Ieri all'alba, a conclusione della operazione, denominata "nottetempo", sono state eseguite 15 perquisizioni domiciliari: le case dei compagni sono state perquisite con i soliti metodi violenti caratteristici della polizia; uomini della digos, fra cui alcuni incappucciati, che rovistavano indisturbati ovunque, elicotteristi ed artificieri per uno spiegamento di 150 uomini, nella sola provincia di Lecce. Un compagno è stato condotto nella sede del Capolinea in via Adua (i poliziotti hanno aperto la porta con le proprie chiavi) dove ha assistito alla perquisizione, alle riprese video e al sequestro degli oggetti presenti nel locale (libri, magliette, spillette e volantini). Sono stati arrestati 5 compagni con l'accusa di associazione sovversiva con finalità di terrorismo, altri 8 indagati a piede libero con la stessa accusa e due indagati per manifestazione non autorizzata.

Le accuse si reggono su prove assolutamente congetturali, derivanti da intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché da un rilevatore gps, installato nell'auto di un compagno.

Da questo materiale gli inquirenti evincono la responsabilità dei compagni negli attacchi ai bancomat di Banca Intesa, alla pompa del distributore Esso, alla porta del duomo di Lecce e alla casa della sorella di don Cesare Lo Deserto. Scritte murali sono state attribuite in modo ridicolmente arbitrario.

E' chiaro che l'operazione, condita dallo strombazzare della stampa locale, è un ennesimo esempio di montatura giudiziaria, basata su prove inesistenti. Sappiano lorsignori che gli anarchici non conoscono né capi né dirigenti, per cui in carcere non hanno portato nessun "vertice" o "mente" che dir si voglia. Le menti dei compagni sono distinte, indipendenti e unite nella lotta quotidiana contro ogni forma di sfruttamento.

Lo scopo di questa assurda messinscena è scoraggiare ogni tipo di espressione di dissenso, criminalizzare i compagni facendo terra bruciata attorno a loro.

Sappiamo che in una società in cui tutto è merce la galera è lo strumento deterrente di ogni forma di dissenso, funzionale a garantire una omologazione e una apatia sociale necessaria al capitalismo. Vorrebbero che ci accontentassimo mestamente delle briciole che cadono dal banchetto dei potenti, invece ciò che vogliamo è un mondo diverso, egualitario ed antiautoritario.

I compagni sono stati duramente attaccati per aver solidarizzato con gli esclusi, gli immigrati deportati e rinchiusi perché sprovvisti di permesso, dileggiati come sub-umanità e coperti dalla indifferenza sociale.

La solidarietà tra gli sfruttati è ciò che più teme il potere, e l'eventualità che fa tremare la terra sotto ai piedi a coloro che ci chiamano terroristi.

Oggi esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai compagni attaccati e detenuti, domani saremo di nuovo insieme nelle lotte di sempre.

LIBERTA' PER MARINA, ANNALISA, SAVERIO, CRISTIAN E SALVATORE. LIBERTA' PER TUTTI I RECLUSI.
FUOCO AI LAGER E ALLE GALERE.

Saverio Pellegrino, Salvatore Signore e Cristian Paladini si trovano presso la "Casa circondariale Borgo San Nicola", 73100, Lecce. Marina e Annalisa si trovano ai domiciliari.

Il numero di conto corrente postale per chi volesse contribuire alle spese legali è: 56391345 intestato a Marina Ferrari.

ANARCHICI DEL CAPOLINEA

13 maggio 2005*


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