Se l’acqua sta scarseggiando per milioni di persone, se perfino il più indispensabile dei beni comuni è diventato ormai una merce, questo è dovuto a diverse cause ben collegate fra loro:

Industrializzazione dell’agricoltura con le sue coltivazioni intensive.

Ammassamento delle popolazioni in città sempre più gigantesche.

Inquinamento prodotto dalle fabbriche con il relativo sconvolgimento dei cicli dell’acqua.

Spreco d’acqua potabile per i macchinari industriali e per le coltivazioni destinate all’allevamento intensivo di animali.

Estrazione mineraria senza freni con il conseguente prosciugamento dei corsi d’acqua.

Impiego di tecnologie di estrazione dell’acqua devastanti (ad esempio i pozzi tubolari), le quali hanno svuotato in qualche decennio le cisterne naturali che le tecniche comunitarie avevano saputo rinnovare per secoli.

Se le cause sono dunque la logica del profitto e la centralizzazione delle tecniche e delle risorse, i rimedi vanno cercati altrove: fuori e contro la società industriale di massa, fuori e contro le istituzioni statali. Altrimenti si alimenta la dipendenza, quindi la sottomissione, quindi il disastro ambientale. La prova? La scarsità dell’acqua non ha mai fatto tanti progressi come durante la "Rivoluzione verde" finanziata e imposta dai governi ai cosiddetti paesi poveri: i grandi impianti tecnologici per far fronte all’ "emergenza acqua" hanno creato solo collassi ecologici e la rottura dei delicati equilibri eco-sociali.

Nell’attuale modo di vivere non c’è alcuna soluzione possibile. Questo è il punto di partenza. Solo inventandoci una nuova autonomia (alimentare, energetica, medica, tecnica) si può spezzare la spirale. A toglierci l’acqua sono gli stessi che ce la vendono poi in bottiglia. Solo attraverso l’azione diretta contro i responsabili (statali e privati) di questa mercificazione assoluta si possono difendere le fonti della vita. Il resto non è che paccottiglia per mercati alternativi.

Alcuni nemici della società industriale

21 agosto 2003

 
 

Il sito guerrasociale.org non è più attivo da molto tempo. In queste pagine sono stati raccolti e archiviati in maniera pressoché automatica tutti i testi pubblicati. Attenzione: gli indirizzi (caselle postali, spazi occupati, centri di documentazione, email, ecc.) sono quelli riportati nella pubblicazione originale. Non se ne garantisce quindi in nessun modo l'accuratezza.