i cui scioperi selvaggi e la cui slealtà verso i padroni hanno migliorato le condizioni di vita di tutti. Si fottano i burocrati sindacali, i giornalisti, i medici che non mollano i certificati-malattia e i ruffiani.
Che a lavorare, se vogliono, ci vadano loro!
anarchici
[Volantino distribuito e affisso a Rovereto il 9 marzo 2004. La Luxottica è una fabbrica che produce montature per occhiali]
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